7 punti da una parte, 11 dall’altra. Quella tra Triestina e Mantova, valevole per l’11esima giornata del campionato di Serie C sarà, inaspettatamente, una sfida salvezza. Il 2° peggiore attacco del Girone A di Lega Pro (8 gol fatti), contro la seconda peggior difesa (18 gol subiti). Solo una vittoria per i giuliani in questo campionato, 3 invece per i biancorossi. Un andamento incostante e una classifica che non sorride. Sarà, comunque, un match a suo modo storico. Tra due piazze che hanno lasciato il segno e che hanno visto passare allenatori e giocatori di spessore. Dagli indimenticati Nereo Rocco e Di Carlo, a Boninsegna sulla panchina. Da Godeas a Noselli in mezzo al campo. Domenica 30 ottobre, non mancherà di certo lo spettacolo.
In una sola parola: calcio. Domenica Triestina e Mantova si daranno battaglia al Nereo Rocco di Trieste. Passato, presente e futuro. Tutto in un campo. Due piazze storiche da cui sono nati modi, usi e costumi. Come il famoso “catenaccio” difensivo, dalla Triestina di Nereo Rocco. Era il dopoguerra, la stagione 1947-1948. I triestini si piazzarono al secondo posto con 49 punti alle spalle del Grande Torino. Nella stagione successiva arrivò anche la più larga vittoria mai ottenuta nella storia del club: un 9-1 contro il Padova, all’indomani della tragedia di Superga.
Da una parte Nereo, dall’altra “Bonimba”. Così veniva chiamato Roberto Boninsegna, ex attaccante di Juventus e Inter nonchè vicecampione del mondiale del 1970 con la nazionale italiana. La panchina del Mantova, squadra della sua città natale, gli fu affidata nella stagione 2001-2002 dopo la sconfitta con il Gubbio (0-1). Arrivò dopo le brevissime parentesi di Falsettini e Frutti. Riuscì, alla fine della stagione a salvare la squadra ma fu esonerato dal presidente Castagnaro nella stagione successiva.
Ma è il 2004 l’anno che i tifosi biancorossi ricorderanno particolarmente. Un giovane, inesperto, sulla panchina. Mimmo Di Carlo si affaccia per la prima volta nel mondo dei professionisti e guida la squadra ad una fantastica promozione, raggiunta a tre giornate dal termine. Il salto in Serie C1 arrivò dopo ben 11 anni. Allo stadio Martelli, ben 8.000 spettatori per il match decisivo poi vinto contro la Cremonese.
Da Noselli a Godeas. Due grandi ex di Triestina e Mantova. Un cuore diviso a metà, ma un unico comune denominatore: il rispetto per due piazze storiche. L’attaccante nato a Udine passò al Mantova nell’estate del 2004, prelevato proprio dalla Triestina. In biancorosso giocò dal 2005 al 2008, contribuendo alla promozione in Serie B nel 2006. una sola stagione in C1, poi ben 3 in Serie B. Decisiva, la sua doppietta nella finale dei playoff contro il Pavia. Lui, non ha dubbi per chi fare il tifo domenica: “Mantova ovviamente, perchè è una delle mie case. Lì ho passato quattro anni stupendi, e parlo proprio a livello umano. Si era raggiunto un feeling incredibile con la gente. E poi ho avuto la fortuna di giocare con un gruppo di ragazzi splendidi”, le sue parole alla Voce di Mantova.
Risposta ben diversa quella dell’attaccante nato a Medea, Godeas: “Tiferò Triestina”. E sull’andamento in campionato della squadra ha detto: “Situazioni negative si accavallano in serie, l’ultima è stata l’improvvisa scomparsa del presidente Biasin lo scorso maggio. È stata rimessa in piedi la società a tempo di record, nessuno però si aspettava un avvio così difficile e complicato”.
20 sono in totale i precedenti tra le due squadre: 9 le vittorie della Triestina, 5 i pareggi e 6 i successi mantovani. In totale, 20 le reti segnate dai triestini e 14 quelle realizzate dai biancorossi. A Trieste, sono invece 10 gli incontri tra i due club con 6 vittorie per la Triestina e solo 2 del Mantova; 2 sono i pareggi. Negli ultimi 10 precedenti, 6 si sono giocati in Serie B dal 2007 al 2010. Quì, una delle due vittorie mantovane per 2-0, in casa, con le reti di Caridi e Corona. L’allenatore della Triestina era Maran, mentre Brucato quello del Mantova. Una di fronte all’altra. Per uscire dalle zone basse della classifica e onorare la storia.
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