“Se qualcuno si immagina di vincere un campionato mettendoci le più belle emozioni non credo possa arrivare a questo punto dando sfogo a tutta la sua fantasia”. Furono le prime parole di Ezio Rossi l’allenatore che sedeva sulla panchina della Triestina. Nel lontano 9 Giugno 2002 conquistava la tanto sospirata serie B dopo l’epica finale di ritorno dei play off giocata al “Porta Elisa” di Lucca. Un’impresa compiuta nell’arco di 120 minuti che ha segnato indelebilmente la storia del club. Difficile descrivere quello che è accaduto a Lucca di sicuro chi ha vissuto quel pomeriggio di calcio, non dimenticherà tanto facilmente quei momenti.
Clima da finale di un mondiale quello che ha contornato un “Porta Elisa” stracolmo in ogni ordine di posto. Nonostante il 2-0 dell’andata frutto della doppietta di Eder Bau, la Lucchese aggredisce la Triestina e si porta in vantaggio dopo sedici primi con Marianini. Sembra l’inizio della fine per gli uomini del leggendario Presidente Amilcare Berti ma il portiere Pagotto alza la serranda e gli attaccanti rossoneri non passano. Nel momento di maggior pressione dei locali, Del Nevo trova la zampata vincente per l’1-1 che fa esplodere la curva degli oltre 3500 giunti da Trieste e i 10000 allo stadio Rocco di fronte al maxischermo. Sembra fatta per gli ospiti ma allo scadere della prima frazione Marianini realizza la sua personalissima doppietta per il 2-1 momentaneo e i giochi si riaprono.
Nella ripresa dopo una decina di minuti quello che all’epoca era soprannominato il “bomber dalle scarpette bianche” Eupremio Carruezzo, trova il colpo di testa che beffa Pagotto e sembra proiettare la Lucchese in serie B tanto che due minuti dopo per un contrasto tra Parisi e lo stesso Caruezzo, Carlucci di Molfetta ravvede un fallo da ultimo uomo dello stantuffo giuliano che espulso raggiunge gli spogliatoi quasi in lacrime. Triestina in inferiorità numerica ma che resiste e trascina il big match ai supplementari, con questo passivo sarebbero i rossoneri a conquistare la promozione.
Quello che accadde nell’extra time è leggenda per i triestini ed incubo puro per i lucchesi. Dopo cinque minuti dallo start dell’extra time D’Aniello si scontra in uscita con il portiere ospite Pagotto che sembra intercettare la sfera ma non per il direttore di gara che manda sul dischetto Caruezzo. Potrebbe essere il 4-1 che chiude definitivamente la finalissima ma il 9 centra la base del palo a portiere triestino battuto. E’ lo sliding door del pomeriggio. Pochi minuti dopo il lucchese Baraldi per un fallo di mano che intercetta un pallone destinato al solitario Ciullo si guadagna il rosso diretto.
La Triestina respira in quanto adesso la parità numerica è stata ristabilita. Ora gli uomini di Ezio Rossi devono concentrarsi sulla rimonta perché la Lucchese gode di un doppio vantaggio che le garantisce la vittoria finale. Generosamente l’Unione assedia l’area rossonera e nel suo momento migliore subisce una pugnalata: Tarantino cavalca verso l’area con il principale intento di far possesso di palla e sui 35 metri si scontra con Venturelli. Viene espulso anche il difensore nativo proprio di Lucca.
Ma non c’è nemmeno il tempo di rammaricarsi per la Triestina. Sull’azione seguente poco prima del suono della campanella, un generoso tentativo di Gubellini incoccia sulla mano di un difensore lucchese in area toscana. Gennari si porta dal dischetto e trafigge Gazzoli per il 3-2 che è un mix tra apoteosi e liberazione per tutta la compagine giuliana. Dopo una doppia espulsione per un battibecco tra Bacis e Caruezzo, la ciliegina sulla torta la appone Ciullo che in 8 contro 9, con un tiro a giro nel secondo tempo supplementare, infila il pallone sotto l’incrocio della porta toscana e consegna la serie B alla Triestina. Fine dei ricordi…La storia odierna è ben differente e molto distante da quegli istanti elitari per il popolo alabardato…
Proprio in concomitanza di questo flashback, ora la Triestina sta vivendo l’ennesimo momento di difficoltà della sua storia recente. Manca veramente poco, di fronte c’è una dead line e il rischio di un crack è concreto. E’ venuto meno il sostegno finanziario rappresentato alla forza imprenditoriale della famiglia Biasin. Un vero peccato, se si pensa che esattamente vent’anni fa una piazza blasonata come quella di Trieste, viveva un sogno chiamato serie B. Destino crudele, perché oggi, proprio nello stesso giorno che riporta alla mente un lieto evento, si prospetta invece sempre più, una realtà avvolta da un incubo chiamato fallimento che paradossalmente, sembra prendere sotto braccio ed accompagnare beffardamente nel dimenticatoio dei ricordi che ora appaiono sempre più nostalgici ed ancor più sbiaditi nonostante siano ancora vivi soprattutto nel cuore di tanti appassionati triestini.
A cura di Stene Ali
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