Stefano Gori è un nuovo giocatore del Monza. Il portiere classe ’96 arriva in Brianza in prestito dalla Juventus per sostituire Cragno, ceduto con la stessa formula al Sassuolo. Un sogno, dunque, per un ragazzo passato anche della Lega Pro. L’obiettivo adesso è solo uno: debuttare finalmente in Serie A.
Bresciano di nascita, la carriera di Gori è partita proprio nel squadra della sua città. È un titolare inamovibile, le gioca tutte, gode di piena fiducia che, con le sue parate, dimostra di meritare. Le sue qualità non passano inosservate e il classe ’96 inizia ad attirare diverse attenzioni su di sè. Uno su tutti? Pippo Inzaghi. L’ex attaccante, al tempo allenatore del Milan, dopo averlo visto in una partita del campionato Primavera, fa di tutto per farlo acquistare. Arriva la chiamata del Milan. Una di quelle irrinunciabili e che, infatti, Gori accetta senza pensarci due volte. La prima stagione con la primavera del Milan è un successo: vince il Torneo di Viareggio, battendo in finale l’Anderlecht, e viene riscattato. In cambio al Brescia andrà Andrenacci, attuale portiere biancoblù. Gori continua a crescere. Viene portato in prima squadra, dove si allena con Diego Lopez e Abbiati. Non proprio due qualsiasi. Entrambi gli dispensano consigli e lui, ovviamente, ascolta ed impara. Ma per poter continuare il suo percorso di crescita ha bisogno di giocare. L’occasione per farlo gliela offre il Bari, in Serie B. Debutta tra i professionisti, ma, in due stagioni, gioca solo una volta. Non basta. Serve scendere di categoria per aumentare il minutaggio. Un passo indietro, per risalire. Si accasa alla Pro Piacenza dove trova, per la prima volta in carriera, continuità. Totalizza 36 presenze e contribuisce alla salvezza della squadra. A fine stagione torna a Bari, ma, la società fallisce e lui resta svincolato. Serve ripartire.
Non si arrende, si rimbocca le maniche e riparte. Arriva la chiamata del Pisa, in C. Offerta accettata. Scelta perfetta. In nerazzurro diventa subito titolare e si afferma come uno dei migliori portieri italiani della sua generazione. La sua qualità migliore? Parare i rigori: a fine stagione saranno addirittura cinque. Un’annata incredibile culminata nel migliore dei modi, con la promozione in Serie B. Resta titolare anche in cadetteria, le gioca tutte. In estate arriva la chiamata della Juve. Scoppia la pandemia e Gori, anche a causa dell’infortunio alla spalla, non gioca mai. Torna a Pisa e torna a brillare. Poi altri prestiti in B che lo portano a girare l’Italia: da Como a Perugia.
Adesso è pronto un nuovo step, un nuovo gradino da scalare. È una questione anche di rivincita personale. La voglia di prendersi la scena anche in A, cosa non riuscita ai tempi della Juve, è tanta, tantissima. Tutto pronto, la A lo aspetta
A cura di Alessandro Gonnelli
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