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Tra promesse e rimpianti, Catania (ri)ecco Russotto

La vittoria del Catania sul Potenza porta inevitabilmente la firma di un Luca Moro che non ha più bisogno di presentazioni. Sedici reti in tredici partite lo hanno reso la vera rivelazione di questa Serie C.

Ma per i tifosi rossazzurri c’è un’altra nota lieta e si tratta di Andrea Russotto.

Tredici gare, due assist (rispettivamente contro Vibonese e Potenza). Statistiche forse ingenerose alla luce, soprattutto, del grande contributo che l’esterno ha sempre offerto sia in fase di spinta che di ripiegamento.

Russotto, tra passato e futuro

Ma chi è quel ragazzo che tanto ha voluto tornare all’ombra dell’Etna lo scorso gennaio, dopo il triennio 2015/18? E perché la sua storia ha sempre generato tanta curiosità? Per rispondere a queste domande occorre partire dal lontano 2007, quando la rivista World Soccer ha annunciato i “50 Most Exciting Teenage Players“. Una speciale classifica dei giovani più promettenti di allora. Al trentottesimo posto di questa lista, c’era proprio Andrea Russotto. Promessa del Treviso, si piazzava in una posizione migliore di giocatori del calibro di Alexis Sánchez (42°), Ivan Rakitic (45°) ed Ever Banega (50°).

Russotto è cresciuto nelle giovanili della Lazio. Il ragazzo romano, sin da subito, ha saputo mettersi in luce con prestazioni convincenti che, dopo le promettenti annate tra Bellizzona e Treviso (squadra con la quale assaggerà la Serie A e che successivamente contribuirà a salvare con 63 presenze e 5 gol in due stagioni di cadetteria), gli sono valse la chiamata del Napoli. Una volta in Campania, però, Andrea non è riuscito a ripagare le attese. Nonostante l’esperienza in una squadra con Denis, Lavezzi, Hamsik e Bogliacino (tra gli altri), gli elogi di Reja e di De Laurentiis che lo definì ‘ficcante’. Così ha finito per essere relegato al ruolo di comprimario.

E il mancato riscatto napoletano darà il via ad un periodo negativo che, dopo le sfortunate parentesi con Bellinzona, Livorno e Carrarese, troverà nel Catanzaro segnali di decisa rinascita. Con 84 partite, 16 gol e 18 assist in tre stagioni, Russotto ritrova se stesso, incantando il suo pubblico con dribbling, grandi giocate ed una spiccata propensione alla responsabilità.

Il ritorno a Catania

Le brillanti annate calabresi, a seguito della delusione Salernitana, porteranno Russotto tra le braccia dell’altro grande amore della sua carriera: il Catania. Nonostante le naturali difficoltà dettate dai punti di penalizzazione nelle prime due stagioni infatti, Andrea è riuscito a diventare un punto fermo della formazione siciliana, distinguendosi in maniera sempre più importante e sfiorando, nella memorabile annata 17-18 targata Lucarelli, una promozione in B venuta meno per mano del Siena ai calci di rigore della semifinale playoff.

L’amarezza di quel momento resta ancora nella mente del ragazzo che, malgrado l’addio e le successive esperienze con Sambenedettese e Cavese, è stato riaccolto sempre dagli applausi in ogni sua apparizione al Massimino. Anche da avversario. Un affetto, quello del suo popolo e della sua Catania, ricambiato prima dal ritorno dello scorso gennaio e poi dalle prestazioni. Discese, rigori procurati, doppi passi, conclusioni velenose. “Ho rivisto il Russotto che conosco, è un giocatore importante“, ha detto Baldini in conferenza stampa dopo il successo contro il Potenza. Messaggio recepito, adesso manca il gol e chissà che tra Latina e Palermo Andrea non stia già scaldando il destro, immerso costantemente tra genio e sregolatezza.

A cura di Damiano Tucci

Redazione

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