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Javorcic, il Sudtirol è ai tuoi piedi: l’artefice del trionfo parla croato

Buona la prima, verrebbe da dire. Intendiamoci. Non che la promozione del Sudtirol fosse scritta da qualche parte, indi per cui raccontare di chi ha portato al successo una squadra costruita per puntare al massimo potrebbe anche risultare scontato per certi versi. Non è il caso dei biancorossi. Perché di fatto, nonostante buone annate in panchina, Ivan Javorcic era a tutti gli effetti la classica scommessa. Possibilmente da vincere, ma pur sempre una scommessa. E non per le qualità dell’uomo prima e dell’allenatore poi. D’altronde si sa, fare risultato non è mai facile, a maggior ragione se l’obiettivo è degno di nota.

Sudtirol, il gruppo prima di tutto

Ovviamente, e qui chiediamo attenzione a chi legge, il discorso iniziale non deve essere per nessun motivo catalogato alla voce “azzardo”. In casa Sudtirol, gli unici azzardi consentiti sono quelli in campo. E i risultati si sono visti. Quando il club ha deciso di affidarsi a Javorcic, sapeva benissimo che la stagione sarebbe stata di altissimo livello. A immagine e somiglianza del proprio allenatore. Perché è così che si diventa un tutt’uno. La famosa squadra. Il gruppo. Il collettivo pronto a combattere contro tutto e tutti. E il Sudtirol lo ha fatto, per lunghi tratti della stagione guardando tutti dall’alto verso il basso nel girone A. Certo, le ultime giornate qualche punto di domanda di troppo lo hanno portato, “colpa” di un Padova che si è fatto sotto con insistenza mettendo non poche pressioni a Javorcic e compagni. Senza dimenticare l’amarezza per una Coppa Italia andata in terra veneta. Battute d’arresto. Il Sudtirol ha dimostrato di esserci. Sempre.

Javorcic, bentornato in B

Ecco, quelle stesse pressioni che l’allenatore biancorosso è riuscito a spazzare via. Faccia da duro, ma chi lo conosce bene lo descrive con il più classico “è solo apparenza”. Capiamoci. Durante gli allenamenti si sgobba e non poco con lui. Chiedete a chi è stato un suo giocatore. O si guardi semplicemente ai numeri delle sue ultime stagioni. Dopo Brescia in B per una breve parentesi e Mantova, la svolta si chiama Pro Patria. Al primo anno alla guida del club arriva la promozione in Serie C e la vittoria dello scudetto di D. Finita qui? Nemmeno per sogno. Anzi, forse il meglio arriva proprio ora. Al primo anno di C, la sua Pro chiude all’ottavo posto, prima di un undicesimo piazzamento e un quinto posto nei due anni successivi. Numeri, prestazioni sul campo che non lasciano indifferenti. I primi a cogliere l’occasione sono i dirigenti del Sudtirol. I contatti. Le chiamate. L’accordo raggiunto e la firma. L’inizio di una nuova storia. “Javorcic prima scelta dal primo istante” si dirà nella conferenza stampa di presentazione dell’allenatore. Lui, questa fiducia l’ha ripagata. Riuscendo laddove in tanti hanno solo sfiorato l’impresa. Benvenuto in B Sudtirol. Un nuovo capitolo della storia con Javorcic, è pronto a essere messo nero su bianco.

A cura di Carmine Rossi

Redazione

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