Luglio 2007. Gli occhi di Emiliano Mondonico, allenatore della Cremonese, hanno individuato un talento che tra i pali può crescere e lasciare il segno. In realtà, quel ragazzo, nel primo atto della sua carriera, giocava in attacco. A causa dell’asma però, ha deciso di spostarsi cinquanta metri più indietro, togliendo la numero nove e cominciando ad indossare dei guantoni. 15 anni dopo, la fiducia di quel giorno da parte di Mondonico è stata ripagata, e Salvatore Sirigu è pronto ad iniziare un nuovo capitolo. La stessa maglia di Maradona, il golfo ed il San Paolo. La destinazione è chiara: Napoli lo aspetta.
E Salvatore Sirigu tra i grandi aveva già giocato con la maglia rosanero del Palermo esordendo in Coppa Italia a soli 19 anni, contro la Sampdoria. La scelta di Francesco Guidolin venne ripagata e Sirigu ebbe l’opportunità di tornare in campo tra le stelle, nella sfida di Coppa Uefa contro il Fenerbahce. Soltanto due presenze, che illuminarono il talento del portiere che già aveva vinto il campionato con la Primavera della squadra siciliana. E così, arrivò la Serie C. Passano gli anni, ma la storia è sempre la stessa. La C lascia il segno ai giovani per proiettarli nei più grandi teatri del calcio. Umiltà, passione e voglia di imparare. Sono queste le tre parole che Sirigu comprese al meglio una volta entrato nella rosa della Cremonese. A Cremona il portiere riuscì a scrivere il capitolo della propria consacrazione. 19 presenze e secondo posto in classifica, dietro solamente al Sassuolo. Insieme a Mondonico, Sirigu sfiorò il sogno promozione, arrendendosi in finale dei playoff contro il Cittadella. Vinta la finale di andata, la squadra perse al ritorno lasciandosi sfuggire la ciliegina su un campionato perfetto. Tuttavia, Emiliano Mondonico non ebbe dubbi: “Salvatore Sirigu sarà il portiere dei prossimi quindici anni“.
Ed Emiliano Mondonico di talenti ne aveva visti passare davanti ai propri occhi. Da quel giorno e sull’onda dell’entusiasmo, la carriera di Salvatore Sirigu prende letteralmente il volo. Torna a Palermo, questa volta per essere il titolare sotto la curva del Renzo Barbera. Riflessi ed affidabilità. Per lui la Serie C è stata un trampolino di lancio perfetto. Eventi che si susseguono nella solitudine di un portiere. Riesce a prendere il posto di Rubinho e la fiducia di Walter Zenga, nel 2009 alla guida del Palermo, che di portieri qualcosa ne ha sempre saputo. Chiunque vede in lui una fonte di sicurezza. Due anni, al fianco di giocatori come Cavani e Pastore, che gli permettono di attirare l’attenzione sulle sue prestazioni da tutta Europa. Sì, tutta Europa. Perché dopo due anni passati a Palermo, a bussare alla porta sono i dirigenti del Paris Saint Germain. Non ci ha messo molto Sirigu a preparare la sua valigia. L’ombra della Torre Eiffel, il Parco dei Principi e l’inno della Champions. Partito dalla Serie C per prendersi l’Europa.
Miglior portiere della Ligue 1, inserito nei dieci migliori portieri dell’anno e campionato vinto. Dal suo arrivo a Parigi è passato soltanto un anno ma Salvatore Sirigu è entrato subito nel cuore dei francesi. La Nazionale ed il Paris. Il portiere ormai è una sicurezza. Durante i suoi anni in Francia Sirigu potrà sistemare nella propria bacheca ben 12 trofei, di cui quattro campionati. E pensare che, soltanto quattro anni prima, quel portiere giocava in Serie C e lottava per la promozione in Serie B con la Cremonese mette i brividi. Un cammino verso le stelle, partito dalla C ed arrivato sino al tetto d’Europa. La storia d’amore tra Sirigu e la città francese finirà nel 2016, dopo cinque anni in cui il portiere si è costantemente misurato con il massimo livello. Dalla Francia alla Spagna, prima di tornare nel suo paese Salvatore farà due tappe nella Liga prima con il Siviglia, poi con l’Osasuna. Ma la mancanza dell’Italia si fa sentire e la Mole Antonelliana appare nel suo orizzonte.
Destinazione: stadio Olimpico Grande Torino. I granata decidono di affidare le chiavi della propria porta ai guantoni di Salvatore Sirigu. Passano gli anni, cambiano le squadre, ma il ritornello è sempre il solito: dove c’è Sirigu, c’è l’Europa. È sempre stato così, sin dal primo ingresso al Barbera in Coppa Uefa. Capacità di diventare un simbolo e guidare la squadra verso la gloria. Anche con il Torino il portiere conquisterà l’Europa League, nel 2019, dopo aver guadagnato il settimo posto. L’esclusione del Milan infatti consente ai granata di strappare il pass per la competizione. Sirigu attira verso di sé i grandi palcoscenici e non si lascia spaventare. Tetto d’Europa che riabbraccia anche nel 2021, quando con la Nazionale guidata da Roberto Mancini riesce ad vincere contro l’Inghilterra il secondo europeo nella storia dell’Italia. Questione di mentalità. Determinazione e talento. Sirigu tutto questo lo possiede nel suo Dna. Dopo l’esperienza con il Genova, adesso è pronto per prendersi anche la porta del San Paolo. L’Europa sarà ancora una volta uno dei panorami della sua stagione. Le speranze di un intero popolo nei suoi guantoni. Napoli riparte da Sirigu. Sirigu riparte da Napoli. Con lo stesso spirito del 2007, quando giocava in Serie C. Emiliano Mondonico ci aveva visto lungo.
A cura di Jacopo Morelli
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