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L’amicizia con De Zerbi, la Serie A e quell’aneddoto trash: Junior Vacca e il grande ritorno a Foggia

vacca venezia

Genova 19/12/2021 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Venezia / foto Image Sport nella foto: Antonio Vacca

Vengo da un quartiere particolare, nel quale quando torno ci sto bene sì, casa è sempre casa, ma non è stato facile“. Libero, estroverso. E con ben 40 tatuaggi disegnati sul corpo. Antonio Junior Vacca è così: trasparente fino in fondo. Unico nel suo genere e con una storia tutta da raccontare. Un bagaglio di informazioni, notizie, aneddoti. Un gigantesco universo di amicizie, risate, consigli. Dalla Serie C alla Serie A. Da Palermo a Benevento, passando per Barletta, Catanzaro e Foggia. Poi ancora Parma, Caserta e Venezia. Proprio qui, l’esordio in massima serie. Ora il suo futuro sarà di nuovo rossonero. Il centrocampista è in sede a Foggia per la firma sul contratto fino a giugno 2024. Decisiva la sua volontà per il grande ritorno.

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Secondigliano, l’infanzia difficile e il calcio a salvarlo: Vacca tra Benevento e prestiti (e l’esordio in Serie B)

Una giostra, appunto. Perché di maglie ne ha cambiate tante ma ovunque ha lasciato il segno, nel bene e nel male. Una giostra, intesa come una “ruota” di emozioni. Perché nella sua vita, non tutto è stato facile. “Io sono nato e cresciuto a Secondigliano. Non è stata un’infanzia bella, non è stata un’infanzia facile“, raccontò in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com. Tanta gavetta, tante critiche. Ma, in fondo “se ascolti anche chi non vuoi bene in questo mondo esci pazzo”, aveva detto. Forse quel suo essere spavaldo, non piaceva a qualcuno. Ma “Antonio Junior” (lo stesso nome del padre e del nonno), ha seguito sempre il suo istinto. E, forse, ha avuto ragione lui. Basta guardare i numeri della sua carriera: 61 presenze in Serie B, 21 in Serie A. Oltre 150 presenze in Lega Pro. Centrocampista di qualità, ma predisposto alla battaglia. Quantità e qualità in mezzo al campo.

Il convitto, gli alloggi, un pallone tra i piedi. Ingredienti per diventare grande. E’ partito tutto da Benevento, in Campania, coccolato da presidente Oreste Vigorito. Poi la breve parentesi al Palermo, dove mise in bacheca solo 4 presenze tra il 2008 e il 2009, poi il ritorno in giallorosso, in Serie C. Lì dove il suo viaggio è iniziato. La sua “pellicola”, da capire fino in fondo e nella quale immergersi. Dal 2009 al 2012: tre anni intensi con 63 presenze in tutte le competizioni e 3 gol. Tante battaglie, tante vittorie, ma anche la delusione di non aver riportato il Benevento in Serie B. Ma Vacca guarda avanti e cambia aria.

Tra il 2012 e il 2013 gioca sempre in Lega Pro con la maglia del Barletta, prima di fare il suo esordio in B con il Livorno. Erano gli amaranto di Davide Nicola ed Ezio Gelain suo vice. Non va bene: appena 2 presenze. Altro giro nuova corsa. “Nuova”, si fa per dire, visto che Vacca torna a Benevento. The Laste Dance”. Ultima danza, con i campani. Pausa, fine primo tempo. Di un “film” che deve ancora accendersi. Ma restate comodi.

Il “miracolo Foggia” e l’amicizia con De Zerbi 

Dove eravamo rimasti? Ah sì, il Benevento. Solo 14 presenze fino al 2014 e un rapporto forse mai sbocciato con i tifosi giallorossi. A dicembre dello stesso anno, non è più nei piani della società. A titolo gratuito, da svincolato, passa al Catanzaro. Appena 23 presenze e 2 assist. Voltare pagina, perché si può fare certamente di più. E dopo un anno non particolarmente esaltante con la Reggiana (ancora in Serie C), arriva il Foggia.

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79 presenze in 3 anni e una promozione storica in Serie B. Tutto impreziosito da 5 gol e 4 assist. Ma a volte non sono le partite di calcio a fare breccia nel cuore, ma le persone. Una, in particolare, era destinata a restare per sempre in quello di Vacca. Era Roberto De Zerbi. “Avevamo un allenatore, che si vedeva avesse un altro passo, è un fenomeno. Ai miei compagni dicevo, ‘vedete che il mister tra tre anni allena in Serie A’, oggi te lo dico a te, De Zerbi fra due anni allena un club come Barcellona o Liverpool – aveva poi predetto -. È un passo avanti a tutti, un mostro, ti tira fuori tutto quello che hai dentro, unico davvero”. Un amore sconfinato per un padre calcistico per eccellenza e per una piazza che a Vacca ha regalato tanto. Forse la migliore esperienza della sua carriera. “Mi sento di più con i miei compagni del Foggia che con i miei genitori”, raccontò a GianlucaDiMarzio.com – (leggi qui).

“Avessi visto una femmina…”: quella lite dopo Benevento-Foggia

Estroverso, dicevamo. Senza peli sulla lingua. La sua avventura in rossonero fu segnata tanto dalle glorie sul campo, quanto da un episodio avvenuto fuori da esso. “Idolo del web” (per una notte), ma soprattutto persona vera (sempre). A Benevento si giocava contro il Foggia. Gol e gestacci contro i tifosi beneventani, a detta di un giornalista, che in conferenza gli chiese spiegazioni. E lui: “Devi essere un beneventano tu. Se sono un uomo? Chiedi alle ragazze di Benevento”. Due anni dopo il passo indietro: “Io sono stato poco professionale e lo ammetto, ma tu giornalista non puoi chiedermi ‘se sono uomo’. Che poi oh, tutti gli anni che sono stato a Benevento avessi visto una femmina…”.

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Gli ultimi anni di carriera e il ritorno in Serie C

Serie B, quindi. Sempre con la maglia del Foggia. Anche se non più con De Zerbi, promesso sposo del Sassuolo. Con Giovanni Stroppa non va comunque male: ben 18 presenze, come mai gli era capitato prima. Un anno magico, con quella che divenne la sua squadra del cuore. A gennaio, però, arriva la chiamata del Parma. Un addio sofferto, certo, ma un nuovo inizio ancora migliore. In Emilia Vacca gioca 11 volte e raggiunge la promozione in Serie A insieme al suo amico Amato Ciciretti. Ma il pensiero va sempre al “suo” Foggia: “È stata un’emozione speciale che a regalarmi la promozione in Serie A sia stata la squadra del mio cuore, il Foggia”, disse

Dopo Parma, ancora la Lega Pro. Destinazione Caserta. La maglia quella della Casertana. 29 presenze e tanti bei ricordi prima di approdare al Venezia di nuovo in Serie B. 16 presenze nella stagione 2019-2020 e 14 l’anno dopo. Nella scorsa stagione, poi, all’età di 31 anni, la prima storica volta in Serie A. L’esordio nella massima serie. Emozioni uniche, indelebili, per uno come lui che ha girato l’Italia intera e aveva sempre sognato questo momento. La prima volta il 27 agosto del 2021, in un Udinese-Venezia giocata a Udine, stadio Dacia Arena. 77′ di qualità, nonostante il risultato, ma soprattutto di tanta emozione. Da quel giorno, altre 21 apparizioni. Ora il suo futuro si chiama Foggia. Di nuovo. “Casa è sempre casa“.

A cura di Manuele Nasca