Liguria. Navigatori. Spedizioni in mare e tradizioni mercantili. Comandanti e condottieri. Cultura e folclore. Storie di viaggi e peripezie. Dalle Cinque Terre al Golfo del Tigullio dove spicca il pittoresco comune di Sestri Levante. Oggi a brillare non è l’acqua cristallina del Mar Ligure, ma il verde del prato di un campo da calcio. E il merito è del capitano del maestoso veliero denominato: U.S. Sestri Levante. Lui è Massimiliano Pane. “Corsaro” classe 1992 divenuto capitano. Fondamentale e indispensabile. Sempre. Nei sabbiosi fondali dell’Eccellenza come nelle dolci acque del calcio professionistico. Essenziale, duttile e goleador. Solca le onde della Lega Pro con una consapevolezza tale da sfoderare prestazioni impeccabili. Anche contro squadroni come il Cesena di Toscano. Suo il primo gol dei liguri nell’arena dell’Orogel Stadium.
Fondamentale. Non esiste aggettivo migliore per descrivere chi è Massimiliano Pane. Lui, la certezza del Sestri Levante. Passa il tempo, ma le caratteristiche rimangono. Una lievitazione lunga e continua. L’ultima dimostrazione la fornisce la prestazione del ragazzo nell’ottava giornata di campionato. Contro la favoritissima Cesena. In quell’Orogel Stadium che incute pressione a chiunque si presenti sul suo prato. Impassibile e insuperabile lì dov’è il suo habitat: in difesa. A respingere gli attacchi di bomber Corazza e compagni. Difensore centrale per vocazione, spesso dirottato terzino. Flessibilità. Spirito di sacrificio e dedizione alla causa. Così Massimiliano Pane conquista la fiducia di una piazza intera. Sicuro come il luccichio del mare ogni mattina, fresco come la brezza che soffia dolce e accarezza i fiori della Riviera Ligure. Concretezza e devozione per la maglia rossoblù. Che, oggi, dopo aver solcato tutti i fondali più insidiosi delle categorie dilettanti sfoggia con orgoglio come una bandiera. Sulla prua della sua nave che porta il Sestri in Lega Pro dopo oltre settant’anni. Lui, che a bordo di quel veliero c’è da dieci anni.
Ogni domenica prende il timone, aizza le vele e indica la rotta. Massimiliano Pane. Non un semplice corsaro. Un capitano. Il vessillo del Sestri Levante. E da condottiero ne sente le responsabilità. Riconosce quando è il momento di caricarsi la “ciurma” sulle spalle. La tempesta è imprevedibile. Serve anticiparla. E quindi comanda alla difesa di stringersi. Di marcare a uomo e di non farsi intimorire. E se il vento avversario risulta indomabile sarà lui a stringere le cinghie, tirare le funi e cavalcare l’onda. Come? Segnando gol decisivi. Come accade contro il Cesena (LEGGI QUI). A difensore risponde difensore. Prima Ciofi poi lui: il capitano dei rossoblù. Le reti: inseparabili compagne di navigazione fra le insidie della Serie D e oggi della Serie C. 29 reti con il Sestri. Cifra imprevedibile se accostata a un centrale di difesa. Qualche anno fa l’avrebbero chiamato il “libero”. Sì, libero di fare ciò che ama direbbe Massimiliano. Giocare a calcio. Per sé, ma soprattutto per la squadra.
Un diario di bordo lungo, ricco di peripezie e ostacoli sempre superati grazie al suo atteggiamento. Umile. Fatto di attesa. Come il “Pane”. Pochi ingredienti. Tanta passione nutrita dal piacere dello sperimentare. Un viaggio che vede il mare come filo conduttore. Dal Golfo di Napoli, dove stanziano le origini di una famiglia emigrata al nord fino al Golfo del Tigullio dove oggi si tramanda una toccante storia di sport e di passione. Massimiliano Pane e il calcio. Un rapporto ricco di emozioni. Nella sua banalità racchiude sentimenti e ricordi. Quelli della gioia di un bimbo che aspetta il rientro a casa del padre dopo giornate intere di lavoro. Milano per il piccolo Massimiliano è come New York.
La trepidazione e l’adrenalina nel rivedere papà rientrare trova la sua massima manifestazione nel sorriso e nel luccichio degli occhi del ragazzo quando tocca con mano la maglia più bella. Quella del Milan. Quei colori. Quante fantasie. Quanti stimoli. Quelli che porteranno il centrale ligure alla scelta decisiva. Giocare a calcio. Tifoso rossonero fin dall’infanzia per i regali di papà. Eppure. Niente Maldini o Nesta, Costacurta o Thiago Silva, Stam o Panucci, Zambrotta o Theo Hernandez. La spinta nella scelta del ruolo da interpretare ha un solo nome: Giorgio Chiellini. La bussola di un viaggio che porta Massimiliano davanti all’area di rigore. Con la porta alle spalle e un senso del dovere di difenderla che cresce di giorno in giorno. Fin dagli esordi con la squadra della sua città. Chiavari.
Massimiliano salpa alla volta di lidi sconosciuti con la consapevolezza di trovarsi su un’imbarcazione sicura. Che potrà dargli tutto ciò di cui ha bisogno. Dal “comandante” Andrea Scotto che gli regala la consapevolezza e l’autostima che lo contraddistingueranno nel suo percorso. Una crescita rapida e precisa quella di Pane nel settore giovanile della Virtus Entella. Che lo porterà nel vortice della prima squadra. Ma saprà domarlo con grande intelligenza. Nel segno dell’umiltà e della riconoscenza per i suoi compagni di viaggio. Alcuni presto battezzati come “maestri”. Modelli. Fonte di ispirazione. Francesco Zampano sull’albero maestro a segnare la rotta per non incorrere in ostacoli. Viaggiare. Fare esperienze per trovare la propria destinazione. Professionista sempre. Anche nell’imbarazzo di festeggiare il primo gol in Serie C proprio a quell‘Entella che è la sua storia.
Questo è ciò che fa Massimiliano Pane. Fino a Sestri Levante. Dove arriva nel 2014 e dove getterà la sua ancora. Oggi ancora ben salda sul fondale della Riviera di Levante. Dove tra colline a strapiombo sul mare e suggestivi borghi che spuntano dalle alte scogliere porta tutta la sua esperienza al servizio del suo equipaggio. Sempre assistito da “nostromo” il gol. Come dimostra l’impronosticabile pareggio in Romagna. Nel “mare in burrasca” dello stadio Dino Manuzzi. Il porto dal quale salpare per il viaggio più importante: la salvezza del Sestri Levante. Massimiliano Pane: umile “corsaro” divenuto capitano.
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