La Triestina è salva: le tappe della rinascita
A Trieste si respira. Dopo settimane convulse la squadra giuliana è in linea con l’iter per l’iscrizione e ha un nuovo proprietario, uno scenario di difficile previsione solo qualche giorno fa. Sì, perché l’estate della Triestina è sembrata un thriller. Tra lutti, corse contro il tempo e fughe di notizie, i tifosi dei Rossi hanno vissuto momenti complicati. Riassumiamo ciò che è successo passo dopo passo.
Il lutto
Dopo una stagione positiva, chiusasi al quinto posto nel girone A della Serie C, i giuliani hanno ben figurato nei playoff arrivando fino al primo turno nazionale. Qui il Palermo ha avuto la meglio prendendo l’abbrivio che avrebbe portato i rosanero fino alla B. La notizia peggiore per la Triestina però doveva ancora arrivare. Il 16 maggio muore a Melbourne il presidente Mario Vittorio Biasin. Una scomparsa improvvisa che lascia sgomento tutto il club, impreparato sul da farsi per il futuro.
Lo “Zio d’Australia”, come veniva chiamato, era stato l’uomo capace di riportare in pochi anni dalla D al sogno Serie B. Dalla tragedia all’ansia, il passo è stato breve. Pochi giorni dopo la morte del patron, l’amministratore unico del club Mauro Milanese ha esposto alla stampa la situazione precaria della Triestina e paventato il fallimento. “La società ora è in vendita, i tempi sono stretti e tutti noi dobbiamo adoperarci in tutti i modi per iscrivere la squadra e non farla fallire”. Con una sorta di déjà-vu, i tifosi friulani si sono ritrovati a una situazione che avevano già vissuto 6 anni prima, quando il fallimento era stato sventato all’ultimo.
L’operazione lampo
Come sottolineato da Milanese, la priorità per la Triestina era l’iscrizione del club alla prossima stagione, prima ancora che il passaggio di proprietà. La scadenza del 22 giugno era infatti pressante e serviva una sorta di miracolo, un’operazione lampo che potesse mettere tutte le cose a posto. Iniziano a circolare voci incontrollate di due cordate interessate all’acquisizione, ma il tempo tecnico pare troppo risicato per operazioni di questo genere. Il tam tam mediatico si mette in moto e iniziano a fiorire le richieste di una proroga: un Lodo Triestina che, messe in conto le straordinarietà dei fatti, potesse concedere qualche giorno in più. Intanto una delle problematiche che riguardava la società viene risolta dai tifosi. O meglio dall’Associazione Nazionale Triestina Club, che tramite il Centro di Coordinamento e i club della squadra, si è fatta carico del rinnovo del marchio dell’U.S. Triestina Calcio. Un rinnovo per altri 10 anni, costato 1.350,00 euro, un gesto che testimonia la vicinanza di una città alla sua squadra.
Garanzia Milanese
La Triestina è in un tourbillon. I giorni passano, la scadenza si avvicina e i soldi non arrivano. E ne servono tanti. Il deficit finanziario della società è di 1 milione e 267 mila € e quand’anche si trova la cifra arriva un nuovo intoppo. Si tratta di una sorta di impasse tecnico burocratico che non permetteva, anche dopo aver trovato la disponibilità di budget, di effettuare il ripianamento, essendo venuto improvvisamente a mancare il socio di riferimento, ossia Biasin. E c’è da pagare anche la fideiussione pari a 350.000 euro necessaria per la partecipazione alla prossima stagione. A farsi carico della situazione è allora l’amministratore Milanese che assicura di persona, facendo da garante personale, le necessarie contro garanzie. Un nuovo gesto d’amore per questi colori.
La svolta e la fumata bianca
E con tutta questa passione la storia non poteva che finire bene. È di queste ore infatti l’annuncio della chiusura della trattativa, con annessa fumata bianca, per la vendita del club a un gruppo italiano con sede a Roma e che, nelle prime fasi, aveva voluto tenere un patto di riservatezza. Stiamo parlando dell’Atlas Consulting, guidata da Simone Giacomini e Antonino Maira, che ha acquistato l’80% delle quote societarie e fatto in modo che la Triestina possa giocare in Serie C anche nel prossimo anno. Tutto è bene quel che finisce bene.
A cura di Simone Gervasio