Dalla Seconda Categoria alla Serie C. Luce: “Sangiuliano, non ci credeva nessuno… Ora C siamo”
“Nella mia famiglia nessuno è nato con la camicia, ciò che abbiamo è stato guadagnato con lavoro e sacrificio”. Il Sangiuliano City Nova è in Serie C per la prima volta nella sua storia, vincendo il girone B di Serie D. Grazie al successo sul Franciacorta per 1-5, i gialloverdi hanno centrato l’obiettivo con ben 4 giornate d’anticipo. Una promozione storica, per certi versi incredibile, pensando al fatto che nel 2017 la squadra si trovava in Seconda Categoria. Un percorso importante, a far da guida Andrea Luce, presidente del club, intervenuto ai microfoni de LaCasadiC.com per raccontare questo sogno portato a termine con tanti sacrifici.
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Un sogno che si avvera. Dalla Seconda Categoria alla Serie C. Presidente, di strada ne ha fatta tanta in poco tempo. Dove vuole arrivare questo Sangiuliano City Nova?
“Voleva arrivare dove è ora. Non credo ci sia di meglio per il Sangiuliano. Vorrei avere un settore giovanile importante, alla pari della prima squadra. Credo che a livello agonistico il mio sogno sia andato ben oltre, non sognando, ma lavorando e sacrificando tanto del privato per raggiungere questo obiettivo. Grazie a tutti i miei collaboratori. Ad un mister ed uno Staff incredibile, ai mie giocatori, prima di tutto grandi uomini”.
Come lo descriverebbe il mondo Sangiuliano City Nova?
“È un mondo che viene su dalle ceneri di una vecchia società. Quando si dice il Sangiuliano ha fatto la scalata dalla Seconda Categoria al professionismo, ci sarebbe da raccontare molto di più. Non avevamo un centro sportivo, avevamo una squadra retrocessa dalla prima categoria senza giocatori. 11 bambini nel settore giovanile che erano i figli degli amici. Avevo una Juniores fatta di 3 giocatori extracomunitari che non potevano nemmeno giocare. Questa era la situazione nel 2017/18. Io non sapevo dove sbattere la testa. Grazie a chi ci ha creduto dall’inizio, siamo arrivati fin qui. È un’impresa sportiva che si base su una forte imprenditorialità. Della famiglia Luce, nessuno è nato con la camicia. Mio padre lavorava nei forni. Abbiamo portato avanti un progetto con passione e attenzione per il sociale”.
Classe 1982, così giovane ma con tanto lavoro già alle spalle. Cosa l’ha spinta a non mollare?
“Erano le persone che non credevano in me a darmi il motivo per andare avanti. Io avevo preso un impegno. Riuscimmo subito ad andare in Prima Categoria, nonostante cercarono di distruggerci in tutti i modi. Quello fu il motivo principale. In quell’anno avvicinai anche mio padre, non voleva avere niente a che fare con questo mondo. Vincemmo anche la Juniores, facemmo 3 squadre giovanili. L’anno dopo poi abbiamo avuto una rivoluzione vera e propria. Lì ho capito che potevo andare avanti, mio padre mi iniziò a seguire e iniziammo questa scalata. La passione e l’attaccamento delle persone che volevano stare con me mi ha dato la forza. Il comune si è avvicinato a noi, le persone attorno a me mi hanno dato una grande mano. E mio padre ha dichiarato di voler portare il San Giuliano in Serie D. Gli feci la promessa che ci avrei messo tutto me stesso”.
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Sono le 16.49 del 27 aprile 2022. Il Sangiuliano City Nova è in Serie C. Quale è stato il primo pensiero?
“A pensarci mi viene ancora da piangere. Ho pensato ai sacrifici fatti. Io sono partito da un campo di patate, che in un certo momento ci hanno anche tolto. Ho pensato a tutto quello che ho vissuto anche nella passata stagione, con un grande danno morale che mi era stato fatto. Volevo chiudere col mondo del calcio. Ma avevo dato la parola al Mister e l’ho mantenuta. Sono state un mix di emozioni che non sono riuscito a controllare. Un grazie va anche alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli nati in questi 5 anni. È una sensazione incredibile”.
C’è qualche dedica speciale per questa promozione?
“Va a tutte le persone che sono partite con me dalla Seconda Categoria fino ad oggi. Da chi lavora in segreteria al direttore sportivo, da chi lavora al campo ai magazzinieri. Tutte le persone che hanno fatto parte di questa incredibile storia. Sono loro che mi hanno dato la possibilità di realizzare tutto questo. Soprattutto il grazie va a mio padre, senza di lui non ci sarebbe stata la possibilità di avvicinarsi a questa impresa. Ho realizzato quelle che erano le sue volontà”.
Quali sono i progetti per il futuro?
“Vogliamo organizzare una stagione al meglio in Lega Pro. Dando parola alla nostra passione. Se devo fare una confessione: a me non piace partecipare. Sono abbastanza competitivo, ma mantengo sempre i piedi per terra senza mai fare il passo più lungo della gambe. L’obiettivo ora è il settore giovanile, un’organizzazione sportiva importante nel nostro territorio e, per la Lega Pro, raggiungere la salvezza il prima possibile per poi provare a vivere un sogno”.
Qual è il sogno di Andrea Luce?
“Adesso mi godo quello che stiamo vivendo. Credo che non sia più il tempo di sognare, ora serve lavorare. È quello il nostro marchio di fabbrica. Il mio sogno è quello di avere uno stadio per accogliere più persone possibili che ci stiano accanto. La nostra problematica è stata soprattutto questa. Voglio avere uno stadio nostro, per come ce lo abbiamo in mente io e mio padre”.