Sangiuliano City, Pascali si racconta: “Coppa di Scozia o promozione in C? Non ho dubbi sulla scelta”
Dopo la prima puntata di giovedì 27 novembre, che ha visto come ospite l’attaccante del Vicenza Franco “El Loco” Ferrari, La Casa Di C torna su twitch col secondo appuntamento settimanale dedicato al campionato di Lega Pro 2022/23. Sul canale di Gianluca Di Marzio (GDM_live) a cura del network di gianlucadimarzio.com, nella puntata di giovedì 3 novembre, il secondo ospite d’eccezione è stato Manuel Pascali. Il difensore del Sangiuliano, con oltre 200 presenze in Serie C ed un passato anche in Scozia, si è raccontato ai nostri microfoni tra aneddoti, retroscena e varie curiosità.
Sangiuliano, Pascali: “Prima volta ai rigori, ho avuto tanta ansia”
Manuel Pascali ha esordito parlando del match di Coppa vinto contro il Piacenza, soffermandosi anche sul momento attuale: “Oggi è stata la prima volta in cui sono andato ai rigori. Ho avuto tanta ansia e avessi dovuto calciare io, avrei incrociato. Poi però ci hanno pensato gli altri. Un’altra soluzione poteva essere lo scavino. Sto molto bene comunque e penso sia il sogno di tutti giocare di fianco a casa perchè sono nato e cresciuto qui vicino, a San Donato, paese limitrofo. Ho tanti amici tra l’altro che hanno giocato qui in Promozione a Sangiuliano. Giocare a 1 kilometro da casa, qui a Sangiuliano è molto bello, ma star fuori a 41 anni è dura. La parte difficile è stare sul pezzo sempre però, sapendo di non giocare. E’ una sfida personale che fa parte di un percorso. Vivo il calcio in una maniera diversa”.
Il difensore ci ha anche parlato del suo ruolo da capitano all’interno dello spogliatoio: “Quando non si gioca il peso è diverso, ma si ottiene più rispetto vestendo questi panni. Magari non si è protagonisti la domenica nei 90 minuti, ma lo si è facendo sentire la propria presenza e la propria voce durante la settimana. Questa è una cosa che ho realizzato quando ero in Scozia. Mi piace pensare che anche quando non gioco, gioco comunque. Si deve riuscire a fare la propria parte anche quando si è infortunati o squalificati. Io sono molto preciso e ordinato, mi dà fastidio se lo spogliatoio è in disordine. Uno che ama il suo lavoro non può permettersi di non essere ordinato. Sono uno molto precisino, mi piace vedere le cose fatte bene. Ogni tanto io ci scherzo anche. La mia attenzione è sempre rivolta al calcio. Non ho tempo per altre cose. Così, anche quando studiavo, chiedevo aiuto a Klausur schreiben lassen“.
Sangiuliano, Pascali: “Abbiamo 15 punti ora, ma ne potevamo fare di più”
Pascali ha poi sottolineato l’importanza della fascia di capitano, parlando anche del rendimento della sua squadra nelle ultime uscite: “Una delle cose che mi capitò di sentire da giocatori più esperti quando venni scelto come capitano, fu che venni scelto per quello che ero. La fascia non mi dà un potere, spesso sono stato spalla di capitani. Ad esempio a Cittadella c’era un capitano storico come Iori. Non ho mai alzato le mani, secondo me feriscono più le parole. Preferisco pungolare un compagno stuzzicandolo a parole più che andare a muso duro. Nel 98/99 qualche capitano, qualcuno al muro lo appendeva. Io però ho sempre detto che voglio essere autorevole e le parole dette nel modo giusto e coi toni giusti, fanno più male dei gesti”.
Il giocatore gialloverde si lascia andare sia sul momento del Sangiuliano, che parlando di fantacalcio: “Le 3 sconfitte di fila non mi stanno bene. Il campionato è difficile e se fai un errore ti puniscono. Devi farne pochi e, se li fai, devi avere compagni che li tappano. E’ vero, abbiamo perso con Vicenza, Padova e FeralpiSalò, ma potevamo far punti con tutte e 3. Abbiamo 15 punti ora, ma ne potevamo fare di più. Ho sempre uno spirito competitivo, anche in una semplice partita. Al fantacalcio mi sta salvando Zaccagni. L’asta l’ho fatta alle 9 di sera, noi eravamo tutti allenati, vecchi, stanchi e forse arrivati agli attaccanti io e gli altri ci siamo arrivati male”.
Sangiuliano, Pascali: “Ho iniziato in telecronaca in un Inter-Genoa dello scorso anno, da lì mi sono buttato”
Manuel Pascali racconta come è nata l’opportunità di fare il telecronista, un’altra passione a cui tiene molto anche in vista del futuro: “E’ bello perché c’è stata questa opportunità grazie a Iori, che fa da spalla nel commento tecnico per Helbiz, serviva qualcuno e non trovavano nessuno che padroneggiasse la lingua inglese, perciò hanno fatto il mio nome ed è nata la cosa. C’era un Inter-Genoa dell’anno scorso e mi sono buttato. Non ho avuto paura di far figure e ho ripreso l’inglese di 10 anni fa. Se fai le cose con passione la gente apprezza. E’ partita così ed è andata bene. Adesso è un anno mezzo che lo faccio e c’è anche Helbiz. E’ una cosa bella che prima non avrei mai fatto. Quando inizi a progettare un futuro, devi preparare qualche strada. Quella del telecronista è una di queste. E’ un’opportunità. Devi vincere e devi competere, per portare a casa soldi e risultati”.
Tra i giocatori che ha affrontato o con cui ha giocato insieme, Pascali sofferma poi l’attenzione su Serbouti e Varnier: “Nell’uno contro uno dico Serbouti, un 2000 che è molto forte e tosto. Mentre per quanto riguarda la velocità, dico Camigliano, aveva una buona gamba. Come tecnica invece vado su Dermaku. Ciccio Cosenza e Marco Varnier infine, sono due che mi hanno impressionato. Col primo, ci ho giocato contro oggi e ha una grande stazza. Il secondo, ha una grande intelligenza tattica. Quando arrivò a 18 anni, aveva già delle letture clamorose, riusciva a leggere situazioni come se avesse davanti a sé già 500 partite”.
Sangiuliano, Pascali: “Scozia Paese straordinario, ci andai dopo aver fatto i playoff a Foligno con Parolo e Cacciatore”
Il giocatore del Sangiuliano svela anche come è nata l’idea di giocare in Scozia con il Kilmarnock: “E’ stata un’opportunità nata per caso, grazie a Salvatori. Lui gioco agli Hearts e in quegli anni mi chiamò, uscì il mio nome. Sono andato in prova da solo in macchina a Lucca, senza sapere chi fossero e che squadra fosse. Quell’anno avevo fatto i playoff con Bisoli col Foligno e c’erano anche Parolo e Cacciatore. Mi dissero che mi avrebbero fatto sapere, poi mi hanno richiamato per andare lì in Scozia e mi pagai il volo. Io parlavo un inglese scolastico, loro parlavano scozzese. Sono andato in prova ad Edimburgo e da lì è iniziata l’avventura. Son stato bene, se no 7 anni non ci sarei stato. La Scozia è un Paese straordinario, ti aspetti che siano sulle proprie, invece sono un popolo straordinario che vive di passioni, calcio e golf su tutte. Non ho avuto alcun problema poi a concedere tempo ai tifosi per una foto, non mi costava nulla”.
Poi sui tifosi: “Loro sono rispettosi, così come durante le partite quando perdi. Vivono visceralmente il calcio per il club e per la nazionale. Un Italia-Scozia a Bari, vennero in 22 mila con soli 10 mila biglietti, il resto andò in giro sul lungomare e per la città. E’ capitato che quando uscivo il sabato sera, trovavo tifosi che mi offrivano da bere e mi chiedevano perché non bevevo con i miei compagni. Una volta beccai due persone sia in aeroporto a Edimburgo, che in treno nello scompartimento. Arrivai poi a Glasgow, e li vidi spuntare nella mia carrozza. Scendo dalla carrozza, mi sento toccare alle spalle, mi giro e mi fanno: “Tu sei Manuel, siamo tifosi del Kilmarnock” E volevano solo una foto”.
Sagiuliano, Pascali e la promozione: “Se mi portate in Serie C, faccio un altro anno”
Pascali racconta le sue due vittorie ottenute in Scozia e con la maglia del Sangiuliano nella scorsa stagione: “Tra la vittoria della Coppa di Scozia con il Kilmarnock contro il Celtic e la promozione con il Sangiuliano in C, scelgo tutta la vita la seconda. Sono state due emozioni diverse e imparagonabili. Una è arrivata alla fine, dove dissi ai miei compagni: “Se mi portate in Serie C di nuovo, faccio un altro anno”. Ed è stato così, un’ennesima sfida per stare anche un po’ vicino alla mia famiglia. L’altra è stata altrettanto bella. Una serie di circostanze, col karma che ha fatto il suo percorso. Era il 2012 ed erano 4 anni che ero lì in Scozia. Giocai il derby e vincemmo 1-0 ai supplementari, andando in finale contro il Celtic. Si presentò davanti a me l’opportunità di giocare nella League Two inglese, ma ero capitano, mi aspettava una finale storica e dissi al mio allenatore che non se ne sarebbe fatto nulla”.
L’aneddoto sulla BBC e la voglia di restare accanto alla squadra: “Non me la son sentita di lasciare. Il 18 febbraio di quell’anno poi, durante una rifinitura, mi son rotto il perone. I tempi di recupero erano tanti, minimo un mese. Potevo tornarmene a casa, stare in famiglia con mia moglie incinta, ho mandato mia moglie a casa e io sono rimasto. Tutti i giorni ero là, in finale vincemmo contro il Celtic che veniva da 10 vittorie di fila. Secondo me lì, l’ho giocata comunque insieme ai miei compagni. La BBC mi chiese di fare la telecronaca di quel match guadagnando tanti soldi. Ma dissi di no per stare coi miei compagni, poi è andata bene. Ho alzato la Coppa con le stampelle. Si trattò del primo trofeo per il Kilmarnock”.
A cura di Antonio Palladino.