Totti Day: anche la C mormora, tutte le strade portano a Roma
Il 27 settembre non sarà mai un giorno come gli altri. Basta protrarre lo sguardo verso Roma . Lì dove una bandiera giallorossa è pronta a sventolare più forte che mai, colorata e dipinta dai sogni d’impero. A reggerla, tanto per cambiare, ci pensa lui. Quel bambino nato nei pressi di Porta Metronia, divenuto uomo a colpi di classe. Ma Francesco Totti, naturalmente, rappresenta molto di più.
Totti Day, che numeri per il Capitano
Più dei 307 gol in 785 partite bagnate dalla stessa maglia.
Più delle pazze corse sotto la Sud.
Dei gol al derby di Roma (qualcuno con selfie a corredo).
Dei cucchiai destinati a far discutere.
O di quei trofei preziosi, spesso utilizzati, per sfigurarne il mito, (come se Mondiale, scudetto, Coppa Italia, Scarpa d’oro e Supercoppa fossero riconoscimenti di poco conto).
Ma cos’è che contraddistingue il campione romanista dagli altri? E soprattutto, perché ne parliamo qui?
La risposta è presto svelata.
Dietro a quel “per sempre “ lungo venticinque anni e mai intaccato nonostante le lusinghe merengues, infatti, vi sono dei volti.
Allenatori, compagni, uomini.
Privilegiati testimoni dell’ascesa del prescelto ed illustri residenti di una Casa, quella Di C, capace nel suo piccolo di ritagliarsi uno spazio nel mito.
Totti Day: quanti ammiratori in Serie C
Basti pensare a Totó Di Natale, attuale mister della Carrarese, ed indimenticato bomber dell’Udinese che contro il “Pupone” ha battagliato in lungo e in largo, conservando però, come spesso dichiarato, qualche piccolo rimpianto. “Un vero peccato non aver giocato con lui, sarebbe stata lotta a chi avrebbe segnato più gol, vergognoso non possa entrare a Trigoria, lì dovrebbero fare una statua in suo onore”. Parole che, da Dieci a Dieci, sanno ancora più di luce.
Un’altra importante traccia tottiana ci viene offerta dalla Toscana bianconera. Se guardiamo alla voce “allenatore del Siena”, infatti, troviamo proprio quell’Alberto Gilardino che, nella splendida e vittoriosa rassegna tedesca aveva presto zittito gli scettici ,circa lo stato di recupero del fuoriclasse azzurro (arrivato in Germania dopo un terribile infortunio), negando ogni qualsivoglia forma d’invidia dettata dalla concorrenza.
Ulteriore e preziosa testimonianza è quella di Stefano Guberti. Per lui, nonostante la lupa abbia rappresentato soltanto una tappa durata sei mesi della stagione 2009-2010, solo l’aver giocato col “Capitano” rappresenta, parole sue “La cosa più bella che mi sia mai accaduta nonostante non fossi pronto per quegli standard”.
Era invece, pronto eccome, spostandoci a Cesena Francesco Antonioli, portiere titolare della Roma regina d’Italia targata Capello prima, preparatore dei cavallucci col numero uno poi, con in mezzo tante squadre ed un significativo passivo, proprio contro il suo compagno ,che lo ha reso nel tempo una delle sua vittime preferite (9 gol subiti in 13 partite da avversari).
Altro elemento di quella fantastica rosa è certamente Gaetano D’Agostino (oggi alla Vibonese), il quale, dopo essere sbarcato giovanissimo all’Olimpico ,via Palermo, si ritrova ad apprendere dai più grandi, arrivando anche ad esordire in prima squadra.
Nonostante il poco tempo a disposizione e qualche rimpianto però, il pensiero non cambia di certo. “Totti é Totti, il più forte”. Quasi un refrain.
Un jingle costante e ripetuto in coro anche da Leandro Greco ed Aleandro Rosi, rispettivamente vice di Ivan Javorcic al Südtirol e capitano del Perugia.
Il 10 di Zeman oggi: Alessio Curcio
Orgoglio. Onore. Magia.
Devono più o meno essere queste le parole udite da Alessio Curcio in territorio foggiano. A pronunciarle, quasi certamente, Zdenek Zeman. L’uomo del divertimento. Della fascia al braccio. Del bastone e la carota volti a sintentizzarsi in due parole: “Stella” (quasi un vezzeggiativo simbolo del bel binomio 97-99) e “Gradoni” (probabilmente la goccia tra gli innumerevoli problemi dell’annata 12-13). Il boemo però sa sorprendere. Toccare sempre le corde giuste, nonostante il tempo che passa. “Io ed Alessio parliamo sempre di lui, è il suo idolo, con le sue qualità in costruzione può fare lo stesso ruolo”.
Tutte le strade portano a Roma
Eccola lì. L’ennesima sfida lanciata, pronta a rendere “piccolo il mondo”.
Il pallone rotola, i ricordi impazzano.
Ma per orientarsi c’è spazio abbondante.
Tanti auguri “Leggenda”.
Ovunque e dovunque, guida.
Come per un turista, il suo atlante.
Si, tutte le strade portano a Roma.
A cura di Damiano Tucci