Ormai lo sappiamo, i giovani nel calcio ricoprono un ruolo fondamentale. La carriera di un giocatore inizia a gettare solide fondamenta proprio nell’età tra l’adolescenza e la maturità. Nel calcio, tale affermazione, non può che essere più azzeccata. Di fatto, l’esperienza si acquisisce con il tempo, prima di arrivare al calcio che conta. E un’occasione del genere non può che nascere proprio dalle seconde squadre. Un tema da sempre presente ai bordi delle scrivanie delle figure competenti, che a oggi sta trovando lo spazio che merita. L’esempio lampante è l’Atalanta, con l’adesione al progetto che è a un passo dal concretizzarsi. Il discorso, dunque, proprio nelle ultime settimane, sta iniziando a prendere una forma sempre più definita.
La capofila del tema seconde squadre non può che essere la Juventus Next Gen. L’investimento della società bianconera, in questa stagione, ha dimostrato tutti i validi motivi per intraprendere questo percorso. Dalla formazione di Brambilla sono emersi numerosi talenti che hanno varcato la soglia della Serie A. Un valore visibile agli occhi di tutti, che non è sfuggito neanche al presidente della Lega Pro Matteo Marani. Il numero uno della Serie C ha espresso tutta la sua approvazione ai nostri microfoni proprio lo scorso 22 aprile: “Esiste il criterio del ripescaggio. Quest’anno vedrà prima le seconde squadre una della lega nazionale dilettanti e poi una della Lega Pro. Poi a ricominciare, ovviamente, con questo criterio. Sono sempre stato favorevole, ma se vogliamo che sia una riforma ampia bisogna essere d’accordo”. E il presidente della FIGC Gabriele Gravina, in occasione del Consiglio Federale, ha puntato i fari su questo tema: “Le considerazioni sono positive, ma servono assemblee e i tempi sono lunghi”.
L’adesione al progetto delle seconde squadre passa soprattutto dai costi e dalle strutture necessarie. Non proprio una passeggiata, ma comunque un investimento sull’aspetto più prezioso del calcio: i giovani. La freschezza e la vivacità sono le caratteristiche che in questo sport possono fare una grande differenza. A questo ci ha pensato anche Urbano Cairo, presidente del Torino, che proprio in questa settimana non ha escluso il progetto dal tavolo delle opportunità parlando così all’evento Milano Football Week, organizzato da La Gazzetta dello Sport: “Ci stiamo pensando. Si tratta di un’opportunità interessante. Per farlo bisogna avere delle strutture, stadio e campi che adesso non abbiamo. Ma che potremmo avere la prossima stagione”. Nulla ancora di concreto, ma che tiene vive le speranze verso un progetto che potrebbe rivoluzionare il calcio italiano. L’Atalanta ci crede e per fare in modo che questa possibilità si realizzi c’è bisogno di dar conto a un unico fattore. Di fatto, la società bergamasca potrà adempiere all’iscrizione solo nel momento in cui qualche squadra dovesse ritirarsi.
Ancora nulla di concreto, ma il focus delle ultime settimane su questo tema lo indirizza verso la giusta strada.
A cura di Ylenia Cucciniello
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