In un mondo senza pace, falcidiato prima dal Covid e ora dal conflitto Russia-Ucraina, c’è chi in Serie C, cerca di portare vicinanza ad un popolo che soffre. E’ il caso della FeralpiSalò. In occasione della sfida contro la Triestina, la società lombarda ha deciso di “modicare” il cognome di uno dei suoi giocatori simbolo. Parliamo di Simone Guerra, diventato per l’occasione Simone No Guerra. Uno slogan importante, semplice ma ricco di significati. “Quando mi hanno chiesto il consenso di modificare il cognome, non ci ho pensato due volte. Serviva dare un messaggio. Era un bel momento per mandare il nostro sostegno”. Una serata da incorniciare, con la Feralpi che vince 3-0. A segnare una doppietta ci pensa proprio lui, Simone No Guerra. “Ci stanno facendo le spese persone che non c’entrano nulla, è qualcosa di brutto e assurdo”. Racconta ai microfoni de LaCasadiC.com.
Una vita in Serie C. Ma gli inizi di Simone Guerra partono da Piacenza, dai gradoni del Garilli: “L’amore per il calcio è nato quando il mio papà mi portava a vedere il Piacenza in Serie A”. Il ragazzo ha talento e le giovanili della squadra della sua città non se lo lasciano scappare. “Ho fatto tutta la trafila con loro, fino all’esordio in prima squadra”. L’allenatore dei grandi è Stefano Pioli, un giovane alle prime esperienze in panchina. “Mi colpì per la gestione del gruppo, avevo capito che potesse diventare un grande allenatore”. Il Piacenza riesce anche a raggiungere la salvezza in Serie B in quella stagione. “Era una squadra piena di grandi calciatori, ma lui aveva cura di tutti”. Un’esperienza niente male per cominciare: “Ne ho apprezzato il modo in cui si approccia al giocatore. Cerca di tenere i rapporti costanti, si immedesima nel suo gruppo. Grazie ai suoi consigli ho capito anche io come approcciarmi agli allenatori”.
Spezia, Virtus Entella, Benevento, Matera, Venezia, Vicenza. Simone Guerra ha girato l’Italia in lungo e in largo: “Sono stato in piazze importanti e tutte mi hanno lasciato qualcosa”. Qualche campo più caldo e pressioni in più: “Il sud mi ha fatto crescere come uomo. Stavo lontano da casa e andavo in stadi caldissimi. Porto tutto dentro di me”. Poi nel 2015 arriva la chiamata della FeralpiSalò: “Avevo solo bisogno che qualcuno mi facesse sentire importante”. Responsabilizzazione e maturazione. “Ho fatto 20 gol al secondo anno, per me questa è la società più importante. Mi sono sentito più maturo e più sicuro”.
“Abbiamo un finale di stagione importante. Dobbiamo continuare a fare cose buone”. L’ambiente FeralpiSalò, tanto lavoro nel corso degli anni, tante ambizioni di diventare grandi. “Qui lavorano tutti alla grande. Sono ambiziosi, ti lasciano lavorare ma serve fare bene”. E nel tempo libero: “Mi divido tra famiglia e amici, guardo tanto il Padel”. Il ritratto di Simone No Guerra, da bomber a simbolo di un’iniziativa per il bene del mondo.
A complimentarsi per il gesto anche il numero uno della Lega Pro Francesco Ghirelli. Il presidente, fresco di nomina a vicepresidente della FIGC, si è espresso così: “Grazie Simone! Un gesto di una semplicità tale da renderlo indelebile”.
A cura di Francesco Marra Cutrupi
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