A tutto Spinesi: ”Moro come Vlahovic, Catania sei da Serie A”
In amore, come nella vita, si dice contino più i piccoli gesti. Quelle dimostrazioni, magari inaspettate ma capaci spesso di far la differenza. E così, per illuminare il San Valentino appena trascorso dei tifosi del Catania (oltre alla successiva vittoria contro la Juve Stabia), è bastato soltanto…un selfie! “Loro erano in ritiro a Cava dei Tirreni, io vivendo a Napoli ne ho approfittato. Avevo voglia di vedere un paio di vecchi amici tra cui il direttore Pellegrino, Mariano Izco, il dottore, Pippo Franchina ed Angelo Scaltriti. Poi Maurizio ha chiamato Luca e da lì è nato tutto. Gli ho fatto i complimenti per quello che sta facendo e per essersi conquistato il futuro a Sassuolo. Ho trovato un ragazzo serio che sa quello che vuole”.
Catania, Spinesi :”Moro è il futuro”
Parole e musica, da Gionatha Spinesi a Luca Moro. Da un 24 all’altro. Passato e presente s’incontrano. Gloria e gioventù si mischiano. Risultato? 68 gol in due. Un concentrato di passione a tinte rossazzurre che, il ‘Gabbiano’, aveva già fiutato anzitempo. Come un gol a porta spalancata. “Mi presero per scemo-ci confessa divertito Spinesi- perché dopo la sfida dell’andata alla Juve Stabia dissi che aveva tutte le carte in regola per giocare anche in Serie A. Ora sono ritenuto una sorta di veggente ma non ho mai avuto dubbi: da attaccante, semplicemente, riesco a capire le caratteristiche. Si tratta di un giocatore completo, pronto. Lo si percepisce dal controllo palla, dal tiro, dal colpo di testa e da come attacca gli spazi. Fisicamente si avvicina molto a Vlahovic”. Paragoni importanti, avallati però da grande maturità fuori dal campo. “Ho visto un ragazzo educato, umile. Non credo di sbilanciarmi: sarà il futuro della Nazionale”.
La forza del gruppo
Non solo Luca Moro però. Perché a Catania, nonostante un contesto drammatico fin dall’inizio, vi è un gruppo di uomini pronto a fronteggiare ogni ostacolo. E Gionatha, dopo aver toccato da vicino la situazione, confessa orgoglioso. “Mi sono sempre esposto su questo tema. Faccio enormi complimenti ai ragazzi, a Baldini e a tutti quelli che sono rimasti. Nessuno rimarrebbe a lungo in un posto senza prendere soldi a fine mese. Senza poter fare la doccia calda a dicembre. Eppure loro sono lì, onorano la maglia, si isolano dai problemi , non si lamentano mai, credono in questo progetto. Tutti coesi, sperando di essere acquisiti da una figura seria”.
Catania, presente e futuro
Orgoglio, passione e sentimento. Qualità che però non sono ancora oggi accompagnate da certezze sul futuro (sempre più ingarbugliato dopo il fallimento, l’asta deserta e le varie penalizzazioni). “Senza le penalizzazioni il Catania sarebbe in piena zona playoff -afferma convinto Spinesi- invece la squadra per colpe non sue si ritrova ad essere invischiata anche nel discorso playout e c’è un ulteriore impegno da sobbarcarsi ma sono sicuro che tutti reagiranno nel migliore dei modi”. La domanda di un’intera città però è interamente rivolta al domani. “Con troppa carne al fuoco si rischia di fare solo fumo ed in molte società è accaduto questo, tra mille cordate ed altrettante figure. Quando invece, come in questa situazione sembra non esserci nessuno , probabilmente all’orizzonte ci potrebbe già essere movimento da parte di gente importante. Prendere il club adesso, per tutto il contesto a cui appartiene, significherebbe scavare e trovare l’oro. Non posso credere che non ci sia alcun interesse per una piazza del genere”.
Spinesi: “Quanto fatto dai tifosi va oltre”
Ottimista, ironico, passionale. Sembra quasi immune al tempo, Spinesi. Vero e proprio trascinatore. Fuori così come in campo. Un diffusore d’amore nei confronti di quella gente così vicina al suo cuore dopo 4 stagioni, una promozione in A, 117 presenze, 49 gol (terzo marcatore all-time nella storia del Catania) e tredici anni complessivi vissuti ai piedi dell’Etna. “Quello che hanno fatto e sopportato fino ad oggi i tifosi va oltre ogni discorso ed elogio. Occorre una società importante alle spalle affinché la piazza possa tornare in Serie A ma non da meteora bensì da realtà affermata. Auguro questo alla gente. Loro di pazienza ne hanno avuta tanta. Catania negli anni è stata distrutta sette volte ma è rinata altrettante”.
Il ‘Gabbiano’ cambia pelle, di colpo, fino a divenir fenice. Nella speranza che quella terra, divenuta grande anche insieme a lui possa risorgere, definitivamente, dalle ceneri incessanti.
A cura di Damiano Tucci.