La bellezza (del percorso) di Silvio Baldini
Rivincita? No. Rivalsa? Macché! La sua fede non conosce sentimenti di questo tipo. Non c’è spazio per il nero. “Perché percorso è anche il deserto”. Amen, Silvio Baldini. Una liturgia di emozioni, sincere, a tal punto da far scalpore nel mondo dei preconcetti e delle maschere.
Quante te ne hanno messe addosso, caro Silvio? Cinquecento, forse mille. Perché questo mondo gira così, schizofrenico nel giudizio. Se non sei come (ti dicono che…) devi essere, allora sei un matto. Da emarginare, evitare, da mettergli il campanello addosso come gli appestati nel medioevo.
Un mondo folle, quello si. Da premiar (non) chi deve essere premiato, ma chi fa più comodo premiare. “Per dare il buon esempio…”. Ma poi tanto il percorso… li aspettiamo sempre lì! Dopo sei lunghi, inspiegabili anni senza panchina. Carrara, la scelta di allenare gratis. E anche lì, ti pareva, una fiocina di sapientoni, “ve lo dice a voi che allena gratis…”.
Anche se non fosse? I risultati più importanti della storia recente della Carrarese, un sogno spezzato solo all’ultima tornata playoff al San Nicola di Bari due anni fa. Percorso, punto.
A capo, Palermo. L’epilogo più bello, quello più giusto. Una striscia da record. Vittorie, vittorie, vittorie. Solo vittorie. Una squadra sepolta dalla paura. Resuscitata dal demiurgo. Il demiurgo delle emozioni. Degli occhi lucidi, delle parole dal balcone, della dedica della vittoria alla moglie Paola. Il demiurgo di un mondo più umano. Che ci lascia (incredibilmente) stupiti. Che, per una santa volta, ci fa apprezzare l’arte (e la necessità) di essere noi stessi.
Grazie Silvio,
Oltre i colori si, ci hai davvero fatto innamorare del percorso.
A cura di Lorenzo Buconi