Javorcic e gli scacchi: il Sudtirol ha trovato il segreto per il successo
Ivan Javorcic in questa prima parte di campionato si sta dimostrando tra gli allenatori più pronti per questa categoria. La sua stagione con il Sudtirol è davvero superlativa. Fermati soltanto dal Covid nelle ultime due giornate, gli altoatesini stanno trovando continuità di prestazioni e di vittorie, oltre ad essere la squadra imbattuta del girone A. 13 vittorie e 5 pareggi sono un segnale inequivocabile. La crescita, da una stagione all’altra del Sudtirol, è sotto gli occhi di tutti e il merito è, soprattutto, dell’allenatore croato.
Da giocatore ad allenatore: una vocazione come ‘dono di Dio’
La sua carriera da giocatore, non troppo fortunata, gli ha permesso comunque di conoscere e avere la possibilità di prendere spunto da quelli che sono stati i suoi maestri. In primis Edy Reja, che lo aveva portato dalla Croazia al Brescia. Poi la possibilità di lavorare sotto gli ordini di Mazzone e Giampaolo. Tre allenatori diversi, ma che hanno dato tanto a Javorcic. Abbandonare il calcio a trent’anni è stata una scelta difficile e iniziare a fare l’allenatore una vera e propria vocazione. Un ‘dono di Dio’, come il significato del suo nome, definito da lui stesso: “il mio habitat naturale” nel corso di un’intervista a gianlucadimarzio.com.
La sua avventura da allenatore parte da Montichiari e poi Brescia, tappa importante per lui. Prima lo scudetto con la Berretti e poi la Primavera, quest’ultima gli apre le strade della prima squadra. Un ruolo ad interim, ma gli fa capire che quello è il suo mondo. Mantova, la prima vera e propria esperienza e poi la Pro Patria in D. Prima stagione e subito promozione in C e successivamente l’ingresso ai playoff. La stoffa c’è e lo si nota in campo. Le squadre si muovono e ascoltano alla lettera i suoi dettami. Tre stagioni positive alla Pro Patria si chiudono con la risoluzione del contratto. Serve cambiare aria per trovare nuovi stimoli. L’aria arriva ed è quella di Bolzano. Una ventata fresca e importante, quella del Sudtirol. La società si affida a lui per costruire e iniziare un progetto.
La stagione a Sudtirol e gli scacchi come segreto del suo successo
“Gli scacchi. Sono un allenamento per il mio lavoro. Mi aiutano nella strategia, nel pensare prima degli altri e lavorare sugli avversari”, basta vedere giocare la sua squadra per averne la certezza. Javorcic muove le sue pedine cercando di ingabbiare le trame dei suoi avversari, costringendoli a sbattere contro il muro biancorosso. La fase difensiva è il fiore all’occhiello. Appena cinque i gol subiti, che la rendono una delle squadre migliori in Europa sotto questo punto di vista. Una squadra che non conosce paure e pericoli, capace di arrivare al risultato attraverso gioco e trame ben orchestrate. La vittoria contro il Fiorenzuola e il pareggio di Padova, nello scontro diretto, avevano messo un ulteriore punto esclamativo sulla stagione. Il titolo di campioni d’inverno e l’impossibilità di scendere in campo causa Covid. Cause di forza maggiore fermano il suo Sudtirol, ma non fermeranno mai la voglia di Javorcic di migliorarsi e di arrivare a prendersi l’obiettivo. “Guarda tutti negli occhi perché sono lo specchio dell’anima e non aver paura” insegnamento dei genitori che trova riscontro nei risultati sin qui ottenuti dall’allenatore. Javorcic paura non ne ha mai avuta e così anche la sua squadra. C’è attesa per il 2022, rivedere in campo il Sudtirol e con loro il piacere di allenare del suo condottiero.
A cura di Simone Brianti