Sei argentino e hai giocato nell’Inter. Un libro della storia del calcio, da qualche parte, si apre. E qualcuno, lo va a leggere. Per forza deve essere così. Zanetti, Icardi, Cambiasso, Walter Samuel e Diego Milito, sono soltanto alcuni tra i sudamericani passati dal club nerazzurro. Vezzoni è uno di loro. Il piede, certo, potrà non essere lo stesso, almeno per ora. Ma il pianeta deve saper aspettare i giovani, se vuole sopravvivere. 20 anni appena, di Cosquin, in provincia di Cordoba. L’ultimo anno lo ha giocato in prestito alla Pro Patria. L’etichetta spiegherebbe già molte cose, forse tutto. Ma il futuro è ancora tutto da scrivere. Lavoro, passione, talento. Tre parole per parlare del suo breve viaggio, ricco già di contenuti.
Da terzino, ad ala che brucia l’asfalto. La svolta è arrivata in pochi anni per Vezzoni. Ma ci arriveremo. Prima bisogna partire dal Deportivo Atalaya, club che fa parte dell’Inter Academy Argentina. Lo gestisce Javier Zanetti, a proposito di argentini niente male. Un nuovo ambiente, la paura di non farcela. I primi anni nel club di Milano non sono semplici. Con l’Under 17 gioca pochissimo, 4 anni fa viene aggregato con la squadra Berretti ma il pianista suona sempre la stessa musica sul pianoforte. Poche presenze e il salto in Primavera che tarda ad arrivare. Poi la svolta che porta un nome e un cognome: Armando Madonna. Uno che ne capisce, da ex centrocampista, sa come trattare quelli come lui. Vezzoni cambia posto e si “siede” sulla fascia sinistra di un centrocampo a 5. Siede, si fa per dire. In realtà il classe 2001 corre e brucia l’erba sul prato. La dinamicità di un terzino e i piedi buoni del centrocampista. Converge, entra dentro il campo. Alla Theo Hernandez del Milan.
Dal niente, al sogno. Viene aggregato in prima squadra stabilmente. Si allena con Skriniar e sotto le direttive di Antonio Conte. Viene convocato per le partite di campionato contro Genoa e Torino, in Serie A. Ma il bello deve ancora venire. La musichetta più belle di tutte trova spazio nel suo udito: è quella magica delle notti di Champions League. Vezzoni non fa il suo esordio, ma può gustarsi, serenamente, lo spettacolo che solo la coppa europea più bella di tutte sa regalare.
Ormai il ruolo di centrocampista esterno scandisce il suo tempo. Il terzino è solo un lontano ricordo. Spavaldo, a volte troppo sicuro di se. Anche in questo modo si può diventare campioni. “Ho uno stile simile a quello di Busquets“, aveva dichiarato a inferiorescordoba.com, anche se “mi piace avventurarmi un po’ in attacco”. Completo, in una parola.
All’Inter, però, non c’è spazio. Non è una bocciatura, ma il destino di quasi tutti i ragazzi come lui: con un sogno nel cassetto e con un bel po’ di gavetta all’orizzonte. Sul suo cammino c’è la Serie C, destinazione Pro Patria, nel Girone A. 20 presenze tra campionato e playoff, nessun gol. Il club rossoblù gli ha rinnovato il contratto. La storia, può continuare, aspettando palcoscenici migliori. É solo una questione di tempo.
A cura di Manuele Nasca
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