3 gol nelle ultime 3 di campionato: è tornato Samuele Spalluto. L’attaccante in forza al Gubbio, classe 2001, è una vera e propria prima punta. Arrivato in estate dalla Fiorentina, ha dovuto aspettare qualche giornata prima di esplodere e trovare continuità. Perché, oltre alla prestazione, si sa che “per un’attaccante è importante fare gol. Più ne fai, più cresci. E aumenta la fiducia”. Il suo ex compagno Dušan Vlahović è per lui un esempio da seguire, e i suoi anni in viola sono stati ricchi di successi: due trofei di Coppa Italia e il titolo di capocannoniere nell’ultima edizione del trofeo. Ha scelto la Serie C e il Gubbio per il progetto offerto, e sta tornando a splendere.
Partito dal Salento, Samuele Spalluto arrivò nelle giovanili della Fiorentina nel 2016. Con l’Under 17 iniziò a mettere in mostra doti da prima punta, diventando uno dei punti fermi di Cioffi. I suoi 5 gol in 18 presenze ne evidenziarono il potenziale e dopo due anni faticosi trovò spazio anche in Primavera, dando il meglio di sé in Coppa Italia. Per lui 6 gol in 4 presenze (capocannoniere), di cui due nella finale del 2020/2021 contro la Lazio, che regalarono il trofeo alla sua squadra. “Quella vittoria rimarrà per sempre impressa nella mia mente. Per un’attaccante vincere una coppa con doppietta personale, la terza stagionale, è qualcosa di unico, indimenticabile”.
Quel gruppo fantastico ha appena vinto anche la Supercoppa nel derby contro l’Empoli, e un po’ di quel traguardo è anche di Spalluto: “Mi sento molto compreso in questo successo. Sono contento per i ragazzi, avevo sentito diversi di loro facendogli un ‘in bocca al lupo’, anche al mister. Una bella soddisfazione sia per loro che per la società”. Tra i suoi ex compagni anche un certo Dušan Vlahović, il bomber che sta facendo sognare i tifosi della Fiorentina. “C’era molta intesa tra noi. Per me è un esempio sia calcistico che umano, perché ti insegna tanto. Da lui ho soprattutto preso la fame di arrivare e la voglia di migliorarsi sempre”.
Ora la storia d’amore con i viola è temporaneamente sospesa. L’attaccante, terminata la scorsa stagione nel migliore dei modi, è approdato in prestito al Gubbio, che ha bruciato la folta schiera di concorrenti. “Ho sposato questo progetto perché mi sono sentito più coinvolto, credevo facesse al caso mio. Sapevo che qui avrei potuto fare bene e crescere, e non ci ho pensato due volte”.
Un’ambiente accogliente e l’intesa con staff e compagni: gli ingredienti fondamentali per la ricetta del successo. “Mi sono subito sentito in famiglia, sono molto contento di aver fatto questa scelta”.
L’avvio di campionato non è stato, però, come si sarebbe aspettato. La partenza a singhiozzo, condita da panchine, pochi minuti accumulati e risultati carenti, avrebbero potuto minare la fiducia di Spalluto, ma così non è stato. Proprio in quegli episodi ha dimostrato la caratura del campione, aspettando silente che arrivasse la sua occasione. Alla decima giornata si è finalmente palesata: fa il suo ingresso il campo al minuto 79 e dopo 15’ mette in rete la palla del 4-0. Arriva il suo primo gol tra i professionisti, frutto di lavoro, sudore e pazienza. “Non ho mai pensato di mollare. Credo che i momenti di difficoltà ci siano, come nella vita, anche nel calcio. Anzi, è stato proprio quando non giocavo e facevo fatica che mi prendevo le mie responsabilità e lavoravo per migliorare”.
Il suo compagno Giovanni Formiconi lo elogiò per come si fosse giocato quell’opportunità e, augurandosi di seguire il suo esempio, avrebbe poi sfruttato al meglio i minuti concessi da Torrente. Anche lui, come Spalluto, ha poi trovato spazio e gol, ma l’attaccante con l’umiltà che lo caratterizza ha ricambiato l’ammirazione. “Apprezzo le belle parole spese nei miei confronti, ma uno dei più grandi esempi in questo spogliatoio è anche lui, e credo sia una cosa che pensiamo un po’ tutti”.
Nessuno è indispensabile, ma tutti sono utili a raggiugere un obiettivo collettivo, e farsi trovare sempre pronti è fondamentale. Samuele Spalluto sa come si fa, ma probabilmente è giunto il momento di vestire i panni dell’attore protagonista. “Ringrazio la mia famiglia e la mia ragazza per il sostegno, ma devo anche ringraziare me stesso per averci sempre creduto. Spero che qualcuno si sia ricreduto su di me, io continuo a far bene. Poi parlerà il campo”.
A cura di Lucia Arduini
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