Fiorenzuola, Palmieri: “Ho pensato di smettere. Ora mi godo la Serie C”
Non sempre è facile affermarsi nonostante non manchino le qualità e un percorso importante nel settore giovanile dell’Inter. La storia di Riccardo Palmieri lo dimostra, ma per chi non ha mai mollato davanti alle difficoltà la trama può cambiare.
“Non importa quante volte cadi, ma quante volte riesci a rialzarti”. Questo potrebbe essere il motto che accompagna Riccardo Palmieri. Il centrocampista di 26 anni, ora al Fiorenzuola, ha alle spalle una lunga storia fatta di tanti momenti da dimenticare addolciti dalle soddisfazioni che sta iniziando a raccogliere. Frequentare il settore giovanile dell’Inter dovrebbe essere il segnale di un futuro avvenire ricco di soddisfazioni, ma non sempre è così. “Gli anni all’Inter mi hanno catapultato in un mondo talmente grande a tal punto da non sembrarmi vero. Indossare la maglia dell’Inter è tanta roba. Ti fa sentire importante, senti di aver raggiunto un livello molto alto ma in realtà è pur sempre il settore giovanile”. Riccardo è riuscito ad allenarsi con grandi campioni e da loro si può sempre imparare qualcosa. “Ricordo benissimo il primo allenamento ad Appiano Gentile, mi ha impressionato Ricky Alvarez che giocava con la stessa tranquillità di come giochi al parco. Peccato siano stati pochi allenamenti”. Ad un passo dai campioni dell’Inter ma con il rossonero nel cuore. “Sono tifoso del Milan. Il mio mito è Ricardo Kakà, grazie a lui mi sono appassionato al calcio. Mi rivedo in lui nella progressione palla al piede”.
La rapida crescita e “il capitolo da dimenticare”
A soli 18 anni dall’Inter passa in Serie B al Modena con la speranza di iniziare il suo percorso di crescita tra i “grandi”. Lì trova un grande mentore, Walter Novellino. “Mi aggregò subito in prima squadra, la società voleva valorizzarmi e io avevo voglia di dimostrare il mio valore”. L’allenatore gialloblù voleva portarlo in panchina nella sfida al Palermo dell’ex Campione del Mondo, Rino Gattuso. Non tutto va, però, per il verso giusto. Quando le aspettative iniziano ad aumentare non è facile emergere. “Quando ritornavo in Primavera dovevo essere io a far vincere la squadra e quando non andava così piovevano le critiche. Ci sono state delle dinamiche brutte sia a livello umano che calcistico che mi hanno fatto quasi passare la voglia di giocare”.
Dall’Inter a senza contratto
A 19 anni il percorso di crescita sembra interrompersi. Palmieri ritorna alla base ma lì viene travolto da una decisione inaspettata della società nerazzurra. “Sono passato ad essere dell’Inter a ritrovarmi senza contratto. Fu veramente brutto. Avevo tanti pensieri in testa, pensavo di non essere all’altezza. Ho pensato di smettere perché nessuno mi cercava”. È in quei momenti che risulta fondamentale l’apporto di chi ti sta più vicino. “C’è voluto tempo, ho perso alcuni treni ma ho avuto la fortuna di avere vicino la famiglia che mi ha sostenuto. Tanta forza di volontà e la motivazione mi hanno permesso di ripartire e dimostrare che meritavo di più”.
Palmieri, il profeta in patria
Una carriera tutta in salita. Le opportunità scarseggiano e Palmieri è costretto a scendere prima in Serie D e poi in Eccellenza. Proprio quando il centrocampista pensa di smettere, per l’ennesima volta trova un allenatore che lo fa rinascere. “Ho trovato una persona importantissima nella mia città, mister Ciceri. Mi ha convinto a tornare a Lodi, lì ho ritrovato la serenità che avevo perso”. Palmieri approda nella squadra della sua città, il Fanfulla. Lì diventa profeta in patria. “Giocare nella tua città è speciale tutto ciò ti spinge a fare qualcosa in più perché sai che sarai ricordato per gli obiettivi che hai raggiunto”. Sì, perché con lui il Fanfulla vince il campionato di Eccellenza Lombarda e si afferma ai vertici della Serie D. Quando tutto sembra andare per il verso giusto arriva il Covid a mettere i bastoni tra le ruote. Palmieri aveva diversi contatti con squadre di Serie C, ma tutto è sfumato. “Il Covid ha sospeso i campionati e alla ripresa sono cambiate tante cose. Non avevo nulla in mano. Ho dovuto arrangiarmi e fare diversamente. Fortunatamente quest’anno è arrivata la chiamata dalla C”.
L’esordio tra i professionisti e il gol allo scadere
La scorsa estate finalmente qualcuno si accorge di lui. È il Fiorenzuola che lo tessera dandogli l’opportunità di giocare tra i Pro. La prima giornata è un mix di emozioni. L’esordio ma anche i due gialli e l’espulsione. Oltre la giornata di squalifica non ha saltato più una partita. L’emozione più forte? Senza dubbio il gol in extremis alla Pro Patria. “L’ho vissuto come un lungo viaggio. È stato liberatorio. Non avevo mai segnato nel recupero”.
Palmieri: “Sogno di arrivare più in alto possibile”
“Ora vivo tutto con più equilibrio, sto con i piedi per terra”. Niente può più sorprenderlo, dopo tante difficoltà è riuscito a ritagliarsi uno spazio importante in Serie C. “Il sogno è arrivare più in alto possibile, dove non lo so. Voglio la salvezza con il Fiorenzuola, gli obiettivi personali sono una diretta conseguenza”.
Ora che Riccardo Palmieri sembra aver fatto pace col passato ha tutta l’intenzione di godersi ciò che si è conquistato con tanto sacrificio.
A cura di Raffaele Galasso