Gabriele Bernardotto ceduto a titolo definitivo al Crotone, una chiamata a Marcello Trotta per dare il via alla trattativa per il suo ritorno all’Avellino. Le manovre per l’attacco biancoverde si sono infiammate così negli ultimi 45 minuti di mercato. Un’operazione last minute per il reparto avanzato di Roberto Taurino. Via alla trattativa in extremis con il bomber svincolato dopo aver ingaggiato in prestito dall’Aquila Montevarchi Domenico Gambale, incassato il “no” di Julian Kristoffersen e aver visto sfumare King Udoh, che ha preferito il Cesena. Non prima di aver tentato pure un ultimo assalto a Dardan Vuthaj, per cui si è mosso con decisione il Foggia. Un’operazione portata a termine in tempi record: il Trotta-Bis è diventato realtà.
“Mi avete accolto che ero un ragazzino e ora ritorno da uomo, è un onore per me ritornare ad indossare questa gloriosa maglia, non vedo l’ora di tornare a gioire tutti insieme… #forzalupi”. Con queste parole Marcello Trotta ha voluto mostrare tutta la sua emozione ai tifosi dell’Avellino. Un ritorno di estrema importanza per la formazione dell’Irpinia che potrà contare sull’esperienza del classe 1992 per questa stagione. Nato in provincia di Caserta, il centravanti può vantare una carriera importante alle sue spalle, tra Serie A, Serie B, Serie C e molte esperienze all’estero. L’ultima in Portogallo, al Famalicao. 7 presenze e una rete per l’attaccante in 6 mesi nella penisola iberica, prima di fare ritorno in Italia al Cosenza. Dalle giovanili del Manchester City all’Avellino: Marcello Trotta ha voglia di rendersi protagonista, ancora una volta, con la maglia dei Lupi.
Trotta aveva salutato l’Avellino con un gol decisivo in un derby contro la Salernitana: era il 16 gennaio 2016 quando Attilio Tesser lo fece alzare dalla panchina dove si era accomodato in vista della cessione, ormai imminente, al Sassuolo. Una pacca sulla spalla, un abbraccio e una frase sussurrata all’orecchio (poi rivelata dallo stesso allenatore): “Facci vincere, Marcello”. Detto, fatto: assist di Roberto Insigne, tap-in da rapace dell’area di rigore, apoteosi al Partenio-Lombardi prima del grande salto in Serie A. La ciliegina sulla torta dopo altri 6 mesi da favola: nel gennaio del 2015 era in Inghilterra, al Barnsley, fu ingaggiato da Vincenzo De Vito, ora come allora direttore sportivo dell’Avellino ed ebbe un impatto clamoroso alla corte di Massimo Rastelli.
Tradotto in numeri: 16 presenze e 5 gol in campionato, 3 partite e 2 reti e un assist nei playoff per la promozione in A. Trotta spaventò il Dall’Ara e il Bologna con una doppietta nella semifinale di ritorno, l’Avellino vinse 3-2 ma non bastò per andare avanti. Pesò come un macigno la miglior posizione in classifica dei rossoblù e l’1-0 all’andata, firmato da Gianluca Sansone. Per uscire tra gli applausi scroscianti di tutto lo stadio, però, sì che bastò.
Trotta ricominciò la nuova stagione con l’Avellino che intanto aveva salutato Massimo Rastelli, volato a Cagliari, per accogliere Attilio Tesser. Un rullo compressore: 20 gettoni, 8 timbri prima del sopra citato, romantico, epilogo. Ma si sa, gli amori sono così: alle volte fanno dei giri immensi e poi ritornano. Una citazione canora che calza a pennello per Trotta: si stava allenando con gli svincolati dell’Equipe Campania, a margine della conclusione della sua esperienza con la Triestina (33 presenze, 6 gol). Il ritorno al futuro di Trotta è ufficiale: l’Avellino ha il suo nuovo bomber.
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