Spal, Fusco si presenta: “Qui ho grandi responsabilità. Tutti dovremo essere ambiziosi”
Accompagnato dal presidente Joe Tacopina, si è presentato nella giornata d’oggi, sabato 24 giugno, il nuovo Direttore dell’Area Tecnica della Spal Filippo Fusco. Napoletano di nascita e classe ’69, Fusco è anche laureato in Giurisprudenza. Inizia la sua carriera nel calcio nel 1999 divenendo coordinatore tecnico del Napoli. Dopo l’esperienza partenopea, troviamo anche il Benevento e svariate esperienze da intermediario di mercato tra la nostra penisola e quella iberica.
Fusco: “Essere alla Spal una grande responsabilità”
“Ringrazio il presidente per le belle parole nei miei confronti, iniziare il lavoro in un nuovo club è sempre una responsabilità e lo è ancora di più in una realtà come la SPAL, un Club storico ed importante. Dalla serietà di quello che facciamo dipende l’umore di tante persone ed il bello del calcio è proprio questo, il fatto che si tratta di un’emozione condivisa. Abbiamo l’obbligo di fare le cose nel miglior modo possibile ed in maniera seria e trasmettere questo senso di responsabilità anche ai calciatori che verranno qui, i quali devono arrivare sentendo profondamente questo impegno. Sono qui per mettere a disposizione la mia professionalità ed esperienza, sono contento di trovare Joe Tacopina, perché ha un entusiasmo contagioso per tutti, è una persona straordinaria ed è mio compito riuscire a fare mio questo suo entusiasmo e trasmetterlo a tutte le persone che lavorano insieme a noi. Da solo nessuno può fare nulla, c’è bisogno di tutti, sempre nel rispetto dei ruoli, nell’interesse superiore del bene della Società”.
Fusco: “Parlerò con tutti i giocatori per capire chi è motivato”
“Il responsabile di tutte le decisioni tecniche sono io, sempre dopo essermi confrontato con tutti i collaboratori che mi affiancheranno. Emanuele – Righi, nuovo ds Spal, ndr – è un mio collaboratore ed è un direttore sportivo che ha già fatto bene in questa categoria a Mantova, oltre ad essere stato vicino a me a Bologna e soprattutto a Verona. Oggi i titoli sono secondari ormai rispetto ai ruoli, ma Emanuele è una persona che gode della mia totale fiducia ed ha qualità tecniche ed umane importanti. Le retrocessioni spesso lasciano delle scorie profonde e può accadere che alcuni giocatori non accettino la categoria perché si sentono demotivati. Parlerò con tutti i calciatori per capire chi è veramente motivato e chi resta solo per onorare un contratto. Qui abbiamo, inoltre, la fortuna di poter contare su un grande settore giovanile e l’obiettivo è quello di valorizzare al massimo le potenzialità che ci sono. Dobbiamo essere bravi a creare le condizioni affinché i calciatori possano essere valorizzati con i tempi e i modi giusti, senza bruciare nessuno”.
“Dovremo essere ambiziosi, ma senza creare illusioni”
“È normale che tutti vorremmo vincere ogni partita, ma riuscirci non è facile e per questo dovremo guardare partita per partita, poi ci sarà un momento in cui tireremo una linea e vedremo dove saremo arrivati. È chiaro che dovremo essere ambiziosi, ma sempre con equilibrio rispetto al metodo adottato, per far sì che alle parole seguano i fatti. Ovviamente davanti a noi ci sono anche gli avversari, ma anche questa è la bellezza dello sport. L’obiettivo è quello di fare le cose in maniera seria ed ambiziosa, ma senza creare illusioni nei confronti di nessuno. La cosa certa è che tutti lotteremo fino alla fine al massimo delle nostre possibilità per un obiettivo ambizioso e poi vedremo quello che succederà, quello che è certo è che nessuno deve arrivare qui per accontentarsi”.
“L’allenatore dovrà essere coraggioso quanto me e Tacopina”
“Lo stesso vale per l’allenatore, perché io voglio una guida tecnica che non si accontenti e che sia ambiziosa quanto lo sono io e quanto lo è il presidente. Desidero un allenatore che sia coraggioso e che non abbia paura di far giocare un ragazzo del 2004 o del 2005 se lo merita, un allenatore che abbia la capacità di capire i momenti e che, soprattutto, sappia gestire i possibili momenti di difficoltà che nel corso di una stagione così lunga è normale possano presentarsi. La capacità di un allenatore, al pari di un dirigente e di tutto l’ambiente, deve essere quella di saper ammortizzare anche i colpi negativi e trovare nelle difficoltà spunti per migliorare e per crescere. Anche la squadra dovrà essere coraggiosa, propositiva ed avere sempre voglia di vincere, poi sappiamo che il campionato è una maratona non uno sprint e, quindi, bisogna fare le cose con costanza e maturità. Il calcio è emozione, ma non bisogna farsi condizionare dai sentimenti – ha concluso il responsabile dell’area tecnica – ed io nel costruire la squadra devo capire la reale motivazioni dei calciatori che possono essere interessati a giocare in biancazzurro. Ma il punto fondamentale sono i valori, tecnici e morali, ed il senso di appartenenza che chiunque venga a giocare qui deve sentire. Qua si dice “andare alla SPAL” ed è un messaggio bellissimo perché mostra un senso di appartenenza assoluto da parte della tifoseria con la propria squadra e vorrei che anche i giocatori che verranno dicano la stessa cosa.”