Il provino al Milan, l’ammirazione per Gattuso e il Palermo: chi è Cappelletti, difensore “chef” del Vicenza
“Sono un amante dei colpi di testa su calcio da fermo”. Risponde così Daniel Cappelletti, giocatore del Vicenza ad una domanda in merito ad un gol segnato nelle scorse stagioni. Passano gli anni, ma non cambiano le abitudini. Sì, perché Cappelletti ci “mette la testa” anche nella finale che consegna ai veneti la seconda Coppa Italia Serie C nella storia del club. Un gol meritato per il ragazzo, frutto di una lunga carriera contraddista da serietà, dedizione e pazienza. Quello che ci vuole anche in cucina. Il motivo? Ci torneremo.
Da Cantù a Milanello nel segno di Gattuso fino al gol in Coppa Italia
E’ con un colpo di testa che Daniel Cappelletti, difensore del Vicenza, firma il momentaneo pareggio nella finale di Coppa Italia Serie C. A completare l’opera ci penserà il solito Ferrari. Cross dalla bandierina, stacco del centrale biancorosso e palla in rete. Il feeling con il gol risale agli esordi nel Cantù San Paolo, società dilettantistica nella quale tira i primi calci al pallone. A Cantù, sua città natale, non ha un ruolo ben definito. Tra i tanti c’è anche quello dell’attaccante. E’, quindi, d’obbligo saper segnare. Anche di testa. Non bastasse, nel primo anno di Eccellenza, sempre con il San Paolo, viene arretrato sulla trequarti. “Non sarei qui se non avessi iniziato a giocare trequartista perché le prime due giornate ho fatto subito due gol”. Daniel gioca da sotto età. Lui, classe 1991 condivide lo spogliatoio con i ragazzi del 1990. Che sia un indizio? Fatto sta che quelle due reti attirano l’interesse di alcuni settori giovanili.
Cappelletti, però, mosso dall’entusiasmo e da una fede calcistica mai nascosta si dirige verso Milano. La destinazione è Milanello. L’obiettivo il vivaio del Milan. Il ragazzo sostiene un provino con i rossoneri. In prima squadra gioca ancora Gennaro Gattuso. Per Daniel, che nel frattempo si stabilisce in difesa, è un “idolo incontrastato”. Del campione del mondo, ammira l’uomo, il professionista e la grinta. “Veder giocare Rino mi dava una carica unica. Era l’emblema della passione”. Osservare e festeggiare le vittorie di “Ringhio” permette all’ex Sassuolo di comprendere quali siano i valori e i principi per diventare un professionista. “Gattuso era l’esempio di cosa volesse dire applicare il lavoro e la fatica ai risultati. Solo così puoi vincere Scudetti, Champions League e Campionati del Mondo”. Rimane un solo rammarico della fantastica esperienza. Il mancato approdo in Primavera? No. Non aver potuto giocare contro il suo idolo. “Trovarmi lì, dove si allenava anche lui era qualcosa di pazzesco. Giocare contro Gattuso sarebbe stata la realizzazione di un sogno”.
Cavani, Miccoli, Pastore e la chiamata di Delio Rossi. Gli anni a Palermo di Cappelletti tra campo e cucina
Niente Milan, ma Cappelletti non si arrende. E, infatti, arriva la firma del primo contratto. Tra i dubbi, le incognite e le paure che accompagnano un ragazzo di soli 17 anni parte alla volta della Sicilia. “Non che non ci credessi più, ma ormai avevo 17 anni, frequentavo la IV liceo scientifico a Cantù e non pensavo potesse accadere”. Il destino ha sempre l’ultima parola. E in quell’occasione si chiama Palermo. Nel giro di una settimana, Daniel, dai campi sotto casa si ritrova ad allenarsi con giocatori come Miccoli, Cavani, Liverani, Balzaretti e Pastore. Il calciatore viene catapultato in un mondo sconosciuto, ma stimolante. Le difficoltà dei primi giorni gli permettono di acquisire consapevolezza nei suoi mezzi. A Palermo capisce che il calcio diventerà il suo mestiere.
Tra un “polentone” e “un’entrata sulle tibie” durante gli allenamenti svolgerà una stagione da protagonista nella Primavera rosanero. Anche grazie all’allenatore Pergolizzi che ancora oggi considera quello che più lo forgia nell’aspetto umano e tecnico. La ricompensa per le 31 presenze stagionali con la Primavera arriva nella stagione 2009/2010. Delio Rossi convoca il difensore in prima squadra. Daniel ha la possibilità di assaporare il calcio di Serie A, ma l’esordio non arriverà. Segue Cavani e compagni in campionato, ma rimanendo seduto in panchina.
La prima esperienza lontano da casa è anche il contesto nel quale nasce un nuovo hobby. La cucina. “Se sei giovane, vivi fuori casa e vuoi mangiare qualcosa devi arrangiarti”. Daniel scopre di avere il talento del cuoco. Tra un allenamento e l’altro c’è sempre tempo per sperimentare. Alla playstation preferisce forno e fornelli. Una passione coltivata negli anni e che continua tutt’oggi. La carriera del calciatore è breve in fondo. “Chissà magari un giorno…quando smetterò di giocare…”.
Il Padova con El Shaarawy, il Cittadella, la laurea e il Vicenza: Cappelletti esempio di professionalità
La carriera del difensore prosegue al Padova. Primavera poi prima squadra in Serie B dove conosce Stephan El Shaarawy. Il giovane più talentuoso che abbia mai visto.
La consacrazione definitiva da professionista arriva nel 2012. Tra le fila del Sudtirol. In Lega Pro. 32 presenze nella prima stagione 30 nella seconda. La continuità gli dona maggior certezza del suo potenziale. Nell’annata 2015-2016 arriva anche il primo trofeo. Con la maglia del Cittadella vince il campionato di Serie C e si guadagna la promozione in cadetteria. Non giocherà la Serie B perché tornerà nella vicina Padova. La sostanza non cambia. Anche in biancorosso trionfa in campionato nell’annata 2017/2018 raccogliendo anche la Supercoppa Serie C. Non pago di successi, lo stesso anno consegue anche una laurea in Mediazione Culturale e Linguistica all’Università Statale di Milano. Oggetto della tesi il rapporto tra calcio, storia e cultura in Inghilterra ed in Italia. Con 30 presenze in B blinda il reparto difensivo dei veneti. Le annate ai piedi del Santo rimarranno indelebili nel percorso di Daniel.
Prossima fermata Vicenza. Categoria? La terza. Ma giusto di passaggio perché la squadra chiude la stagione al primo posto nel girone A. Dopo 42 presenze e 4 gol nel campionato cadetto 2021/2022 il Vicenza retrocede in Serie C. Oggi, come Cappelletti insegna un trofeo è già arrivato e il ragazzo si gode gli elogi del suo allenatore Thomassen che lo definisce un esempio di professionalità. E’ “questione di testa”. Se arrivasse la Serie B? “Chef Cappelletti” è pronto per imbastire un banchetto per festeggiare. Specialità? Pizza gourmet e per i tifosi vicentini risotto con il baccalà. Per il quale ci vuole pazienza, molta pazienza. Un po’ come diventare calciatori professionisti.
A cura di Alvise Gualtieri