Qui Cerignola, Ruggiero ha detto Zak al passato: “Taglio di capelli e gol, il calcio e la musica sono la mia vita”
Una certezza c’è. Zak Ruggiero non avrebbe paura di Dalila. Già, perché il taglio di capelli ha portato bene al centrocampista del Cerignola, decisivo a Messina di testa per i tre punti del team di Michele Pazienza. Non raccontategli allora la leggenda di Sansone, che dopo una sforbiciata cadde in potere dei Filistei. Il 22enne nato a Bishop Auckland, cittadina di 25mila abitanti della contea di Durham, Inghilterra, e cresciuto a Crotone, ha prima rubato l’occhio per la sua acconciatura – capelli lunghi e biondi – poi per le giocate. Michele Pazienza ne ha dosato l’impiego fino a metà ottobre, quando lo ha lanciato da titolare contro il Taranto, e nel 2023 lo sta impiegando con buona continuità dal primo minuto. “Una vittoria importante, ci mancavano i tre punti e sono arrivati nel momento giusto” dice della trasferta siciliana. Coincisa con il nuovo look: “Tanti compagni mi avevano detto di tagliarmi i capelli – sorride – Segnare di testa non è la mia specialità ma è la seconda volta che segno così. La prima non la dimentico”.
Ruggiero e l’appuntamento con il destino: dentro al posto di Messias e gol
Già, perché il calcio è fatto di date. E una di queste è tatuata sul cuore di Zak: 12 agosto 2019. Stadio Scida, in Coppa Italia Crotone e Arezzo sono sul 3-3 dopo un tempo. Al 68′ Giovanni Stroppa si affida a quel biondino 18enne “che tiene il pallone mai più di mezzo metro lontano dal piede”. Lo lancia al posto di Messias, che tre anni dopo vincerà lo scudetto con il Milan. Passano pochi minuti e Zak incide: colpo di testa vincente su assist di Molina, 4-3 e pubblico dello Scida impazzito. “Una notte pazzesca, entrare in campo e far gol all’esordio è il sogno di tutti i bambini – racconta – ho ancora la maglietta custodita in bacheca a casa”.
Una famiglia bilingue e il rapporto con la musica
Anche quel giorno allo stadio c’era la sua famiglia: papà Giorgio, mamma Joanne e il fratello maggiore Joshua.“Siamo molto legati, ora loro stanno giù e quando possono mi seguono. Ovviamente per la partita di ritorno, in programma a inizio aprile, ci saranno”. L’anima di Zak è divisa a metà. Lo racconta lui stesso: “Sono nato in Inghilterra perché mia madre è di lì poi ci siamo spostati a Crotone, la città di mio padre. Siamo stati sempre bilingue, anzi quando riusciamo parliamo molto spesso inglese“. E c’è un’altra presenza che non può mancare a casa Ruggiero: “Mio fratello suona la chitarra, ha una band con gli amici e in famiglia la musica ha sempre fatto parte della nostra vita”. Tanto che Sanremo è un appuntamento fisso (“Lo seguo e lo commento ma vorrei più rock”). Non chiedetegli di fare il fantaSanremo però. Basta il fantacalcio: “Ne faccio uno storico con amici ma quest’anno poteva andare meglio. Ho puntato tutto su Abraham in attacco, per ora non ci ha dato troppe soddisfazioni ma di solito lui nel girone di ritorno si esalta”.
Cerignola isola felice: i consigli di Pazienza
Cerignola sta diventando la sua isola felice. “Sto trovando la continuità che mi serviva, avevo bisogno di fiducia dopo le esperienze con Lucchese e Pro Sesto – ammette – l’allenatore mi vede da mezzala. La competizione c’è ed è bello per questo, poi ci allena un ex centrocampista. Dove devo migliorare ancora? Di sicuro la fase difensiva”. E se a dirlo è chi ha giocato per anni in A ad alti livelli come Michele Pazienza, c’è da fidarsi. Ed è in buona compagnia a centrocampo, Ruggiero: ci sono Sainz-Maza, un passato nei giovani del Barcellona, Bianco che ha collezionato promozioni, 2000 di talento come Tascone e Langella. E pazienza se gli idoli calcistici giocavano qualche metro più avanti: “Ho sempre amato Roberto Baggio e Dybala, lui l’ho anche visto una volta quando era a Crotone”.
“Dialetto? Non ci capisco nulla”
Prima di salutarci Zak ci porta nello spogliatoio gialloblù, gruppo in grado di toccare il quinto posto da matricola in C. “In campo si fanno sentire tutti ma devo dire che Ale Ligi è uno in grado di darti la sveglia – spiega Ruggiero – lo fa con rispetto e autorevolezza, è un riferimento. Poi c’è chi come Pippo D’Andrea ama gli scherzi, è uno che tiene sempre alto il morale del gruppo”. Unica nota stonata, e la musica qui torna, è il dialetto: “Ho qualche amico qui e quando parlano in dialetto faccio davvero fatica. Sia chiaro eh, anche in Calabria a volte faccio fatica”. Allora ci salutiamo in inglese, con un auspicio per tutti i tifosi dell’Audace: “We are waiting for you at the stadium to enjoy the end of the season,we Hope we can put Joy and happiness with our football let’s gooo!!!”