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Un passato in C-omune: quella volta che Spalletti e Allegri si affrontarono da calciatori in Lega Pro

Spalletti contro Allegri. Napoli, contro Juventus. È soltanto l’ultima pagina di una storia cominciata tempo fa. Alle ore 20:45 inizierà il duello che varrà, forse, un pezzo di scudetto. Serie A, palcoscenici grossi. Ma in molti, non sanno che questi due signori di gavetta ne hanno fatta, e tanta. Sia da giocatori che da allenatori. Vi chiederete, cosa lega due dei più grandi allenatori del nostro calcio alla Serie C? Moltissimo, in realtà. Solo che bisogna fare un bel tuffo nel passato. Ma, in fondo, è ciò che ci piace fare. La Lega Pro, a legare indissolubilmente l’allenatore nato a Livorno, e quello di Certaldo. Un filo conduttore che li ha sempre tenuti collegati. Sintonizzati, sulla stessa linea d’onda. Due signori, fatti della stessa pasta.

Spalletti e Allegri, quella partita di 36 anni fa in Serie C

“Due uomini e una…Serie C”. Alle ore 20:45 Spalletti e Allegri si troveranno uno di fronte all’altro. Con giacca e cravatta il primo, in tuta il secondo. Una bella passeggiata in fondo al tunnel e poi la consueta stretta di mano prima del fischio d’inizio. Ed è qui, che forse i due fermeranno il tempo. In uno sguardo, in un attimo, che sembrerà un vita. E ricorderanno di quando entrambi si sfidarono in Serie C. Era il 1987 e in campo c’erano Livorno e Spezia. Passo felpato per l’attuale allenatore della Juventus, più dinamico il “napoletano”. Entrambi centrocampisti: più circoscritto uno, più totale l’altro. Grinta: ciò che li accomunava.

Vinse lo Spezia grazie ad un gol di Teresio. E Allegri non disputò una delle sue migliori partite. Braccato, pressato, pochi palloni giocati con pulizia. E Luciano, invece, macinò chilometri. La solita partita di sostanza, come gli piaceva fare. Una prestazione sufficiente, nonostante la marcatura a uomo di Dal Canto, come informa “il Tirreno”. Fu l’ultima volta che i due allenatori si incrociarono da giocatori. 36 anni fa, un vita. Proprio in quella Serie C che era (ed è) grande fabbrica di talenti. All’Ardezza di Livorno (non si chiamava ancora ‘Armando Picchi’). Un gioco strano del destino, una storia da raccontare.

La Serie C da sempre: in campo e su una panchina

Eppure, la Serie C ha fatto parte eccome delle loro vite. Non è stata soltanto una partita, di certo, a legare Spalletti e Allegri nel bellissimo mondo della Lega Pro. Da giocatori iniziarono infatti entrambi dalla Terza Serie. Dal Livorno il primo (Serie C1), dall’Entella Bacezza (Serie C2) il secondo. Nel 1990, il livornese passò poi al Pavia sempre in Serie C1. E poi il Pescara, ma questa volta in B, quando fu Pierpaolo Marino a notarlo. L’allenatore di Certaldo, invece, dopo essere stato allenato da Ventura, si trasferì allo Spezia con cui raggiunse una salvezza alla prima stagione (1986-87) e un 7° e un 3° posto nelle successive due. Ancora in C terminò la carriera, con la maglia dell’Empoli.

E quando entrambi si tolsero gli scarpini, decisero di intraprendere la carriera di allenatore. “Io lo sono per sbaglio”, ha detto scherzosamente Allegri nella conferenza pre gara. Più serio Spalletti. Lento, cadenzato, come al solito. Allo stadio ‘Maradona’ si penserà al presente, ovvio. Talmente è alta la posta in palio. Ma gli sguardi a volte valgono più di mille parole. Ancora un tuffo nel passato, magari negli attimi che precedono l’ingresso in campo delle due squadre. Forse “Max” penserà all’Aglianese, dove ha iniziato ad allenare, in Serie C. E Luciano all’Empoli, dove subentrò al posto dell’esonerato Adriano Lombardi. Per il livornese poi tante altre esperienze in Lega Pro sulle panchine di Spal, Grosseto e Sassuolo. Coi neroverdi, ottenne anche una promozione in Serie B. La stessa conquistata dal certaldese con i toscani, nella finale playoff contro il Como del 1996. Destini incrociati, un passato in comune. Spalletti e Allegri chiuderanno gli occhi, e capiranno di essere stati sempre uno di fianco all’altro.

Redazione

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