“Una vita da mediano”. Cantava così nella sua celebre canzone Luciano Ligabue. Testo e parole che si possono anche ricondurre a Stefano Vecchi. Da giocatore, con un passato all’Inter, fino alla panchina. Cambia il modo di confrontarsi ma non la voglia di continuare a crescere. Da calciatore ha giocato tantissimi anni tra C e D, sfiorando in diverse occasioni la Serie B. Centrocampista intelligente e arcigno, in mezzo al campo sapeva guidare i compagni. Una sorta di allenatore all’interno del rettangolo di gioco, poi le scarpe appese al chiodo e l’inizio della nuova avventura qualche metro più in là.
Una gavetta partita da lontano. Dai campi dell’Eccellenza fino ad arrivare alla doppia stagione favolosa con la FeralpiSalò chiusa con la promozione in Serie B, ritrovata dopo l’esperienza di Carpi. Nel mezzo tante opportunità, alcune meno fortunate e altre ricche di picchi importanti, come le stagioni con la Primavera dell’Inter tra trofei e prima squadra. Un condottiero in grado di mettersi in gioco e portare avanti idee e progetti, come quelli condivisi con il club verde blu. Questione di mentalità. Nel calcio come nella scherma, due sport totalmente diversi ma tanto simili nel dover utilizzare la testa nei momenti fondamentali dell’incontro. Vecchi la sua stoccata l’ha lasciata partire e ha acceso la luce verde(Blu) del display del Turina. E’ Serie B.
La storia d’amore in riva al Garda tra la FerlapiSalò e Stefano Vecchi inizia nell’estate del 2021. La società ha idee importanti da portare avanti tramite un progetto fatto di giovani e crescita. L’allenatore coi giovani ci sa fare e dalla sua ha la fiducia del club. L’obiettivo era chiaro all’interno della squadra: provare a giocarsi le proprie carte per raggiungere la Serie B. Entrare nella storia. Obiettivo raggiunto oggi (8 aprile 2023), con grande merito. Piccoli, ma con sogni grandi e la voglia di inseguirli. Una montagna da scalare quasi impossibile. Quasi. Perché il mix creato è importante e le idee anche. Dalla scrivania al campo, l’annata è favolosa se non fosse per il Sudtirol, capace di non lasciare le briciole alle inseguitrici.
Il finale recita terzo posto e ingresso ai playoff. L’outsider che fa paura. Poco chiacchierata, ma in grado di superare in serie Pescara, la favorita Reggiana salvo poi lasciare il campo al Palermo ma dando battaglia dal 1′ al 180′ nel doppio confronto. In estate la conferma di Vecchi è scontata. Inutile dire le motivazioni, quelle vanno messe in campo. La FeralpiSalò non perde tempo e nemmeno l’allenatore. La squadra si candida sin da subito a essere regina del girone A nonostante il Vicenza, il Pordenone e il Padova. La cavalcata diventa una lotta punto a punto con la Pro Sesto, fino alla stoccata decisiva. Al Turina Vecchi non sbaglia il colpo, attende il momento opportuno per sfoderare il fioretto e colpire. La FeralpiSalò può festeggiare la Serie B e con lei anche l’allenatore in grado di conquistare la promozione.
Dalla B conquista con la FeralpiSalò ai trofei con l’Inter. Per raccontare le esperienze del Vecchi allenatore dobbiamo riavvolgere il nastro fino al 2005 e schiacciare il tasto play. Campionato d’Eccellenza e la squadra il Mapello. La storia parte da qui. Da lontano. Tanta gavetta, normale in questo lavoro. Esperienze formative per arricchire il bagaglio. Le promozioni e le opportunità iniziano ad arrivare in serie. Spal, Sudtirol e Carpi, fino alla chiamata dell’Inter. Da calciatore ad allenatore. Impossibile rifiutare la chiamata nerazzurra.
Samaden gli affida la Primavera e lui riesce ad abbinare risultati e formare ragazzi per il calcio dei grandi. Un binomio non sempre scontato. Le sue capacità sono sotto gli occhi di tutti e i trofei in bacheca lo dimostrano. Due Viareggio Cup, due scudetti (unico a vincerlo sia da giocatore che da allenatore dell’Inter), una Coppa Italia e una Supercoppa. Quattro anni ricchi di successi e la possibilità di allenare la prima squadra a interim in due occasioni. Dai giovani dell’Inter al progetto FeralpiSalò: Vecchi, l’artefice della storica promozione dei Leoni del Garda.
A cura di Simone Brianti
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