La Serie C, l’esordio in A con la maglia della Sampdoria e la sfortuna: la storia di Manuel De Luca
La chioma bionda gli andava negli occhi ogni volta che toccava la palla. Sotto i piedi, il prato verde delle valli, attorno a lui, le punte delle montagne di Bolzano disegnavano il panorama. Manuel De Luca ha sempre avuto un legame speciale con il calcio. Agli scarponi per sciare ha sempre preferito le scarpette da gioco. La sua storia parte dal Sudtirol e oggi, quella chioma bionda che Bolzano guardava giocare, è arrivata fino al Ferraris. Neppure il tempo di godersi l’esordio in Serie A che è però arrivato un grave infortunio: lesione al menisco esterno del ginocchio sinistro. Ci sarà da stringere i denti per continuare una storia che resta ancora tutta da raccontare.
Dal Sudtirol all’Inter, sulle orme di Nedved
E no, perché non a caso abbiamo parlato di una chioma bionda. Manuel De Luca da piccolo veniva addirittura paragonato a Nedved per i suoi capelli. Anche la posizione in campo era la solita del Pallone d’Oro bianconero. Centrocampista biondo dotato di grandi qualità, anche se l’idolo del ragazzo rimaneva Ibrahimovic. A Manuel piaceva molto giocare a calcio. Se ne era innamorato definitivamente quando andò a vedere una partita di sua sorella. Ma le destinazioni troppo lontane da casa non lo entusiasmavano. Così, decise di partire da casa, dal Sudtirol. Il suo potenziale riuscì a crescere sempre di più e l’Inter decide di affacciarsi alla sua finestra. Più di 270 chilometri da casa. Tre ore e mezzo di macchina. Manuel non ha più otto anni e nelle giovanili aveva capito che quel pallone che rotola sul campo alimentava sempre di più la sua passione: giocare a calcio. Milano è lontana, ma in fondo a casa ci si può sempre tornare. Nell’Inter, no.
Il Torino e l’esordio contro la Juventus
Manuel De Luca nella Pinetina di Appiano restò solamente sei mesi ma riuscì comunque a dire la sua sul campo. Giocare nell’Inter lo rendeva orgoglioso, anche se alla fine del campionato i nerazzurri non lo riscattarono. La qualità e la determinazione della punta però erano fattori che si erano visti eccome. L’arrivo di un’altra chiamata era solo una questione di tempo. E infatti, il telefono squillò, ma questa volta dalla Mole Antonelliana. Manuel De Luca, per 150mila euro circa, divenne l’acquisto più pagato delle giovanili da parte del presidente del Torino Urbano Cairo, che riuscì a vincere la concorrenza di un’altra squadra di Torino, ma vestita in bianco e nero. Dalle giovanili Manuel costruì il suo percorso partita dopo partita. Lo staff di Sinisa Mihajlovic aveva messo gli occhi su di lui. Ed in prima squadra De Luca esordì in Coppa Italia, proprio contro la Juventus. Il Torino perse quella partita ma Manuel aveva realizzato il suo sogno. Quando la sua chioma bionda a sette anni correva sui campi di Bolzano, Chiellini giocava nella Fiorentina. Adesso era suo avversario. “L’esordio è stato davvero inaspettato. In un derby, poi… Ricordo che Niang si era fatto male ed il vice di Mihajlovic, mi ha chiamato dicendomi di entrare subito, senza nemmeno il tempo di riscaldarmi. Momenti indescrivibili. Ero talmente emozionato che tutto d’un tratto mi dimenticai di essere entrato a freddo. Forse anche perché mi marcarono Chiellini e Rugani e si fecero sentire” racconterà il ragazzo a gianlucadimarzio.com.
La prima presenza in Serie A con la Sampdoria
Gli allenamenti ed i consigli di Belotti, l’amicizia con Molinaro e l’attenzione sulle giocate Quagliarella per rubargli qualche segreto. Scorci di futuro. Insomma, Manuel De Luca era pronto per il definitivo salto tra i grandi. La Serie C aspettava il ragazzo per permettergli di maturare dentro e fuori dal campo. Serie C come crescita. In questa categoria, vetrina fondamentale per i talenti che vogliono definitivamente prendere il volo, De Luca rimase due anni. Prima con il Renate, poi con l’Alessandria. In Piemonte, nel suo secondo anno in C, il ragazzo riuscì a farsi riconoscere affermandosi nettamente. I suoi numeri erano chiari: 38 presenze e 12 reti in tutte le competizioni. Da quel momento la sua carriera divenne una scalata verso la vetta. Nel frattempo, la Sampdoria entrò in possesso del suo cartellino. Dalla Serie C l’attaccante passò in B con Entella, Chievo e Perugia. Piazze importanti per un ragazzo dalle grandi ambizioni. Oggi, dopo tanta gavetta, Manuel è tornato tra i grandi. Contro l’Atalanta ha segnato il suo esordio in Serie A, sotto gli occhi di Gasperini e con l’attenzione di Quagliarella, questa volta su di lui. Il blucerchiato, simbolo di un popolo e di una tradizione. Quel ragazzino con la chioma bionda sa cosa vuol dire giocare per la Sampdoria. Adesso a far ombra a Manuel non sono più le montagne di casa, ma il Marassi di Genova. Adesso è tempo di stringere i denti per tornare a godersela al più presto.
A cura di Jacopo Morelli