Tre espulsi in tredici minuti, sette ammoniti ed ospiti che vincono la partita con otto giocatori in campo al triplice fischio. No, non è la cronaca di una partita di Fifa, è semplicemente Legnago-Seregno, una vera e propria battaglia. E come le favole ci insegnano, ogni battaglia ha bisogno di un cavaliere che la risolva. E la sfida valida per la tredicesima giornata del girone A di Serie C l’ha trovato in Martino Borghese.
Anche se svizzero di nascita, il calcio lo porta fin da giovane in Italia. Si fa le ossa in due dei migliori settori giovanili del nostro calcio; Inter fino agli Allievi e Genoa fino alla Serie B. Quei rossoblù che, appena risaliti dalla C1, fecero il doppio salto e vennero promossi nella massima serie insieme a Juventus e Napoli. In quella stagione Martino avrà su tutti un allenatore come Gian Piero Gasperini, ma anche dei compagni del calibro di Criscito e Di Vaio.
Un inizio di carriera niente male che prosegue sempre in Serie C con le maglie della Viterbese, del Pescara e dell’Alghero. La svolta arriva nella stagione 2010-2011, quando con la maglia del Gubbio ottiene la sua seconda promozione, ma questa volta da assoluto protagonista. Nonostante sia un centrale puro, in quel campionato segna 6 gol diventando uno dei difensori più prolifici tra i professionisti. E in quella stagione sulla panchina umbra sedeva Vincenzo Torrente, attuale allenatore proprio degli egubini.
Da quel momento per il classe ’87 si apriranno le porte della B; Bari prima, Pro Vercelli e Spezia poi. Nell’ultima stagione troverà anche lo spazio di tornare in patria per giocare con il Lugano nella Serie B svizzera (arriva secondo sfiorando la terza promozione). Dopo sei mesi tra i monti svizzeri, rifà i bagagli e torna in Italia per vestire la maglia del Varese e poi quella del Como.
Borghese torna in Serie C con il Livorno dove alla seconda stagione centra ancora una volta la promozione in cadetteria. Nonostante ciò, Martino fa una scelta un po’ ambigua, ma di grande coraggio. Decide di rimettersi in gioco ripartendo dalla Serie D. Già alla prima stagione tra i dilettanti fa faville: riporta il Como in Serie C e diventa uno dei migliori goleador della squadra con otto gol (record stagionale nella sua carriera).
Ancora una volta però, dopo la risalita nei professionisti, Borghese rimane nei dilettanti e sposa la causa del Seregno. Si nota subito un certo feeling con il progetto, d’altronde le ambizioni erano ben chiare, e chi meglio di lui per realizzarle. Dal suo arrivo, servono appena due stagioni per rivedere i brianzoli in Serie C dopo trentanove anni di assenza. Questa volta però il mondo professionista se lo vuole rigodere tutto e a 34 anni vive una seconda giovinezza.
Dopo un giro all’interno della vita del nostro cavaliere, torniamo quindi al punto di partenza. Borghese non ha mai perso il vizio del gol, e in Legnago-Seregno l’ha dimostrato con la rete decisiva. Anche se fino a quel momento sembrava solo il preludio ad una gara di amministrazione per gli uomini di Mariani. Eppure, dopo il gol di Gomez, nel secondo tempo si scatena il putiferio con un profondo rosso degno del miglior Dario Argento. Ma Borghese non ha indietreggiato di un millimetro fino al novantesimo più recupero. E allora chapeau cavaliere.
A cura di Filippo Rocchi
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