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Addio Totò, ci saluta l’eterno bomber Schillaci

Si è spento l’eterno bomber Schillaci. Il ricordo dell’uomo e giocatore tra Messina e Italia ’90

Lutto nel mondo del calcio. Si è spento all’età di 59 anni Salvatore Schillaci. Per gli amici – e per tutti gli amanti del calcio – meglio noto come “Totò”, Schillaci è stato un attaccante memorabile. Il grande uomo e giocatore ha scritto pagine di calcio in Serie A ma non solo.

Schillaci, infatti, è stato una bandiera del Messina. Con il club della sua regione, Totò ha raccolto ben 219 presenze, segnando 61 gol. Un uomo simpatico e un giocatore fenomenale, due caratteristiche che hanno fatto di Salvatore un calciatore apprezzato sia in campo che fuori.

I suoi primi passi nel mondo del calcio li ha mossi a Palermo. Nella città natia, Schillaci ha iniziato a fare gol con la maglia dell’AMAT. La grande avventura nel mondo del pallone, però, inizia proprio con il Messina. Nell’allora C2, Schillaci si fa conoscere per il suo talento.

Nella stagione 1985/86, le 11 reti messe a segno dal bomber siciliano permettono al Messina di approdare in Serie B. Una promozione che manda in estasi l’intera piazza giallorossa e che permette a Schillaci di compiere il salto di qualità.

Dal Messina al…Giappone: la carriera di Totò

Per Schillaci, la Sicilia è l’inizio del sogno e quel posto che per sempre chiamerà “casa”. Con la sua isola nel cuore, Totò ha girato l’Italia, andando a giocare addirittura in Giappone. Le prestazioni superlative con il Messina gli valgono la chiamata della Juventus. È il 1989 e Salvatore decide di volare a Torino.

Anche con i bianconeri sarà amore. 90 presenze, 26 gol e una Coppa Uefa vinta alla prima stagione con la Vecchia Signora. Nel 1993 Schillaci saluta Torino e si sposta a Milano, sponda nerazzurra. Dalla Juve all’Inter, un trasferimento coraggioso per un uomo che ha sempre vissuto la vita con la giusta spavalderia. Infine, l’ultima avventura, quella in Giappone. Totò come precursore, come pioniere di trasferimenti lontani dall’Italia e dall’Occidente che ancora oggi stupiscono.

Le notti magiche di Italia ’90

Il Mondiale del 1990 consacra definitivamente Schillaci. L’Italia, che gioca in casa la competizione, si classifica terza. Totò stupisce sul primo grande palcoscenico, rubando la scena a tutti. Al termine del torneo, Schillaci porta a casa il premio come miglior giocatore e capocannoniere della competizione.

In quello stesso anno, Salvatore sfiora anche la vittoria del Pallone d’Oro arrivando secondo, alle sole spalle di Lothar Matthaus. Schillaci, in un’intervista post mondiali, si era definito un miracolato durante il torneo. Ogni tiro era un gol ma, oltre all’aiuto dall’alto, c’era di più: la forza, la tenacia e la perseveranza di un uomo che, da oggi, esce di scena per regalare spettacolo anche a chi è là su.