Di nuovo a Trento dopo 22 anni, Tabbiani: “Qui c’è un modo di ragionare molto vicino al mio”
L’intervista completa a Luca Tabbiani, allenatore ex Catania e Fiorenzuola, ora al Trento: le sue dichiarazioni
Per la stagione 24/25, il Trento si è affidato a Luca Tabbiani. Uomo di calcio, che in gialloblù era già stato nella stagione 2001/2002. Ventidue anni fa non sedeva in panchina: aveva indosso le scarpe da calcio e giocava in mezzo al campo. La parentesi a Trento è stata una rampa di lancio per la sua carriera da calciatore. Negli anni a seguire, infatti, Tabbiani avrebbe vestito anche le maglie di squadre come Cremonese, Bari, Triestina, Pisa e Lecco.
Il 18 giugno 2024 è il giorno del suo ritorno al Briamasco, ma stavolta nei panni dell’allenatore. Il classe ’79 ha ritrovato un Trento reduce da una stagione partita con qualche scossone, ma che poi è culminata con il traguardo dei playoff. In questo momento, però, sarebbe prematuro parlare di nuovi obiettivi, ci dice Luca Tabbiani: “Non mi piace parlare di obiettivi in questa fase della stagione, preferisco che la squadra se li poga da sola. Una società come il Trento deve avere l’ambizione di migliorarsi e a me piace quest’idea”.
Obiettivo. Che cosa vuol dire? Essere soddisfatti per quanto è stato fatto, tagliare un traguardo, non avere rimpianti… ? Forse è un termine con un significato un pochino più profondo di quanto si pensi. Luca Tabbiani si è esposto e ci ha detto la sua a riguardo: “Il proposito reale che deve avere una squadra è arrivare a fine anno e poter dire: ˝Non abbiamo rimpianti perché abbiamo lavorato bene˝, però iniziamo questo percorso con la voglia e la convinzione di poter migliorare il risultato della passata stagione“. Dunque eccola la visione del nuovo allenatore del Trento. Che ci confida: “Qua percepisco un modo di parlare e di ragionare molto vicino al mio“.
C’è un allenatore nuovo, 7 acquisti (per ora) da inserire in rosa e un gruppo da creare. Tabbiani, che attualmente si torva in ritiro con la squadra a Masen di Giovo, ha spiegato lo stato dell’arte: “Ora siamo nella fase embrionale, in cui dico loro quello che vorrei vedere. I ragazzi hanno tante nozioni in testa che devono assimilare, poi le dovranno sviluppare in campo con gli avversari. Le amichevoli, in questo senso, saranno molto importanti. È come se i ragazzi fossero a un corso di matematica: stanno imparando mille cose, poi però piano piano bisognerà raggruppare tutto”.
Tabbiani: “Le individualità emergono grazie a un ottimo collettivo”
Logicamente sono pochi gli allenamenti condotti finora da Tabbiani, che approfitterà del ritiro (dal 15 al 27 luglio) innanzitutto per instaurare un rapporto umano con la squadra e il resto della società: “Ora dobbiamo conoscerci umanamente e cercare di comprendere i pregi e i difetti di ognuno di noi. Quando inizierà la stagione finiremo in una sorta di frullatore di risultati e lì bisognerà avere sia una legame umano solido all’interno del gruppo, che un legame calcistico in campo“. Poi ha aggiunto: “Questa è una società ambiziosa che ha voglia di crescere. Ti mette a disposizione tante cose per poter lavorare bene. Poi con il tempo costruiremo anche un rapporto più umano, che chiaramente non si può instaurare dopo 1/2 giorni“.
Luca Tabbiani ha esternato anche la sua volontà e le sue esigenze: “Voglio che questa squadra si costruisca una propria identità prima dell’10 agosto (primo turno della Coppa Italia di Serie C contro la Triestina, ndr), ma soprattutto puntando il 25 agosto, quando inizierà il campionato (in trasferta a Padova, ndr). Dobbiamo lavorare per trovare il modo di giocare un determinato tipo di calcio. Dobbiamo lavorare dando importanza al lavoro collettivo, dando importanza al lavoro che deve fare il compagno. Le individualità – che ci sono e sono tante – vengono fuori grazie a un’ottima organizzazione collettiva“.
Tabbiani: “Passato? Catania e Fiorenzuola due mondi completamente diversi”
Il neo allenatore gialloblù è tornato a parlare anche del suo passato: “Ogni anno che passa ci consente di accumulare esperienza. Catania e Fiorenzuola sono due mondi completamente differenti, nel modo di ragionare, nei giocatori… Vorrei riuscire a portare qua quello che ho fatto a Fiorenzuola, dove c’era un gruppo forte. A Catania non ci sono riuscito per mille fattori. Qualcosa ho sbagliato anche io e mi servirà. Devo accettare gli errori da parte mia, così come i ragazzi dovranno accettare gli errori che faranno. Cerco di prendere quello che ho vissuto nelle passate stagioni per aiutare i ragazzi a portare determinate cose in campo“. In chiusura, Tabbiani ha commentato l’avvio, all’apparenza complicato, del campionato 2024/2025: “Il calendario è tosto (Padova, Lecco e Atalanta U23), però ci farà alzare subito l’attenzione. Poi bisogna vedere come le giocheremo: se saranno tre grandi partite con tre grandi risultati, allora si creerà un entusiasmo incredibile. Se invece dovessimo essere un po’ indietro, avremo comunque il tempo per recuperare. Obiettivamente affronteremo tre squadre che probabilmente arriveranno tra le prime cinque“.
Luca Tabbiani è di nuovo a Trento. È partito all’età di 23 anni ed è tornato a 45. È partito quando era un calciatore ed è tornato allenatore. E a questo punto, il proverbio cinese che dice: “La persona che parte per un viaggio, non è la stessa persona che torna” risulta più appropriato che mai.