Un nonno allo stadio, patrimonio di calcio e di vita
Un pensiero ai nonni, angeli del mondo
Immaginiamo un mondo vissuto con più amore.
La quotidianità dei gesti che passa, inevitabilmente, attraverso un sorriso speciale.
Quello volto a mescolare, tanto per intenderci, genuinità e saggezza.
Per capirli meglio, però questi sorrisi ,occorre partire da una frase apparentemente banale.
“Hai mangiato? “.
Una domanda semplice, familiare (specie al sud) e capace di racchiudere al suo interno svariati significati.
Perché dentro quel piatto continuamente riempito c’è infatti intrinseca l’attenzione di chi non smette mai di prendersi cura di te.
Perché con questa frase, spesso, iniziano anche i discorsi più significativi.
Quelli legati ad un passato fatto di guerre.
Sacrifici.
Sogni e speranze.
Un unico, grande filo conduttore che unisce egregiamente anche vita e campo.
Chiedere, per credere, alla Pro Vercelli, promotrice, con la splendida campagna “Ti Porto a Vedere la Pro”, di un’iniziativa alquanto originale.
É disponibile, infatti, per tutti i nonni che si recheranno oggi al botteghino un ulteriore biglietto omaggio da regalare ai nipoti, per condividere tutti insieme, le emozioni del Piola in occasione del match di domani contro il Sudtirol.
Impossibile, poi, pensare di festeggiare questa ricorrenza senza citare Francesco Malgieri, per tutti nonno “Ciccio”.
Per lui il Foggia rappresenta da sempre l’amore di una vita intera, un delicato motivo di orgoglio e passione
Quel biglietto da visita capace, in un istante di oltrepassare ogni rivalità.
Impossibile, del resto, non emozionarsi di fronte ad un sentimento così pulito e radicato nel tempo.
Lo stesso sentimento che, partendo da casa nostra, ci offre un ulteriore e concreto spunto di riflessione.
Da qualche tempo, infatti, oltre a rappresentare l’habitat naturale di piazze bollenti pronte a riscattarsi, con a corredo campioni di grande esperienza, la Serie C, raffigura anche la freschezza prorompente.
Un nido, tutto verde, sempre pronto ad abbracciare il talento che ha voglia di esplodere.
Accompagnarlo, piano piano verso la realizzazione del sogno che avanza.
E pensandoci bene cosa c’è di meglio?
Del conforto pronto a correre in aiuto nei momenti difficili.
Del borsone sempre pronto e pieno.
Di quegli occhi vigili ed orgogliosi, pronti a sfociare nella commozione, che dalla tribuna sanno di presenza forte.
Ne sa qualcosa Leonardo Morosini,(attaccante in forza alla Virtus Entella), che a proposito dell’importanza di questo legame si esprimeva così .
“Ad Ascoli ho preso il 38 perché era tra i pochi disponibili. È speciale perché è l’anno di nascita di mio nonno. Se faccio il calciatore è merito suo, da Bergamo a Brescia non c’erano trasporti per noi ragazzini per andare al campo. Mi portava lui avanti e indietro tutti i giorni. Gli devo molto. Il primo gol in Serie A lo dedicherò a lui, così come da lui deriva in qualche modo anche il mio nick Instagram (gnagna95), una cavolata venuta su durante i tragitti per l’allenamento mentre ascoltavamo la radio”.
Eccola spiegata, dunque,
Quella sicurezza che, seppur consapevole del minor tempo a disposizione, si affianca alle altre sin dal primo istante.
E ci dona per sempre una luce diversa.
Nuova, eterna, impossibile da dimenticare.
Ed ancor meno da sostituire.
Potremmo andare avanti all’infinito con gli esempi, allargandoci al resto del mondo.
Dalla straordinaria testimonianza di Luka Modrić (che pur avendo vissuto troppo poco le preziose cure di nonno Luka conserva ancora oggi nel cuore i pomeriggi nella famosa “Casa Alta” di Zara fatti di spensieratezza e pallone).
Alla storia del “numero uno” Marcelo (chiamato così da un nonno che pur di vedere realizzati i sogni del nipote vendette addirittura la sua auto per poi raccogliere, una volta che la stella fu realtà, tutti i ritagli di giornale che narravano le imprese del suo nipotino).
Fino ad arrivare a quella storica esultanza targata Alessandro Florenzi (corsa impazzita tra le braccia di nonna Aurora a seguito del gol in Roma-Cagliari ed immagini pronte a commuovere il mondo).
Siano benedetti i nonni, dunque.
Angeli messaggeri tra vita e cielo.
Patrimonio assoluto da preservare.
Anche in uno stadio di Lega Pro.