Il calcio è quel magnifico sport dove per una domenica puoi essere l’eroe mentre quella dopo sei già sul mercato. Essere un giovane promettente non è sempre semplice. Lo sa bene Andrea Magrassi, attaccante della Virtus Entella. Il bomber 28enne della quarta forza del girone B di Serie C ha raccontato la sua storia di forza e rivalsa ai microfoni della Casa di C.
Dopo aver dato i primi calci al Venezia, il Brescia nel 2009 punta su di lui. “Porterò sempre la squadra e la città nel cuore. Gli anni più importanti li ho fatti lì. Poi mia moglie e mio figlio sono di lì”. Già ai tempi il suo nome rimbalza tra i migliori vivai d’Italia. “Quando ho scelto di andare al Brescia, avevo diverse richieste a livello di settore giovanile. Ho scelto di accettare l’offerta delle Rondinelle perché ero rimasto colpito da tutto l’ambiente. Ai tempi era paragonato a quello dall’Atalanta. Prendevano i giovani da tutto il mondo e la società ci puntava molto”.
Nel suo percorso a Brescia ha incontrato Alessio Cragno. “Era arrivato quando c’era Leali, che ai tempi veniva considerato un ottimo prospetto. Il talento di Cragno era lampante: veniva da un settore giovanile non professionistico, ma la sua bravura appariva fulminante. Era già veramente forte anche senza avere delle guide importanti”. Insieme al portiere del Cagliari, Andrea ha condiviso lo spogliatoio anche con un altro “figlio di Brescia”. “Con Morosini abbiamo giocato insieme in Primavera. Ci eravamo un po’ persi di vista, ma il rapporto è rimasto. Ora siamo anche compagni di stanza”.
Proprio con i bresciani è arrivato il debutto in prima squadra a 18 anni. “Esordire in B è stata una grande emozione. Adesso debuttano diciassettenni ogni domenica in ogni categoria, ma prima non era così comune che un giovane ci riuscisse”.
Una scalata che nel 2012 l’ha portato fino alla Sampdoria. Un’esperienza che però non ha fatto bene alla carriera di Magrassi. “Il trasferimento alla Samp non è stato vantaggioso per la mia crescita. Ero la contropartita giovane in uno scambio di mercato. Mi hanno preso come prospettiva, ma non mi hanno fatto crescere, anzi. Spesso venivo spedito in squadre affiliate alla Samp. Non c’era una volontà specifica di prendermi”.
Nonostante ciò, Andrea è riuscito a superare questo brutto periodo pensando positivo. “Son cresciuto mentalmente e ho maturato consapevolezza. Mi sono rimboccato le maniche pensando che il calcio non fosse tutto. Se non fossi ritornato ai livelli che mi ero prefissato all’inizio della mia carriera, ci sarebbe potuto essere qualcos’altro che mi poteva dare serenità allo stesso modo. Avendo famiglia, non aveva senso girare l’Italia senza alcuno scopo. Però non ho mollato e ci ho creduto nonostante sia passato dalle stelle alle stalle”.
Una bella favola quella di Magrassi che ora continua in terra ligure con la Virtus Entella (sette i gol segnati in stagione). “La squadra punta ai piani alti. Abbiamo una rosa competitiva, ma non sarà facile perché siamo in un girone con almeno quattro club che sulla carta sono forti quanto noi”. E dopo il titolo di capocannoniere del girone A dello scorso anno, Andrea vuole confermarsi su quei livelli. “Vorrei ritornare ai risultati dell’anno scorso sotto porta”.
Di Filippo Rocchi
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