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Samuele Longo, una carriera a cento all’ora, la voglia di lasciare il segno e la chiamata dell’Olanda

Longo Inter

Image gdm

Immaginate di avere 18 anni e, nell’anno del triplete dell’Inter, vedere concretizzarsi la possibilità di fare degli allenamenti in prima squadra sotto gli occhi di José Mourinho. Soddisfazioni, emozioni e momenti che Samuele Longo porta con sé da molti anni. Fotografie conservate nel cassetto dei ricordi ed insegnamenti che lo hanno accompagnato nelle sue esperienze, in Italia e all’estero. Dopo una stagione al Modena dove ha conquistato la promozione in Serie B, il ragazzo ha deciso di salire su un aereo. Altro giro, altro volo. Destinazione: Olanda.

Dalle giovanili al calcio dei grandi

Se Samuele Longo avesse portato con sé un tachimetro, questo avrebbe misurato una velocità superiore ai cento all’ora, sempre. E che la carriera di questo ragazzo fosse rapida come le sue qualità palla al piede sul campo, si poteva capire già dalle giovanili. Un talento che stregava chiunque. Treviso, poi l’Inter, il Piacenza, l’esperienza a Genoa ed il ritorno in nerazzurro ad Appiano Gentile. Insomma, il livello dell’esperienza era già alto nonostante l’età e Longo sin da subito è riuscito a portare le sue potenzialità in giro per l’Italia. Ed è proprio nella sua ultima parentesi con le giovanili dell’Inter che si è definitivamente affermato.

Sulla panchina c’era Andrea Stramaccioni. L’allenatore aveva fiducia nel ragazzo. La classifica non lo smentisce. L’Inter vince in Italia ed in Europa. Prima lo Scudetto della Primavera, poi la competizione europea NextGen Series contro l’Ajax, con gol proprio di Longo. La capacità di essere decisivo e cambiare le dinamiche delle partite. Il giorno dopo la sfida contro gli olandesi, Stramaccioni è stato promosso ad allenatore della prima squadra nerazzurra. Pochi dubbi: Longo doveva esserci. E il suo momento è arrivato il 13 maggio del 2012. Lazio-Inter. Stadio Olimpico. Gli occhi di Stramaccioni si voltano posandosi su di lui. È il momento. Longo entra in campo, al fianco di Zanetti, Maicon, Milito, Cambiasso e gli eroi che hanno scritto la storia dell’Inter.

samuele longo

Velocità di crociera: 200 km/h

Samuele Longo arriva nel calcio dei grandi. Lo fa davanti a 50mila persone, allo Stadio Olimpico. I suoi numeri sono quelli di un giocatore di qualità, non si discute. E le sue prestazioni riescono a far rumore, risuonando fino all’Europa, palcoscenico a cui è già stato abituato, dato che anche il 9 agosto del 2012, il ragazzo ha avuto la possibilità di esordire in Europa League, sempre in maglia nerazzurra. Passano i mesi ed ecco il primo aereo della sua carriera calcistica. La prima esperienza all’estero, lontano da casa. La Spagna si affaccia alla finestra del ragazzo offrendogli la possibilità di giocare nell’Espanyol, in Liga. Dopo quella stagione, in cui riesce a collezionare 18 presenze e tre reti, inizia il giro di maglie.

Il ritorno in Italia, la Serie A con la maglia dell’Hellas Verona ed una nuova parentesi nella Liga, con il Rayo Vallecano. 22 anni e l’esperienza di un adulto sulle spalle. La capacità di adattarsi e la volontà di mettersi sempre in gioco. Non importa dove, non importa chi c’è davanti. Un solo obiettivo: dimostrare di essere all’altezza. In Serie A Longo con la maglia del Cagliari, ha fatto una sgarbo anche al suo passato, segnando proprio contro l’Inter.

modena premiazione

Il ritorno in Spagna e la doppia cifra

Lasciare il segno, ovunque. Questa è la parola d’ordine di Samuele Longo. E nel suo ritorno in Spagna, la terra che da giovane lo aveva accolto, Longo il segno lo lascia davvero. Seconda Divisione spagnola. Il Girona vuole prendersi una promozione nella Liga che sarebbe la prima della storia. Il giovane attaccante non ha problemi nel metabolizzare un obiettivo. Lui, che riesce ad adattarsi a qualsiasi situazione. E se la Liga non va da Longo, Longo va dalla Liga. 37 presenze, pilastro della squadra, 14 reti, la prima volta in doppia cifra, e promozione raggiunta. A Girona si ricorderanno di quel ragazzo italiano che ha preso per mano la squadra trascinandola nella storia. Anche l’anno successivo, dopo aver svolto la preparazione con l’Inter sotto gli occhi di Luciano Spalletti, Longo è volato in Spagna ed è riuscito a confermarsi in doppia cifra con i colori del Tenerife. Prestazioni che però non ha ripetuto con l’Huesca, dove non è riuscito ad essere incisivo come nelle ultime stagioni nella seconda divisione spagnola. E così, ha deciso di tornare in Italia.

Altro giro, altra corsa. Destinazione: Paesi Bassi

Al ritorno in Italia, alla Cremonese, in Serie B, non ha trovato molto spazio. E neanche il tempo di tornare, ha prenotato subito un nuovo volo per la penisola iberica, questa volta al Deportivo La Coruna. L’ultimo viaggio prima del ritorno in patria, destinazione laguna. Al Venezia non è esploso, ha segnato solo 4 reti. Il suo vero rilancio è avvenuto al Vicenza. La voglia di mettersi in gioco è sempre tanta. Energia che alimenta le sue gambe e la sua passione per i viaggi. Ora è arrivata la chiamata dell’Olanda, e Longo non poteva rifiutare. Destinazione: DordRecht. “Andavo a cento all’ora” cantava da giovane Gianni Morandi. Ma cento all’ora per Longo non sono mai abbastanza.

A cura di Jacopo Morelli