L’anno di Caravaca tra Sorrento e Novara: “Non è andata come speravo ma il calcio italiano è bellissimo”
Dal Barcellona alla Serie C, l’anno di Toni Caravaca tra Sorrento e Novara. Le difficoltà, il rapporto con Totti e con Argurio. L’intervista
Dalla Cantera del Barcellona alla Serie C. È stata questa la parabola di Toni Caravaca, centrocampista spagnolo classe 2004, che nella scorsa stagione ha giocato in Italia con le maglie di Sorrento e Novara.
Dopo gli anni trascorsi con molti dei giovani ora in prima squadra al Barcellona, come Gavi a Yamal, aveva scelto l’Italia anche grazie ai suoi agenti, dell’agenzia di Francesco Totti: “I primi anni ho avuto un rapporto diretto con Totti, che è venuto tante volte a Barcellona e con cui ho parlato tante volte – ha raccontato Caravaca ai microfoni de LaCasadiC.com – Abbiamo un bel rapporto con lui e i suoi compagni d’agenzia“.
Arrivato per affacciarsi per la prima volta al calcio dei grandi, le cose non sono andate come sperava: “Pensavamo che il calcio italiano potesse essere una buona opportunità, alla fine non è stato così“.
Eppure, l’Italia gli ha lasciato un ricordo positivo: “In Spagna queste tifoserie non ci sono. Io ora sono in una squadra che ha tifosi bellissimi, ma in Italia, soprattutto al sud, tutte le tifoserie sono bellissime. Noi al Sorrento giocavamo in casa a Potenza ma comunque avevamo il loro supporto. Il calcio italiano per questo è molto bello“. Italians do it better.
Caravaca tra speranze e difficoltà: “Ero in Italia per un’opportunità, la mia sfortuna è stata essere straniero”
Appena arrivato in Italia, inizialmente a Sorrento, quello di Caravaca sembrava potesse essere un profilo di massimo livello, per quello che era stato il suo percorso giovanile: “Sono stato 10 anni nel settore giovanile del Barcellona ma l’ultimo anno era l’ultimo di contratto e lo step successivo era andare a giocare con l’Under 23. Loro però non hanno fatto la scelta di farmi un nuovo contratto, così con i miei agenti, dell’agenzia di Totti, abbiamo deciso di vedere che opportunità c’erano in Italia. Quindi sono andato prima a Sorrento e poi a Novara per cercare un’altra chance“.
Eppure, queste opportunità non gli verranno mai date. Due sole presenze col Sorrento, tre col Novara: “È difficile dire perché non sia andata bene, ci sarebbero tanti motivi. Il principale problema era che il mio minutaggio non contava come minutaggio di un under 23 perché sono straniero e quindi allenatori e società preferivano dare quello spazio a un italiano. Questa situazione per me era troppo difficile, perché mi impegnavo come al solito, ma arrivavo a fine settimana e sapevo che non potevo giocare neanche 10 o 15 minuti. Questo soprattutto a Sorrento, poi a Novara la situazione da zona playout non era facilissima per un giovane“.
Tra passato e futuro: “Avevo parlato molto con Argurio. Sogno ancora una massima serie”
E così, alla fine del marcato estivo ha fatto ritorno in Spagna, salutando Novara e per l’ultima volta anche Christian Argurio, scomparso improvvisamente poche settimane dopo: “Ci avevo parlato tanto, avere questa notizia così all’improvviso mi ha fatto rimanere malissimo. Era una persona come tante altre, che lavorava e che era vicino a tutti i calciatori. Vedere che all’improvviso succede una cosa del genere è stato bruttissimo“.
Ora ha fatto rientro a Barcellona, dove gioca in quarta serie col CE Europa. Un progetto anche sociale, che sta ottenendo risultati in campo, come il passaggio del turno in Copa del Rey con l’Albacete, squadra che gioca due categorie sopra: “Questa estate il Novara mi ha detto di trovare un’altra soluzione e sono tornato a casa. La squadra in cui sono adesso lavora tanto per il paese e per il quartiere, perché di fatto è un quartiere di Barcellona. Si sente molto la tifoseria che abbiamo, che in Spagna non è normale. È una squadra che cerca di giocare bene e per la sua gente. Adesso sono infortunato, mi sono fatto male nei primi allenamenti e ne avrò ancora per un mese. La vittoria in Copa del Rey è stata comunque un premio grandioso e ho l’obiettivo di farmi trovare pronto per giocare contro una squadra della Liga“.
E nonostante le difficoltà avute, a 20 anni c’è ancora il tempo per sognare: “In Copa del Rey giocare contro certe squadre sul nostro campo sarebbe bellissimo, è come se il Napoli giocasse a Sorrento o la Juventus a Novara. Il mio sogno è arrivare in massima serie, che sia in Spagna o in un altro campionato importante. Sogno di arrivare a giocare contro il Barcellona o al Barcellona“.