Il valore della pazienza e l’esempio Messias: Corbari e l’Entella, a ognuno il suo tempo
Talento, qualità, numeri ed esperienza non sono nulla senza l’indispensabile dono della pazienza. Un modo di rapportarsi al quotidiano valido in ogni contesto. Per ulteriori spiegazioni chiedere ad Andrea Corbari, centrocampista della Virtus Entella. Lui, che sull’attesa costruisce non una carriera, ma un desiderio che diventa un obiettivo. Una capacità di gestione del tempo e dei suoi lunghi periodi descritta in un numero: il 3. Quello che, frutto del saper aspettare, descrive al meglio l’essenza di Andrea. 3 come i gol messi a segno nel 5-2 finale della squadra ligure ai danni del Perugia. Una tripletta che, come direbbe la filosofia più alta, è quell’”Uno” che tutto comprende. Sì, perché si tratta della primissima occasione in cui il giocatore classe 1994 segna più di una rete in una partita. Lui, che con il gol ha un rapporto confidenziale. In fondo, è solo questione di pazienza.
Umiltà, sacrificio e attesa: la tripletta di Corbari
Tempo e pazienza. Tolstoj li definisce come “I combattenti più forti”; Newton ne fa simbolo di una nuova scoperta. Altri ci trovano l’essenza di un credo. L’importante è farli propri. Andrea Corbari, mediano della Virtus Entella, è l’esatta dimostrazione di quanto la capacità di aspettare e non forzare i tempi siano qualità essenziali. Anche nelle piccole cose come giocare a pallone. Quel pallone che contro il Perugia si innalza a simbolo di soddisfazione. Quella del centrocampista classe 1994, mai pretesa, cercata senza affanni. Nel pieno sentimento di una passione che, piano piano, assume altre fattezze. Tre gol in una sola partita alla soglia dei trent’anni. Per un giocatore che la porta la vede sempre bene, con la quale instaura un rapporto confidenziale, ma senza mai esagerare. Gara inedita per Andrea quella contro gli umbri. Primissima tripletta tra i professionisti, dunque, che traccia il segno di un traguardo raggiunto. Quello personale di un ragazzo capace di resistere ad ogni stop imposto dal destino.
Virtus Entella che regalo!
Il crociato fa “crack” nel momento, forse, più florido della sua carriera. Con la maglia che lo accompagna verso quel calcio che non pretende, ma che stimola l’aspirazione. In quella Piacenza dove tempo e pazienza diventano alleati. Nove lunghi mesi lontano dal campo, 270 giorni senza l’adrenalina dell’agonismo. Un addio forzato a quella piazza che lo presenta al calcio dei “grandi” quando perdere le speranze può essere un epilogo legittimo. Attesa e tenacia. La Virtus Entella la prima a riconoscere le qualità morali prima che tecniche del ragazzo di Cremona. Nell’estate del 2022 ancora nel pieno delle terapie per recuperare dal grave infortunio arriva a Chiavari. Intravede la fine del calvario. Dal primo step con la Primavera biancoceleste per dare materiale alle gambe, nuovi stimoli alla mente e ossigeno a un cuore che scalpita fino ai gol nei playoff e la tripletta al Comunale. La prima che ripaga il sacrificio. Andrea Corbari: il fine giustifica i mezzi. Tempo e pazienza.
Ascoltare, imparare e sorridere sempre: la gavetta di Corbari
L’idea di non bruciare le tappe. Il filo rosso della carriera di Andrea Corbari. Un percorso sviluppato su pazienza e resilienza. La scaltrezza di comprendere quando è il momento di cambiare. Nel mezzo un pallone che da “hobby diventa lavoro” – come rivela lui stesso (LEGGI QUI). Un passaggio emblema della sua essenza. Dieci anni per compierlo, ma senza mai perdersi d’animo. La forza degli obiettivi è allenarsi per campionati di Promozione, prima, ed Eccellenza, poi. Con ragazzi più grandi e avere la tempra di dimostrare perché sia lì. Succede alla Sported Maris, squadra del cremonese dove risiede, e al Pallavicino presso Parma. Esperienza lunga, ma indispensabile. Affrontata a viso aperto senza l’ansia di emergere. La forza di Corbari risiede nel non aver timore di aspettare. Si allena e vive il calcio col sorriso di chi fa qualcosa per puro piacere. Perché sta bene e suscita emozioni. La gavetta di Andrea. Poi gli incontri solo in apparenza casuali. Simone Di Battista, direttore tecnico del Fiorenzuola, è folgorato dalla tenacia e dalle giocate di questo “non più ragazzo” che corre e segna. Serie D col club rossonero per due anni con annesse 41 presenze e 6 reti. Un legame col direttore saldato giorno dopo giorno. Il tempo…
Piacenza, la mossa di Scazzola e quei 26 anni…
La calma come narratrice del racconto. Capitolo successivo Piacenza, ma soprattutto Serie C. All’età di 26 anni Corbari – sempre sotto l’egida di Di Battista passato alla direzione dell’area tecnica dei biancorossi – fa il suo esordio tra i professionisti. Una storia che riecheggia quella di un Jamie Vardy d’Oltre Manica. Troppo per l’umiltà profusa dal mediano dell’Entella. Preferisce volare più basso e guardare più vicino. A quel Junior Messias che a 28 anni – dopo stagioni spese tra i campi dei dilettanti – conosce la Serie B dopo un solo anno di Lega Pro nel Gozzano arrivando fino alla Champions League.
Pochi fronzoli, nessun eccesso, ma tanta costanza. Nel crescere, nel migliorare e nello sviluppare mentalità da leader. Di nuovo l’imbattersi nell’altro: sulla panchina del Piacenza arriva Cristiano Scazzola. Andrea non può fare il difensore centrale, deve giocare nel mezzo. L’allenatore di Loano lo sposta in avanti dov’è il vero habitat del ragazzo: 9 gol stagionali come dimostrazione. Lui, che fa dell’inserimento il suo punto di forza. Un cambiamento tecnico fondamentale per il giocatore. Il resto è cosa nota; dal ginocchio che lo tradisce fino all’Entella. Attraversando i ricordi di un Andrea Corbari che arriva lassù quando – forse – altri avrebbero rinunciato. Si affida al tempo e lo rispetta.