La Serie C incontra l’arte. Stifanic: “Siamo stati i primi a realizzare questo tipo di contenuti”
Arte, calcio e tecnologia: chi pensa che questi tre mondi sono diametralmente opposti deve ricredersi dopo l’avvento dei primi Nft nel mondo calcistico che portano la firma della Lega Pro. Infatti in occasione delle Final Four dei playoff di Serie C, sono state lanciate quattro opere dedicate alle quattro squadre arrivate al penultimo atto della post season (ovvero Catanzaro, Feralpisalò, Padova e Palermo). L’autrice di questi contenuti è Cristina Stifanic e l’abbiamo intervistata.
La Serie C tra tecnologia e arte
Un palcoscenico insolito quello della Serie C per l’artista. “Di solito il mio target è quello dei collezionisti d’arte. Questo è la prima volta che entro nel mondo del calcio anche se ho già fatto ritratti di calciatori. Mi definisco un’artista digitale, ho lavorato come manager e dopo 8 anni ho pensato che mi stavo perdendo qualche cosa della vita e che quella non era la mia vocazione. Quando ho iniziato con l’arte digitale, dopo aver provato la pittura tradizionale, il mercato non era ancora pronto alla collezione di opere digitali. Ho anticipato forse tropo i tempi e mi è toccato aspettare circa 20 anni“.
Com’è nata la partnership con la Lega Pro?
“Marcel Vulpis è un appassionato d’arte e mi aveva conosciuto nelle gallerie milanesi e aveva acquistato altre mie opere. Sono passati tanti anni e si è ricordato che avevo questo background digitale e qualche settimana fa ci siamo sentiti. Mi ha detto che non avevamo tanto tempo, infatti ho fatto tutto in quattro giorni lavorando giorno e notte. Il progetto ha racchiuso più menti tra quelli che si occupano di tecnologia, di arte e di calcio”.
Seguiva già il calcio e la Serie C?
“Il calcio lo seguo solo ai Mondiali, per il resto dichiaro la mia totale ignoranza [ride]. Non essendo un’intenditrice ho cercato di prendere la questione da un altro punto di vista lavorando sui simboli, non quelli del calcio ma quelli del territorio. Dato che è questo che contraddistingue la Serie C dalla A, l’attaccamento al territorio e alla loro cultura. Avendo visitato tutte e quattro le città e mi sono ricordata di quei colori e dei profumi. Ho chiamato questa serie “Le ragazze del cuore” dove le ragazze rappresentano un alter ego delle squadre e delle città. La squadra la scegli da quando sei piccolo e le sei fedele per tutta la vita, come appunto la tua ragazza del cuore“.
Ci saranno altri progetti in futuro?
“La Lega Pro si è lanciata fortemente in questo mondo della tecnologia per cui immagino di si. Al momento stiamo cercando di capire se questa iniziativa effettivamente piace, se possiamo migliorare e come fare le prossime. Nessun’altro ha fatto questo tipo di iniziativa e stiamo imparando anche noi. Abbiamo questo primato tra gli italiani, la tecnologia l’abbiamo importata dagli Stati Uniti, ma i primi contenuti calcistici come questi siamo stati i primi a realizzarli.
Ha ancora più valore perchè tendenzialmente c’è un gap di genere, come nel mondo del lavoro tra donne e uomini c’è nel mondo dell’arte. E noi artiste paghiamo questa barriera. Il fatto che la Lega Pro abbia scelto un’artista rende questo progetto ancora più potente. Li ringrazio ancora per aver avuto sensibilità sul tema dell’arte femminile. Sto ricevendo attraverso i social molti complimenti da parte delle donne tifose che si sono immedesimate in queste figure femminili e lo hanno interpretato come un omaggio a loro. Il bello dell’arte è che ognuno la legge e la interpreta a modo proprio”.