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Il Padova giovane e dei figli d’arte: chi sono Toldo, Montrone e Beccaro, gli ultimi esordienti di Torrente

Cinquantatre anni in tre. Si chiamano tutti Andrea ma al di là del nome ciò che li accomuna è la maglia del Padova che si sta riscoprendo sempre più giovane. Beccaro e i figli d’arte Toldo e Montrone. Diciotto anni i primi due, 17 il terzo che diventerà maggiorenne il prossimo febbraio. La stagione biancorossa degli esordi li ha visti protagonisti tra campionato (Girone A di Lega Pro) e Coppa Italia Serie C: Montrone ha esordito in prima squadra nella trasferta contro il Vicenza, Beccaro ha indossato la maglia da titolare in Coppa Italia contro la Giana e in questa stessa partita (in cui il Padova ha conquistato la qualificazione agli ottavi) ha debuttato anche Toldo. Tre giovani e due cognomi noti ma l’entusiasmo delle prime volte supera il peso delle carriere dei padri.

Montrone (sinistra) e Toldo (destra). Credit Martina Cutrona

Toldo: “Non avrei mai potuto fare il portiere”

Andrea Toldo è nato nel 2005 a Milano, quando il padre Francesco difendeva i pali dell‘Inter e della Nazionale. L’ex portiere non vuole mai commentare la (giovane) carriera del figlio che ha scelto tutt’altro ruolo, l’attaccante. Il motivo? “Non sono portato per fare il portiere, troppe responsabilità. L’attaccante è la rockstar della squadra ed è sempre bello venir acclamati”. Però l’idolo resta lui, che “è sempre stato un eroe per tutti”, oltre a Lautaro per il ruolo e per la fede nerazzurra di Andrea.

Credit Martina Cutrona

“A lui non piace parlare di me e nemmeno a me piace molto parlare di mio papà. Secondo me è perché prima di essere un giocatore, un uomo, è un padre appunto e quindi vuole lasciare spazio al mio percorso sia da uomo sia da calciatore”. Una boccata d’ossigeno per chi, come Andrea, ha a che fare comunque con la porta ma quella avversaria. Anche se i consigli non mancano: “Mi confronto spesso con mio padre. Ma più che sul lato tecnico mi ricorda che l’obiettivo è divertirsi e che poi le cose se devono succedere, succedono”.

Montrone: “Il mio obiettivo è che si parli sempre più di me che di mio padre”

Anche a casa Montrone non mancano i confronti padre-figlio: “Mi dà sempre consigli tecnici e caratteriali. Il mio obiettivo però è che si parli sempre più di me e meno di lui”. In questo caso, al contrario dei Toldo, il ruolo in campo del classe 2006 Andrea è lo stesso di papà Angelo, attaccante che proprio con la maglia del Padova ha collezionato 131 presenze in carriera e 24 gol. Uno su tutti però è quello al quale anche Andrea è più legato: “Quello contro l’Ascoli. L’ho rivisto molte volte, soprattutto l’esultanza. E’ bello vedere lo stadio così pieno, spero che un giorno sia possibile rivederlo così”.

Credit Martina Cutrona

Qui più che di ruolo in campo si può parlare di vocazione: “Arriva chiaramente da mio padre che ha giocato tanti anni qui a Padova. Grazie ai suoi consigli mi è sempre piaciuto fare gol, cercare l’adrenalina del gol e voler aiutare la squadra sotto questo punto di vista”. E l’ispirazione? “E’ Lukaku. Perché sono romanista ma anche fin da prima che giocasse alla Roma. Io rispetto a lui devo migliorare ancora molto sulla tecnica e nell’aspetto caratteriale. Spesso sono molto irruento e dovrei cominciare a parlare meno con l’arbitro. Nel colpo di testa ho la mia specialità ma tecnicamente devo lavorare ancora molto”.

Beccaro, una vita a Padova: “Io qui da 10 anni, un bel percorso che mi ha portato all’esordio in prima squadra”

Esordio e maglia da titolare. La Coppa per Beccaro ha significato tanto, come un regalo inaspettato per lui che fino a qualche anno fa guardava e tifava la prima squadra dagli spalti: “Ho saputo che avrei esordito il giorno prima, durante la rifinitura. L’emozione poi è arrivata il giorno dopo, quando finalmente sono entrato in campo. E pensare che fino a qualche anno prima ero in tribuna a guardare le partite o a bordo campo a fare da raccattapalle… E’ stata un’emozione molto forte”.

Beccaro è l’Andrea che in questo tris di giovani debuttanti non ha un cognome d’arte’ ma anche suo padre ha giocato a calcio, a livello dilettantistico “e mi aiuta sempre. Al termine di ogni partita ho sempre un confronto con lui e mi appoggia in tutto. Il suo consiglio maggiore è quello di affrontare tutte le partite con cattiveria e mostrare che hai voglia di giocare e che vuoi fare la tua partita a prescindere dagli errori tecnici. Mi è molto utile averlo mio fianco”. Beccaro ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del Padova ma non ha mai smesso di ammirare il fratello maggiore Alessandro, attaccante anche lui e in qualche modo idolo da imitare. Andrea ce l’ha fatta e ora, continuando come Toldo e Montrone a fare la spola tra Primavera e prima squadra, si gode una nuova tappa di questo suo “bel percorso” a tinte biancorosse.

Guendalina Galdi

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