Se due mesi fa avessero detto a un tifoso dell’Imolese che il 20 marzo la sua squadra si sarebbe trovata a tre punti dalla salvezza diretta, molto probabilmente avrebbe fatto molta fatica a crederci. E invece, dopo la vittoria contro il Montevarchi – la terza consecutiva – questo scenario è realtà. Gran parte del merito è, sicuramente, di Simone Simeri. L’attaccante napoletano è arrivato a Imola nel mercato di riparazione e dal suo arrivo a gennaio è andato a segno per ben sei volte. Ai nostri microfoni Simeri si racconta, iniziando proprio dal suo momento. “A Imola ho ritrovato la serenità che avevo perso andando via da Bari. Avevo perso consapevolezza nei miei mezzi e la fiducia del gruppo. Fortunatamente venendo a Imola ho ritrovato tutte queste componenti, e io sono tornato a fare quello che ho sempre fatto. Fare gol“.
Da qui in poi Simone inizia a parlare più nel dettaglio della sua avventura in Emilia-Romagna: “Quando sono arrivato c’era un’aria molto negativa. Non riuscivamo a dare il nostro meglio in campo. Poi negli ultimi due mesi sono cambiate un po’ di cose”. La svolta, dice Simeri, è nella partita contro l’Olbia. “La scintilla in campo è arrivata a Olbia, tre settimane fa. Dopo quella scintilla abbiamo iniziato a macinare punti. A fine primo tempo perdevamo 1-0. Con quel risultato eravamo retrocessi, perché il Montevarchi vinceva. Nel secondo tempo abbiamo dato un segnale importante al campionato (rimontando e vincendo 2-1, ndr). Poi con l’Ancona abbiamo vinto al 96°, ieri abbiamo vinto con il Montevarchi lo scontro diretto. Diciamo che questi nove punti hanno dato un segnale importante al campionato”. Nove punti in tre partite, undici nelle ultime cinque. Ora la salvezza è obiettivo concreto e finalmente si respira ottimismo.
Ottimismo che sembrava essere sparito dopo la prima parte di stagione a Monopoli: “Ho scelto Monopoli perché per me era un’occasione importante. Mi permetteva di non allontanarmi da Bari. Mio figlio era appena nato, ho comprato casa a Bari. Per me, quindi, in quel momento era l’ideale. Sono andato a Monopoli con tutta la convinzione possibile e immaginabile”. Però qualcosa non ha funzionato: “Poi una volta arrivato lì, venendo da Bari sia come città sia come società, ho trovato un abisso in tutto. Robe che in Lega Pro, fortunatamente, non ho mai visto. A primo impatto non mi sono trovato bene. E non mi sono trovato neanche con il gruppo. Purtroppo, è uno dei gruppi peggiori che abbia mai trovato da quando gioco a calcio. Tutte queste problematiche non mi hanno fatto esprimere al meglio. Per questo sono venuto a Imola. Nonostante le mille difficoltà, la forza che mi ha dato questo gruppo e la fiducia di allenatore e società mi ha fatto ritrovare me stesso”.
Leggi Simeri e leggi Bari: quattro anni per lui con la maglia biancorossa, dalla Serie D alla promozione in Serie B. “Io con il Bari ho un legame viscerale. A Bari ho fatto i quattro anni più importanti della mia carriera. Ho vinto due campionati lì. Con Bari e con il Bari ho un rapporto bellissimo. Tutt’oggi i tifosi mi scrivono, continuo a sentirmi con i miei compagni, da quelli del primo anno a quelli dell’ultimo. È come se giocassi ancora a Bari da questo punto di vista. Sono il loro primo tifoso. Spero che quest’anno possa finire in modo positivo, ma già quello che stanno facendo è qualcosa di inimmaginabile. Io non me l’aspettavo, sono sincero. Ero e sono un loro tifoso. E lo sarò per sempre”.
E su Cheddira, suo compagno di squadra lo scorso anno: “È migliorato sotto tutti i punti di vista, sia caratteriali, sia in campo, sia come tiene la palla, sia come si muove. Ovviamente la fiducia di un allenatore e di una piazza ti aiuta tantissimo, perché la fiducia per un giocatore è la base nel calcio. Per quello che ho visto l’anno scorso di Cheddira non mi aspettavo un exploit del genere. Non mi aspettavo che facesse 20 gol in una stagione. Poi è stato fortunato con il tempismo perché il Mondiale si è giocato a novembre e non in estate, è stato aiutato tantissimo anche a livello mediatico: ora Cheddira sta spiccando il volo e sono contento per lui perché se lo merita”.
In chiusura, Simeri ricorda Vivarini, allenatore del Catanzaro dei record e che Simone ha avuto a Bari nella stagione 2019/20: “Con Vivarini mi sono sentito ieri, gli ho scritto per congratularmi della vittoria del campionato. Per me è stato un allenatore fondamentale. Lui mi ha insegnato come giocare a calcio. Prima che arrivasse lui ero un po’ acerbo sotto tanti punti di vista. È arrivato lui e mi ha preso sotto la sua ala, mi ha dato una grossa mano”. Dentro e fuori dal campo. “Oltre a essere allenatore in campo, per me è stato padre anche fuori. Mi ha dato una mano sotto tanti punti di vista, anche caratteriali. E io gli sarò grato per sempre. È una persona squisita e un allenatore fortissimo e merita quello che ha fatto quest’anno. L’anno con Vivarini è stato il mio ultimo anno dove mi sono sentito giocatore a tutti gli effetti, sia da parte di un allenatore sia da parte di un gruppo, e qui a Imola mi sto trovando così come mi sto trovando sotto la guida di Vivarini”.
A cura di Domenico Giuliani
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