Cambiamenti e ringiovanimento mantenendosi competitivi. C’è tutto questo nel racconto della stagione del Rimini F.C. Se è vero che la Romagna “Si sveglia col sorriso ogni mattina”, non sarà difficile trovarne riscontro lungo il litorale dell’Adriatico più celebre della Penisola. C’è una parte di essa che mantiene viva questa immagine nell’arco dell’intero anno. Il Rimini F.C., per tutta la durata della regular season di Serie C, riesce ad avvicinare a sé e coinvolgere l’intera comunità. L’impressione iniziale è quella di una stagione in cui le difficoltà non mancheranno; troppe novità su tutti i fronti. Eppure, al “gong” del campionato i biancorossi e la Riviera non si imbattono in sorprese: l’obiettivo sempre taciuto dei playoff è realtà. La squadra di Troise si piazza al decimo posto del girone B e, con la stessa umiltà che porta in campo, proverà a regalarsi nuove emozioni. Perché la Riviera è un susseguirsi di immagini imprevedibili come il mare che lambisce le sue spiagge. Come un flash back. Quello con cui Morra&Co apriranno il loro “secondo tempo”: Gubbio.
Scompaiono le dune, la sabbia inizia ad asciugarsi. Il mare è ancora tinto dai colori dell’inverno. La brezza sferza il litorale e un pallido sole inizia a farsi spazio nel cielo. In lontananza un bambino fa volare il suo aquilone. Qualcuno cammina rilassato altri corrono. Iniziano i preparativi; c’è chi lavora e chi sorseggia un aperitivo. L’immagine della Riviera Romagnola nel periodo a cavallo tra la primavera e l’estate è uno spaccato (quasi) cinematografico, ma questa volta Fellini non c’entra. Per descrivere il periodo di attesa basterà la banalità di una passione: il calcio. Protagonista della sceneggiatura è il Rimini F.C. che si appresta – per il secondo anno consecutivo – ad affrontare la lotteria dei playoff forte del decimo posto nella classifica del girone B di Serie C con 50 punti. 3 in più rispetto alla stagione 2022-2023.
Un risultato tutt’altro che pronosticabile a inizio campionato. Dal lungomare a Via XX Settembre. La prima scena del film della stagione biancorossa mostra un cambio ai vertici della società. Alfredo Rota, artefice del ritorno del club tra i professionisti, cede la maggioranza delle azioni alla DS Sport Società Benefit del gruppo Petracca. Nuova proprietà, nuove idee, nuovo presidente. Stefania Di Salvo (ECCO CHI È), già manager di importanti realtà imprenditoriali in ambito sanitario, è la prima donna a sedere nello scranno più alto delle stanze dei bottoni della Rimini calcistica. Nessuna promessa, ma molta ambizione.
Il tempo l’unico alleato. Volto nuovo anche in panchina. Gabriel Raimondi in sei giornate colleziona solo 4 punti. Il Rimini tocca il punto più basso dal suo ritorno il Lega Pro ritrovandosi ultimo. Polso rigido e altra rivoluzione. Emanuele Troise, reduce dalla buona esperienza in Serie D con la Cavese, sostituisce l’argentino. Pellicola all’intervallo: capitan Colombi e compagni cambiano marcia. L’arrivo dell’allenatore napoletano in Pizzale del Popolo porta con sé 19 punti in 9 partite e solo 2 sconfitte. Numeri che allontanano i biancorossi dalla zona retrocessione. Migliorano le prestazioni e l’impatto su alcuni giocatori è evidente. Uno su tutti l’attaccante Claudio Morra che inizia a segnare con frequenza.
Chiuderà la regular season con 19 gol collocando la sua annata nella categoria dei “cult” di produzione Rimini F.C.: miglior marcatore di sempre in un’unica stagione di Serie C con la maglia a scacchi. Il secondo posto nella classifica cannonieri del girone B è pura didascalia. L’oscar di miglior attore va assegnato, senza dubbio, a Davide Lamesta. 24 anni di puro talento. Dribbla, salta l’uomo, calcia dalla distanza e vede i compagni. E come li vede: 13 assist in campionato per lui. 9 reti totali, alcune pesantissime come quella “del climax” della semifinale di andata di Coppa Italia Serie C contro il Catania o quella che sancisce la qualificazione agli spareggi con la Virtus Entella. Fascia destra, libertà di rientrare sul sinistro e colpi di scena. Ubaldi e l’idolo della tifoseria Cernigoi completano il quinto reparto di attacco del raggruppamento.
Il canovaccio di Troise è riassunto in un codice: 4-3-3. Da un attacco prolifico a una difesa (ri)consolidata e (ri)compattata. Dalle parate e le urla di Colombi alla leadership indispensabile di Gigli. Responsabilità, coraggio e motivazione. Identità riminese acquisita per Nicola Pietrangeli. Dalla Serie D a questa nuova qualificazione ai playoff è il perno difensivo. Esperienza, “tigna” e umiltà con Gorelli. Le corse dei terzini Lepri e Semeraro completano l’immagine di una retroguardia tutt’altro che restia alla spinta in avanti. Megealitis, Langella e Garetto. Zona mediana del campo di quantità e qualità. Il lituano affronta, forse, una delle sue migliori stagioni e guadagna piena fiducia dall’allenatore e sostegno della tifoseria. Il giovane classe 2001 cresciuto nel Torino dimostra come quell’idea di “svecchiamento” sia la direzione giusta. Unico rammarico rinunciare a lungo al valore di Delcarro. “Amarcord” di una stagione 2022-2023 da centrocampista più determinante in zona gol dell’intero girone. Scintille di puro talento emana la giovane mezzala di marca Sampdoria Malagrida.
“Romagna mia lontan da te non si può star”: identità. Per il Rimini si identifica nel ‘Romeo Neri’. 2.07 la media punti realizzata nello stadio di casa. Dall’arrivo di Troise, sommato ai pochi racimolati in trasferta, darebbero un totale di 59; mantenuti per tutto l’anno varrebbero il quarto/quinto posto. Fantasie che in Riviera scivolano come le onde dell’Adriatico. Dall’alto dei 33 punti realizzati al Neri, lo stadio cittadino è anche fautore di 34 gol su 52 totali messi a segno da Morra e compagni. C’è poi l’aspetto, forse, più gratificante: il pubblico. La risposta del popolo biancorosso in questa stagione di Serie C è tra le più importanti degli ultimi anni. Un film costruito su strani intrecci e riflessioni. Se condurranno a lieto fine lo vedremo. Rimini F.C. to be continued: in fondo, in Riviera “non c’è inizio, non c’è fine, c’è solo l’infinita passione”. Mai come d’estate: “Certe luci non puoi spegnerle”.
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