Da partente a uomo derby: così Starita si è ripreso il Monopoli
L’importanza di chiamarsi Ernesto. Chissà se Starita, attaccante tuttofare del Monopoli, ha l’opera scritta da Oscar Wilde tra le sue commedie teatrali preferite. Di certo conosce l’importanza di lavorare in silenzio e di essere fedele alla causa, al contrario dei protagonisti del testo scritto a fine ‘800 per evidenziare quella cura dell’apparenza e della forma dell’alta società vittoriana. E quell’attaccamento alla causa ha pagato: passando per un’estate da possibile partente e approdando alla doppietta all’esordio in campionato, con il Taranto come vittima designata nel 4-1 del Veneziani.
Monopoli, ecco il “nuovo” Starita: il 7 non teme la concorrenza
Già, perché questo ragazzo di 26 anni nato e cresciuto a cinque minuti dallo stadio di Napoli, a segno 10 volte nella scorsa stagione – 9 nel girone di andata – ha assistito con pazienza al restyling affrontato in estate dall’attacco biancoverde: saluti con Grandolfo e Borrelli, arrivi di Simeri e Montini, ritorno in grande stile di Fella e la qualità di Rolando e Manzari e la gioventù di Corti a completare il menù. Lui, che in C era già andato in doppia cifra a Caserta, si è rimboccato le maniche: ha obbedito quando Giuseppe Laterza gli ha chiesto di dirottare in corsia nel 4-4-2 e i risultati si sono visti. Già contro il Taranto: “Devo ringraziare l’allenatore per la fiducia, mi devo sacrificare e a volte mi trovo a 60 metri dalla porta – ammetterà dopo il 4-1 al Taranto – ma l’importante è giocare. Siamo contenti soprattutto per la vittoria, è la cosa più importante, i due gol sono una ricompensa per il lavoro fatto“.
Quel viaggio partito a 14 anni
Ambizione: quella di Starita, che l’anno scorso nel girone di andata è stato vice capocannoniere dietro lo straripante Luca Moro del Catania, e del Monopoli, che riparte dopo lo stop nei quarti di finale dei playoff nazionali. Le sfide non fanno paura a questo ragazzo che ha lasciato casa a 14 anni e che tra i suoi allenatori ha avuto anche Gattuso a Pisa: “C’era la possibilità di andare via, non lo nego ma ho sentito la fiducia di presidente e staff e voglio dare sempre il massimo. Sono contento del fatto che siano arrivati giocatori di spessore, è uno stimolo in più per dare sempre tutto quello che ho. Conta correre, cercare di farsi trovare pronti e ricambiare la fiducia“. Manifesto di vita di chi ha interrotto un digiuno che durava dal 23 gennaio 2022, contro l’Avellino: il ragazzino che andava in giro tra Fuorigrotta e Vomero è diventato grande e per coltivare i suoi tanti sogni nel cassetto è disposto a tutto. Anche a giocare in fascia. Con gli stessi risultati.