La gara di sabato 30 ottobre tra Bari e Catanzaro non sarà una partita qualunque. Ambizioni, passioni e intrecci rappresentano il cuore della sfida al vertice del girone C, in cui si sfideranno le prime due della classe. I biancorossi e i calabresi stanno rispettando quelle che erano le aspettative alla vigilia del campionato, proseguendo in una stagione che vedrà il primo crocevia importante andare in scena proprio al San Nicola. In quei novanta minuti, però, sono racchiuse tante storie personali, come quella di Mattia Maita, centrocampista 27enne del Bari con un lungo trascorso a Catanzaro.
Lasciare il segno. Per molti calciatori, la carriera professionale è tutta racchiusa in questo: marcare la propria impronta nelle principali tappe del proprio percorso. Maita è del 1994 e ha ancora davanti a sé una lunga strada, ma ciò che ha seminato fin qui ha già dato i propri frutti, anche a Catanzaro.
160 presenze, 6 gol e 6 assist nelle quattro stagioni e mezzo in giallorosso. Fedeltà e leadership: è a Catanzaro che il centrocampista messinese ha mosso i primi passi nel calcio dei grandi, agendo da perno del centrocampo giallorosso. Poi, sul finire della stagione 2017/18, gli è stata data anche la fascia da capitano, mai più tolta fino al passaggio in biancorosso nel gennaio del 2020.
Tanti gli allenatori avuti in Calabria, da Somma a Grassadonia, ma quello probabilmente più rilevante nel suo percorso è stato Gaetano Auteri, con cui tre anni fa il Catanzaro sfiorò la promozione in Serie B, classificandosi al terzo posto. Due strade destinate ad intrecciarsi nuovamente, perché proprio la scorsa stagione l’attuale numero 4 biancorosso ha ritrovato il suo mentore a Bari. Un’annata deludente per i pugliesi, ma non è un caso se proprio Maita è stato tra i pochi a tenere a galla la sua nave.
Adesso, però, il passato è alle spalle. Il romantico trascorso di Maita a Catanzaro non potrà influenzare la gara del Bari, che vuole continuare a mantenere la vetta del campionato. Farlo contro l’armata di Calabro, a quattro punti di margine, non sarà facile, ma i biancorossi hanno dalla loro parte un giocatore imprescindibile per gli equilibri della squadra.
Se l’anno scorso Maita era un elemento importante dei pugliesi, quest’anno è il vero uomo chiave dello scacchiere di Mignani. Lo testimoniano i numeri: 3 assist, 1 gol ma soprattutto 977 minuti in campo. Sempre presente da titolare e sostituito solo in due occasioni per gli ultimi minuti, praticamente inamovibile. D’altronde, è il giocatore di movimento più impiegato dall’allenatore del Bari. Prima da mezz’ala, poi, con l’infortunio di Di Gennaro, è scalato a vertice basso, adempiendo a compiti da regista come se fosse il suo ruolo naturale.
Contro la sua vecchia squadra, Maita potrebbe finalmente riprendersi la zona destra del centrocampo, nel caso in cui Di Gennaro dovesse tornare da titolare. A prescindere dal ruolo, però, il numero 4 biancorosso resta un leader dei biancorossi. Da Bari a Catanzaro, città lontane e percorsi diversi, ma la storia non cambia: Maita è ancora l’imperativo della sua squadra.
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