E se dopo il Chievo, un’altra squadra di Verona raggiungesse la Serie B? Sì, chi sta leggendo ha interpretato appieno. C’è un’altra realtà del capoluogo veneto che dal prossimo 11 maggio si giocherà le proprie chance di promozione. Stiamo parlando della Virtus Verona. La squadra del quartiere di Borgo Venezia, nel settore sud della città. Una realtà guidata da Gigi Fresco, presidente e allenatore del club. Esatto, non c’è nessun errore. Da 41 anni a capo della società, da 40 alla guida della squadra. Un percorso incredibile in questa stagione, con i rossoblù che nelle ultime 25 partite stagionali del proprio girone, sarebbero primi a +3 sulla Feralpi promossa in Serie B con 51 punti conquistati. A farci scoprire questa splendida realtà, ci ha pensato il direttore sportivo del club Matteo Corradini. Il viaggio de LacasadiC.com, oggi fa tappa a Verona, sponda Virtus.
“Nelle ultime 25 partite stagionali siamo secondi solo al Napoli se non sbaglio. Le ultime 25 partite non si guardano ed è brutto da dire (ride, ndr). Ma su 38 è più di metà campionato. La prima giornata non si parte mai che si è apposto”. Inizia così la conversazione con un giovane 36enne, ds del club da 8 anni. Dei 58 punti conquistati, ben 51 sono arrivati nelle ultime 25, a testimonianza di come il club abbia dovuto lavorare sulla squadra nonostante le difficoltà delle prime giornate. “Spesso ci sono ragazzi giovani che vengono dall’Eccellenza e serve tempo perché si assestino. Questo ha inciso, insieme a non avere avuto giocatori di spessore per infortuni. Se non hai giocatori esperti e nemmeno quelli bravi, si fa fatica”.
Un avvio di stagione difficile, con soli 7 punti conquistati nelle prime 13 giornate. E quando le cose non vanno bene, ci pensano i modi di Gigi Fresco a cambiare le cose. “Nei momento di difficoltà ha tolto gli allenamenti piuttosto che metterne di altri. Spesso si vede come quando le cose non vanno bene si aumenta la dose del lavoro. Quante volte si è sentito: ‘Vi faccio alzare alle 6 di mattina’. Lui invece a volte dice: ‘faccio staccare la spina perché la squadra in questo momento ha bisogno di qualcosa’“.
Una gestione lungimirante. Così potrebbe essere definita quella della Virtus Verona. Un budget tra gli 800 e i 900 mila euro in ogni stagione, centrando sempre la salvezza e in questa stagione un incredibile sesto posto a soli 4 punti dalla seconda posizione. “Non andiamo mai oltre il milione di euro. Quest’anno gli esordienti erano tanti: in C c’era Ruggero, Faedo che lo scorso anno aveva fatto 12 presenze non da titolare. Quest’anno invece titolare, Cella e poi Santi dal Vicenza che non aveva mai fatto la C ma solo Primavera e poi Cellai che ha giocato domenica titolare, arrivato dalla Fiorentina ma non aveva mai fatto la Serie C”.
Dalla Virtus in questi anni sono passati tanti talenti, ora in pianta stabile in Serie B o in grandi piazze della Lega Pro. Magrassi e Odogwu, ma anche i vari Curto o Pellacani, ma come funziona lo scounting e le scelte dei giovani da parte della Virtus? Matteo Corradini lo spiega così: “Guardiamo molto alla Serie D ma anche all’Eccellenza delle nostre zone, nel Triveneto. La maggior parte li scoviamo nei gironi di Serie D. Abbiamo 3 persone che sono sui campi tutti i weekend sulla Serie D, più alcuni che ci aiutano. Ci concentriamo soprattutto sull’alta Italia. Abbiamo una rete di persone con cui collaboriamo e che ci mandano delle segnalazioni. Prima ci mandano le informazioni e poi mandiamo gli Scout”.
Nel corso di questi anni la Virtus Verona ha abituato a colpi di scena sul mercato. Dall’arrivo di Sammarco dalla Serie A, al ritorno a Verona di Bentivoglio. Non solo, attualmente nel club veneto giocano due grandi ex dell’Hellas Halfredsson e Juanito Gomez.
Tutti scelti accuratamente dal ds Matteo Corradini, con la solita collaborazione di Gigi Fresco: “Intanto ci tengo a dire che tutti quelli che sono venuti erano profili setacciati. Non sono giocatori che sono venuti a fine carriera da noi o che abitavano nelle zone. Prima di prendere un giocatore così lui lo deve conoscere e fare una cena insieme per capire se è un profilo giusto per entrare nel nostro spogliatoio. Tutti i giocatori che possono esser da esempio per i giovani e gli è stato chiesto di fare proprio questo. Per tutti i giovani che vengono dalle primavere. Prima di venire da noi questi ragazzi sono si sono visti col presidente. Fresco è andato a cena con Halfredsson, è andato a casa di Juanito e ha conosciuto addirittura la famiglia. Deve capire come sono come ragazzi, che abitudini hanno. L’idea di Pazzini? Gigi lo ha sempre stuzzicato, lui non molla mai e ci crede sempre. Lui è un sognatore“.
E ora il sesto posto e il playoff contro il Novara, per continuare a sognare. Corradini ci crede, sospinto dalla filosofia del solito Gigi Fresco: “Gigi la butta sempre scherzando ma se ho imparato un po’ a conoscerlo, so che lui ci crede. Lo sento, non so se sarà quest’anno o l’anno prossimo. Lui scherza sempre su questo obiettivo ma in fondo ci crede. Lui dice che prima di morire vorrebbe arrivare in Serie A e fare il derby col Verona. Diceva queste cose anche quando era in Prima Categoria (ride, ndr). Voleva andare in Serie C, e ci è arrivato. Molti si chiedono ‘ma come ha fatto?'”.
I sogni. Sta tutto lì, nel calcio della gente in Serie C. Parola di Matteo Corradini, “mi manda Gigi Fresco”, un nome e una garanzia per la categoria. La Virtus Verona e quella voglia matta di realizzare un’impresa.
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