Delio Rossi torna a parlare del Foggia: “Potrei tornare in altre vesti. Canonico? L’unico che mi ha voluto”

Delio Rossi al Foggia - Credit: Federico Antonellis/ Calcio Foggia 1920
L’ex allenatore rossonero è tornato a parlare ai microfoni di Foggia Tv tra la promozione sfiorata due stagioni fa e un possibile nuovo ruolo nel club.
Sono passati quasi due anni ma quelle rimonte incredibili nei playoff e quel percorso spezzatosi solamente nella finale con il Lecco sono vive ancora nella mente di tutti i tifosi del Foggia.
Tra questi in prima fila c’è colui che quel Foggia lo allenava: Delio Rossi. L’ex Fiorentina e Lazio, ai microfoni di Foggia Tv, è tornato a parlare di quello straordinario cammino del club rossonero nell’ultima parte della stagione 2022/23 e del motivo per cui ha deciso di lasciare dopo la sconfitta con il Lecco:
“A prescindere dall’esito della finale playoff, avevo già preso la decisione di andare via. Avrei voluto lasciare con un miracolo, avendo regalato un sogno ma purtoppo non ci sono riuscito“.
Il suo addio, però, non è mai stato accettato pienamente dal patron Canonico, che diverse volte lo ha ricontattato nelle ultime due stagioni, avendo sempre una risposta negativa, che Rossi ci ha tenuto a spiegare: “Non è cambiato nulla rispetto a quando sono andato via. Io dò sempre la mia disponibilità a tornare nel Foggia ma in altre vesti, ad esempio nel settore giovanile perchè penso di conoscere bene una piazza che mi ha dato tanto e a cui sono rimasto legato“.
Rossi: “Non so cosa possa accadere in futuro. Non è colpa di Canonico se sono andato via”
Improbabile, dunque, un ritorno? Rossi non lo esclude definitivamente: “Non so cosa possa accadere in futuro, agisco in maniera irrazionale ma mi reputo una persona molto razionale“.
Certamente, da parte dell’ex allenatore, non manca la stima nei confronti dell’attuale patron: “Canonico è l’unico che mi ha realmente voluto a Foggia, altri esponenti dell’imprenditoria locale, in tempi trascorsi hanno fatto finta di volermi. Io ringrazierò sempre Canonico perchè mi ha dato la possibilità di allenare la squadra che mi ha visto crescere come persona, atleta e allenatore. Lo ringrazio e – ha concluso – non è colpa sua, anzi è l’unico che mi ha sempre voluto“.