Un loro scatto è diventato subito l’immagine simbolo del dramma siriano, ma per entrambi è pronta una nuova vita a Siena.
Mustafà al-Nazzal, bambino di cinque anni nato senza arti per colpa di un bombardamento aereo in Siria, e suo padre Munzir, al quale è stata amputata la gamba destra, protagonisti dello scatto “Hardship of Life” che ha fatto il giro del mondo diventando immagine simbolo del dramma siriano, sono da ieri sera, 21 gennaio, in Italia. La famiglia al completo, con mamma Zeynep e le due sorelline al seguito, è sbarcata al “Leonardo da Vinci” con un volo di linea da Istanbul. Ad attenderli alcuni delegati del Sipa. La città di Siena, in una gara di solidarietà, ha deciso di adottarli decidendo di dar loro una nuova vita. Impegno costante anche da parte dell’Arcidiocesi e del cardinale Augusto Paolo Lojudice, così come la Caritas: “Appena arrivano li incontrerò – ha detto Lojudice – spero di essere il primo a incontrarli. La Chiesa li accoglie e in questo caso mi sento di rappresentarla”. Pronto il messaggio social da parte del calcio Siena: “Benvenuti. Il piccolo Mustafa ed il babbo Munzir sono arrivati in Italia. Nuova vita a Siena. E c’è anche un po’ di Robur in questa bellissima storia di solidarietà. Cari Mustafa e Munzir appena possibile vi aspettiamo allo stadio a tifare i colori bianconeri”.
Una foto, quella del bimbo Mustafa e del babbo senza arti, in cui c’è anche un po’ di Robur Siena. Infatti, al centro dell’iniziativa di solidarietà che renderà possibile al piccolo di poter realizzare il sogno di camminare c’è il Responsabile sanitario bianconero, Andrea Causarano: “Quella foto – ha detto il dottore – mi ha colpito e ho voluto dare il mio semplice contributo di medico. Conoscendo il Centro specialistico di Budrio, anche perché lì vicino ho fatto il servizio militare, ho preso il telefono ed ho chiamato il centralino. Da lì sono stato poi richiamato dall’ufficio stampa fino ad arrivare ai vertici dell’Azienda a cui ho spiegato nel dettaglio la situazione. E’ iniziato così l’iter che, grazie anche ad una raccolta fondi del Sipa, permetterà al bambino e al babbo di recarsi in Italia per ricevere le visite mediche necessarie e quindi procedere con il trattamento più adatto di protesi” “Una vicenda che mi ha fatto riflettere tantissimo e sono contento di aver dato il mio contributo”, ha concluso. E ora aspettano Mustafa allo stadio.
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