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San Donato Tavarnelle, Bacci: “Sentenze? Avremmo potuto evitare i playout”

Avrei firmato ad inizio stagione per giocare i playout“. Il tono è sicuro, accompagnato dall’accento di chi vive nella zona fiorentina della Toscana. Dall’altra parte del telefono c’è Andrea Bacci, presidente del San Donato Tavarnelle. Il campionato è finito e la sua società, dopo aver vissuto il primo anno in Serie C, si prepara sul campo per affrontare i playout contro l’Alessandria. Tra il rammarico per le sentenze arrivate nel girone B e la concentrazione necessaria per mantenere la categoria. C’è rammarico per queste sentenze, sono sincero. Sono arrivate cinque giorni dopo la chiusura del campionato quando la data perentoria per i controlli era quella del 16 marzo. E questo non sarebbe dovuto succedere ha sostenuto ai microfoni de LaCasadiC.com.

San Donato, Bacci: “Inutile far giocare in contemporanea se poi arriva la penalizzazione”

Il riferimento del presidente del San Donato Tavarnelle è chiaro. Il campionato di Serie C infatti si è chiuso domenica 23 aprile. Tuttavia, cinque giorni dopo il triplice fischio i riflettori degli stadi sono rimasti accesi. La classifica è cambiata ancora dopo i quattro punti di penalizzazione all’Imolese. Club retrocesso in Serie D e Vis Pesaro, che avrebbe dovuto giocare i playout, salva. Ed è proprio qui che nasce il rammarico nelle parole di Andrea Bacci. “Questi controlli sono giustissimi per tenere in riga le società. Ma allora è inutile che la Lega Pro faccia cominciare tutte le ultime tre giornate in contemporanea se poi dopo cinque giorni arriva la penalizzazione. Siamo andati a giocare contro l’Imolese e come loro dovevamo vincere a tutti i costi. Con la penalizzazione magari sarebbe bastato un pareggio. Avere l’obbligo di ottenere un solo risultato incide, mentalmente e sul lavoro durante la settimana“.

Rammarico. E Bacci abbraccia chi, come il San Donato, è arrivato a giocarsi la permanenza nella categoria nelle ultime giornate. “Penso anche al Montevarchi, che aveva lo scontro diretto in classifica con l’Imolese. Con la penalizzazione, magari avrebbe giocato al massimo gli ultimi dieci minuti contro l’Alessandria, dato che sarebbe stato in ballo per non retrocedere direttamente. Sono fattori che vanno ad influire sulle piccole società che rispettano tutti gli adempimenti“.

Foto: Claudio Brenna

Bacci: “Abbiamo lavorato al massimo. Non voglio perdere questa categoria”

Una macchina grossa con i freni piccoli non l’ho mai vista, ma neanche una macchina piccola con i freni grossi“. Andrea Bacci è schietto, toscano. Pochi giri di parole: il campionato sarebbe potuto finire diversamente. E le sentenze a palla ferma hanno avuto la loro influenza. Il San Donato ha vissuto per la prima volta il campo dei professionisti. Adesso non vuole più lasciarlo, costi quel che costi. “Siamo una squadretta, certo. Non abbiamo una rosa da svariati milioni che a dicembre ha già 50 punti ed è salva. Abbiamo lavorato con il massimo delle nostre potenzialità. Io sono attaccato con tutta la forza a questa categoria, la tengo stretta e non la voglio perdere, e mi dispiace magari vedere squadre che hanno problemi molto più grandi dei nostri riuscire a salvarsi ogni anno”.

Credit: San Donato Tavarnelle

“Avremmo potuto evitare questi playout. Voglio tenermi la C”

Stadio costruito per la Serie C, centro sportivo nuovo e investimenti. Il San Donato Tavarnelle ha posto le basi per poter lasciare il segno. Ma manca ancora l’ultima parola. Quella del campo. “Abbiamo fatto lo stadio e un centro sportivo nuovo per vivere al meglio questa categoria. Me la voglio tenere. Ho fatto tutto quello che dovevo fare. In Serie C ho visto un’organizzazione perfetta quest’anno, ma c’è del rammarico. Vado a giocarmi un playout quando forse avrei potuto evitarlo. Queste cose non dovrebbero succedere

Ma facciamo un passo indietro. Settembre si avvicina. Firme, documenti, scadenze. Poi, il fischio d’inizio. Tutto si ferma. Contro il Rimini i toscani hanno vissuto la loro prima partita nel calcio dei professionisti. “Quando ad inizio stagione arrivò il primo fischio d’inizio, mi commossi. Arrivare a giocare la Serie C fu difficile tra scadenze, iscrizioni, stadio. Quando fischiò l’arbitro fu una liberazione. Con il passare delle partite mi sono reso conto che questa categoria possiamo viverla e non voglio lasciarla. La società è unita con la squadra. Vogliamo portare più gente possibile a Montevarchi, dove giocheremo, per far sentire il calore ai ragazzi. Dobbiamo lottare con tutto quello che abbiamo“. Crescita e consapevolezza. Sette mesi dopo il San Donato Tavarnelle ha respirato i campi dei professionisti. Andrea Bacci è schietto, toscano. Pochi giri di parole: adesso non vuole più lasciarli.

A cura di Jacopo Morelli

Redazione

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