Tra le tante sorprese che quest’anno ci sta regalando la Serie C, spicca quella proveniente dal Girone C, precisamente da Torre Del Greco. Stiamo parlando della Turris di Bruno Caneo, che in questi primi mesi di campionato oltre ad aver sorpreso portandosi al quarto posto in classifica a -1 dal Palermo secondo ha oramai anche ereditato la nomea di “ammazzagrandi”.
La squadra campana ha iniziato la stagione con una campagna acquisti degna di nota. Tra le tante firme spiccano i nomi di Santaniello, Leonetti, Perina etc. Oltre i tanti nomi di spessore, lo staff del presidente Colantonio è riuscita a portare in rosa anche molti giovani di prospettiva. Su tutti, Pavone, Ghislandi, Manzi. Senza però toccare la spina dorsale della squadra: calciatori come Giannone, Lorenzini, Tascone, Franco, Esempio. Tutti elementi presenti già dalla stagione scorsa o dai tempi della Serie D, come gli ultimi due. Il mercato estivo ha fatto dunque ben sperare ai tifosi che, dopo un primo anno di ‘sofferenza’ in C, ora possono vedere in campo i progressi della squadra.
La stagione però non è partita nel migliore dei modi. Dopo un buon pareggio a Taranto, sono arrivate due sconfitte, contro Monopoli e Picerno all’Amerigo Liguori, intervallate dall’exploit di Foggia. La sconfitta col Picerno poi ha fatto infuriare parte della tifoseria locale che allora ha anche chiesto le dimissioni del tecnico Caneo. L’allenatore, e i suoi calciatori, però hanno saputo mantenere la calma e chiudersi come in una bolla per concentrarsi al massimo e soprattutto rispondere sul campo.
L’occasione del riscatto è arrivata la domenica dopo, a Vibo Valentia. La Turris ha dominato e sorpreso, ed è tornata a casa dalla Calabria con una netta vittoria per 1-4. E’ stata questa la scintilla che ha cambiato la stagione dei campani. Sono arrivati successivamente i successi anche contro Catania e Latina. Poi un nuovo stop ma a Bari (4-2); una gara in cui la Turris non ha comunque sfigurato per il gioco espresso ed è uscita dal San Nicola con la consapevolezza di poter dire la sua nel girone. La giornata successiva il Liguori si è riempito: è arrivato il Palermo, caduto sotto i colpi di Santaniello, Leonetti e Pavone. Un netto 3-0 per riprendere la marcia.
Dopo la vittoria con il Palermo, è arrivato il Campobasso a Torre Del Greco. Nell’infrasettimanale il pubblico ha risposto nuovamente presente. La partita si è aperta con una prodezza di Luca Giannone che ha fatto esplodere i tifosi di casa. Ma è un’altalena di emozioni perché poi ecco arrivare la doccia gelata: gli ospiti tra il primo e il secondo tempo rimontano ed è ko per 2-3. La domenica successiva è arrivata un’altra clamorosa battuta d’arresto, ad Andria contro l’ultima in classifica. A deciderla è stato un gol di Venturini da oltre 35 metri, in un pomeriggio dove si è vista una delle Turris più brutte di questa stagione.
Caneo è stato nuovamente criticato ma, come nel post Picerno, è riuscito ancora a tenere alta la concentrazione dei suoi. Soprattutto perché stava arrivando il derby contro la Juve Stabia.
Quel sabato rimarrà nella memoria di molti tifosi: un secco 2-0 e il suo capitano, Luca Giannone che diventa “Re” di Torre del Greco, con una doppietta. Il morale risale e arrivano altre due vittorie, prima col Monterosi per 2-3. E poi quella contro il Catanzaro che ha confermato il trend da “ammazzagrandi” della Turris.
Il modulo è il 3-4-3, lo stesso del mentore di Caneo Giampiero Gasperini. Ai lati del centrale Lorenzini, Esempio e Manzi garantiscono una buona copertura dietro e qualità in fase di spinta. A centrocampo le chiavi del gioco sono affidate a Daniele Franco, che con la sua classe sta incantando il girone. Al suo fianco c’è Tascone, che ha piena libertà di spinta offensiva, diventando un vero attaccante aggiunto all’esigenza. Sulle fasce spazio all’esperto Varutti (ex Modena) e la promessa bergamasca Davide Ghislandi, azzurrino dell’Under 20.
In attacco, a supporto della punta Santaniello, ci sono Leonetti e Giannone. I due furetti hanno la possibilità di svariare continuamente su tutto il fronte offensivo, diventando difficilmente marcabili per i difensori. A conferma di ciò, ci sono i numeri, sono nove i gol per il capitano, mentre sei per l’ex Matelica. Per Santaniello invece c’è tanto sacrificio: è l’uomo su cui la squadra basa il gioco, è molto dinamico e spesso scende sulla linea mediana per raccogliere la palla e creare spazi ai due trequartisti. Il gol non manca nemmeno a lui (3 finora) così come gli applausi che il suo pubblico gli regala ogni domenica.
A cura di Michele Massa
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