Nonostante sia una fucina di giovani talenti, la Serie C vanta un elevato numero di giocatori che hanno calcato campi importanti a livello nazionale. Uno di questi è Daniele Paponi, attaccante classe 1988 del Bari con un lungo passato in Serie A alle spalle. Il 22 ottobre non può che essere una giornata importante per lui, celebrata anche sul suo profilo Instagram con una storia: 16 anni fa, infatti, il bomber anconetano faceva il suo esordio nella massima serie italiana con la maglia del Parma.
“16 anni fa una data che non potrò mai dimenticare. La realizzazione di un sogno”. Già, perché non potrebbe essere altrimenti per un ragazzo che vive di calcio e si ritrova improvvisamente su un campo di Serie A. Ancora oggi, con tanti anni di una carriera importante alle spalle, Paponi ricorda quel momento con nostalgia. Ma come sono andate le cose in quel Fiorentina-Parma?
Se da una parte l’attuale attaccante del Bari ricorda con gioia quella giornata, lo stesso non si può dire per i tifosi gialloblù. Minuto 53, un ragazzino diciassettenne si toglie la pettorina per fare il suo ingresso in campo sul risultato di 3-0 per la Fiorentina, già andata in gol nel primo tempo con la doppietta di Luca Toni e Stefano Fiore. Mario Beretta, allenatore del Parma, prova la mossa della svolta: fuori Zlatko Dedic, dentro Daniele Paponi con il numero 35 sulle spalle. Dopo 7 minuti, però, arriva il colpo del KO a cura di Toni, che mette a segno la tripletta. A nulla servirà pochi minuti dopo la rete gialloblù di Vince Grella per il definitivo 4-1, che sancirà così un esordio negativo in Serie A per l’attaccante classe 1988.
Dopo 44 presenze in Serie A e 345 da professionista, con 71 gol segnati, Paponi è voluto ripartire dalla Serie C ancora una volta. Le ultime esperienze con Padova e Piacenza; adesso Bari, una delle piazze più ambiziose della categoria. Un solo gol stagionale per lui fin qui e tanta concorrenza davanti, con nomi del calibro di Antenucci e Marras.
Ma per Paponi non importa la panchina: “Il Bari conta più dei miei gol. Ho sentito Polito l’ultimo giorno di mercato e mi ha detto che mi voleva per quello che potevo dare nello spogliatoio”. Esperienza, carisma, leadership, sicurezza e l’abilità di farsi trovare sempre pronto, come accaduto a Messina. Cosa volere di più da un giocatore così? Dal 35 all’88: 16 anni dopo, cambiano i numeri dietro la maglia, ma la voglia di realizzare i sogni è la stessa di quel primo giorno, nell’esordio in Serie A contro la Fiorentina.
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