Rosso: l’idolo Chiesa, il passato al Toro e il Teramo dei giovani. “Che sintonia con Guidi”
Dici Simone Rosso e viene naturale il suo accostamento al Torino. Lui, nativo di Pinerolo, ha indossato la maglia granata per ben 11 anni coronando il sogno di tanti giovani calciatori: esordire in serie A ed in uno stadio dal fascino particolare come San Siro. Una carriera… fortemente granata: “Sì assolutamente, giocavo nella squadra del paese, a Villafranca, quando Silvano Benedetti, allora responsabile delle giovanili del Torino, chiamò i miei genitori per fare un provino. Avevo sei anni, mi hanno fatto muovere i primi passi insegnandomi tutto. Ho avuto come compagni di squadra Bonifazi (Bologna), Aramu (Venezia), Gyasi (Spezia), Barreca (Lecce), Lescano (Entella), Edera (Torino), Proia (Vicenza), Parigini (Como).
Se dico Toro mi vengono in mente due momenti particolari – ha raccontato Rosso ai nostri microfoni -. Ovviamente l’esordio in A contro il Milan a San Siro e la seconda presenza sempre in A con il Cesena con Ventura in panchina. Se ci ripenso mi vengono i brividi. All’inizio negli allenamenti non riuscivo a toccar palla da quanto la giocavano veloce, i ritmi erano completamente diversi rispetto alla Primavera. Allenarsi e giocare con gente come Amauri, Maxi Lopez, Darmian, Quagliarella… un ricordo unico. A livello giovanile invece non dimenticherò mai la vittoria del campionato Primavera nel 2015 con Longo in panchina contro la Lazio di Simone Inzaghi. E’ stato un anno fantastico poiché in semifinale eliminammo la Fiorentina del mio attuale allenatore Guidi che in panchina aveva un certo Federico Chiesa”.
Dopo il Torino, un po’ di Serie B e tanta C
Dopo l’esperienza granata, Simone inizia a girovagare per la penisola. Prima il Brescia in B, dove colleziona 25 presenze in un anno e mezzo, poi tanta Serie C con l’Alessandria. “Che peccato, abbiamo buttato via un campionato pur avendo 11 punti di vantaggio sulla Cremonese. Ce li hanno rosicchiati tutti fino a raggiungerci. Vinsero il campionato per i migliori risultati negli scontri diretti e noi poi perdemmo i playoff in finale con il Parma. Una delusione enorme se penso che in attacco giocavo insieme a gente come Bocalon, Gonzalez, Evacuo, Fischnaller, Marras, Iocolano”.
Poi arrivano le esperienze prima alla Pro Vercelli e dopo alla Reggiana: “La mia annata migliore. Giocando nel 4-3-3 da esterno d’attacco che è il mio ruolo preferito misi a segno 7 reti e se non ci fosse stato lo stop per la pandemia sarei potuto arrivare in doppia cifra”. Mantova dove è rimasto per la prima parte della scorsa stagione prima di passare alla Casertana a gennaio e di incontrare Guidi che lo ha rivoluto ad ogni costo anche in Abruzzo.
Rosso-Guidi e un feeling particolare
A Teramo si è ricomposta la coppia con Guidi in panchina e Rossi in campo. Con l’allenatore toscano Simone ha un feeling unico, una grande stima reciproca. “Sì è vero, in estate ho passato un periodo nel quale lo sentivo praticamente tutti i giorni. Lui crede tantissimo in me, ha una visione del calcio che a me piace molto, non si butta mai via la palla, si cerca di costruire l’azione sempre partendo dal basso e mi trovo benissimo con lui.
Con Guidi c’è una sintonia particolare, mi voleva già portare a Gubbio, mi ha voluto alla Casertana e ha fatto veramente tanto per portarmi a Teramo. A livello umano è eccezionale, a livello tecnico ho conosciuto pochi allenatori preparati come lui. Dopo la batosta di Carrara lo abbiamo visto molto deluso, anche noi lo eravamo ma vedere l’allenatore così affranto e dispiaciuto ha fatto scattare in noi giocatori qualcosa dentro che ci ha portato alla reazione di Pontedera. È una persona speciale alla quale siamo tutti molto legati”.
Il Teramo, un gruppo giovane e di qualità
Ma oltre al rapporto con Guidi c’è un gruppo di calciatori in Abruzzo che ha un obiettivo chiaro da raggiungere quanto prima. E Rosso non li nasconde. “A Teramo mi trovo molto bene, siamo un gruppo giovane ma che ha valori importanti per la categoria. La squadra pur incontrando qualche difficoltà in questa stagione, a parte la sfortunata gara di Carrara, non è mai stata messa sotto da nessuna avversaria. E il nostro obiettivo è di arrivare alla salvezza quanto prima. Tra i miei compagni di squadra ci sono ragazzi che possono arrivare a grandi livelli: penso a Piacentini, a Bouah, ma in generale anche altri ragazzi possono aspirare a salire di categoria”.
E se Rosso non avesse fatto il calciatore…
Il calcio è la sua vita ma indovinate dove poteva essere se non avesse sfondato nel mondo del pallone? “Probabilmente sarei nel mio paese, a Vigone, a lavorare nella macelleria di mio padre. Non ero un granché come studente e quello poteva essere il mio futuro. Ma adesso a 26 anni cerco di guardare avanti, voglio portare il Teramo più in alto possibile. Vorrei provare a risalire di categoria, tornare in B cercando magari di emulare il mio idolo nel ruolo che è Chiesa e arrivare un giorno a confrontarmi con lui in quella serie A che ho toccato per un attimo, anche se a livello mondiale penso che Messi sia il massimo, lui è veramente il calcio”. Insomma, Simone ha le idee chiare. E con il lavoro ogni traguardo è possibile.
A cura di Massimiliano Francioni