Prima di Raffaello, prima dell’ascensione a Divin Codino, degli infortuni, dei Mondiali, dei rigori e dei gol da eterno eroe di questo sport. Prima di tutto questo c’è un “nostro” Roberto Baggio, quello del calcio di provincia e della Serie C. Nel giorno in cui compie 55 anni, vogliamo rivivere gli esordi di uno dei calciatori più amati nella storia di questo sport.
Le prime pagine dell’infinito romanzo sportivo, ma non solo, scritto dal Divin Codino sono ambientate a Vicenza. Sarà al Lanerossi, infatti, che Roby compirà il primo salto da semplice ragazzino appassionato di Caldogno, ad ambiziosa promessa del settore giovanile biancorosso. Quello che la società vicentina non poteva immaginare, però, che quel ragazzetto mingherlino arrivato per sole 500mila lire sarebbe diventato uno dei più grandi giocatori italiani di tutti i tempi. E già tra i più piccoli, Baggio spicca per intraprendenza e abilità con il pallone: 110 gol nelle formazioni giovanili e uno score impressionante che non tarda a catturare l’attenzione dei “grandi”.
L’esordio non può che concretizzarsi in precocissima età, precisamente a 16 anni e poco più: il 5 giugno 1983, all’ultima giornata del campionato di Serie C1, Baggio apre il proprio conto con il professionismo nella sconfitta casalinga contro il Piacenza. Un torneo di C1 che aiuterà il giovanissimo talento di Caldogno a rompere il ghiaccio e prepararsi a tutto ciò che di grande, grandissimo, sarebbe accaduto di lì a poco.
La stagione 83/84 sarà quella dei primi gol. Il 30 novembre 1983 in Coppa Italia il Legnano diventa vittima sacrificale per la prima marcatura a tabellino della vita del futuro Divin Codino. Quasi un campionato dopo, il 3 giugno 1984, arriva il turno, invece, del primo gol in Serie C1, questa volta a suggellare su rigore il definitivo 3 a 0 sul Brescia. Il destino.
La voglia di emergere e spiccare il volo è troppa, e Bruno Giorgi, suo allenatore nella terza stagione in maglia Vicenza, non intende tarpare ancora le ali del talentuoso giovane Roby. Tanta continuità, 29 presenze in campionato, ma soprattutto un impatto da leader, 12 gol, fondamentali nella promozione in Serie B dei biancorossi. Gli occhi di mezza Italia su di lui e l’amore di un intero popolo a riscaldare il cuore mai domo di Roberto Baggio.
È la Fiorentina la più veloce ad allungare le mani sul talento del Vicenza: un affare da 2,7 miliardi di lire. Investimento che rischia di apparire spropositato quando il 5 maggio 1985, due giorni dopo la chiusura dell’affare, Baggio subisce un gravissimo infortunio durante la sfida al Rimini di Arrigo Sacchi. Un epilogo tragico per la Serie C del Divin Codino, costretto ad oltre un anno di lontananza dal rettangolo di gioco a causa della compromissione del legamento crociato anteriore e del menisco.
Il buio più nero, prima della rinascita, sportiva e spirituale: le porti del Buddhismo a indicare la via, il pallone a raccogliere finalmente quanto seminato. Il 21 settembre 1986, Roberto Baggio calca per la prima volta un campo di Serie A con la maglia di quella Fiorentina che mai ha pensato di tradire l’accordo preso.
Ma questa, è un’altra storia.
A cura di Pietro Marchesano
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