Russini, tra passato e nuove ambizioni: Catania stregata dall’imprevedibile
Pensare alla Catania calcistica, ultimamente, significa di riflesso riferirsi a Luca Moro. Un parallelo più che giusto, visti i grandiosi numeri del centravanti di proprietà del Padova, fresco anche di convocazione (e gol) in nazionale Under 20.
Il giovane bomber che brilla non è l’unico che all’ombra dell’Etna si fa notare: c’è infatti anche Simone Russini.
Dodici presenze, quattro gol, un assist. Un rendimento importante, quello del classe ’96. Specie se rinforzato da una duttilità che lo porta a svariare su tutto il fronte offensivo, pur prediligendo la corsia mancina. Il tutto accompagnato da una ‘vocazione’ al sacrificio sempre puntuale in fase di ripiegamento. Ma chi é il ragazzo che si appresta a guidare l’attacco catanese contro il Foggia, alla ricerca dell’ottavo risultato utile consecutivo, dopo aver steso la Vibonese su assist di Russotto?
Russini, un passato tra sbalzi e rivincite
La risposta a questa domanda proviene da Napoli, una città che pur essendo sempre florida di talenti, ne ha visti altrettanti andare via. E così anche Russini, come i vari Immobile, Di Natale, Montella, Donnarumma, ha costruito la sua carriera altrove. Precisamente alla Ternana. Lì, con prestazioni sempre più convincenti durante tutta la trafila nelle giovanili, si guadagna il paragone con Neymar, copyright Roberto Borrello allenatore di quella Primavera. Il motivo? La spiccata abilità nel saltare l’uomo. Un parallelo dolce di chi era rimasto stupito in positivo da un ragazzo che poi ha iniziato il suo cammino tra i professionisti. Perché tra Lumezzane, Pagani, Alessandria (club con il quale vinse la Coppa Italia Serie C nell’annata 17/18) e Siracusa, Russini avanza, cade e si rialza. Compiendo, come in ogni percorso che si rispetti, il dovuto passo verso la salita.
Luce romagnola
E Russini cresce soprattutto a Cesena dove ottiene ciò di cui aveva bisogno in quel momento: la fiducia. Durante le tre stagioni in Romagna, sotto le guide di Modesto e Viali, Simone si mette definitivamente in mostra, affina la tecnica, trova una continuità mai raggiunta prima tra i ‘grandi’ e soprattutto, sperimenta un feeling particolare con il gol che, anche se non ancora sufficientemente sviluppato sarà sicuramente utile per il futuro.
La Sicilia per esplodere
Il presente adesso è tutto siciliano, grazie al Catania che ha trovato un ragazzo maturo e pronto a spingersi oltre. Su quattro gol segnati, ce ne sono anche due su punizione, contro Catanzaro e Monterosi Tuscia. Dettaglio non da poco per una piazza spesso abituata alla magia di calci piazzati che gonfiano la rete.
Il feeling con i tifosi infatti è nato anche grazie a questo piccolo particolare che a qualche nostalgico ha ricordato Francesco Lodi. Merito di quell’allenatore che da quando lo ha avuto con sé non perde mai modo di esaltare le qualità di Russini. Crescono i minuti e di pari passo gli stimoli.
“Ho letto una sua intervista nella quale afferma di voler aumentare il suo numero di gol stagionali, sono d’accordo: è importante per noi, in estate non ha guardato alla voce stipendi ed ha accettato subito la sfida qui”. Le recenti parole di Francesco Baldini sono forti e lapidarie. Rappresentano alla perfezione il vivo messaggio di uno stadio che s’infiamma ad ogni scatto ed applaude con orgoglio ad ogni ripiegamento del suo generoso numero 20. L’uomo pronto a superare in dribbling gli ultimi dubbi sul suo conto. Ora che, da incognita, si è trasformato in una solida e bella realtà.
A cura di Damiano Tucci.